-Oh, scusa..- biascicò lui, senza aver fatto caso a chi fosse andato contro.
Poi alzò lo sguardo e quando mi vide, si schiarì la voce, assunse il solito atteggiamento strafottente, mi fulminò con lo sguardo e passò oltre mentre io rimasi lì imbambolata, con le guance infuocate e anche un po' confusa per ciò che era accaduto in quegli attimi.
Mi diressi verso la mia classe e quando entrai, la professoressa non era ancora arrivata, "che fortuna" pensai tra me e me. Notai anche che c'era un posto libero all'ultimo banco stranamente, e mi fiondai su di esso come se fosse l'ultimo pasticcino ad un buffet.
Non salutai i miei compagni che erano troppo impegnati ad abbracciarsi e a raccontarsi le loro esperienze estive, così mi sedetti e mi immersi nel mio mondo pensando a quello strano incontro...
"Perché mi aveva guardata così? Cosa gli avevo fatto? Aveva saputo qualcosa che non doveva sapere?" tante erano le domande che si affollavano nella mia mente, ma a nessuna riuscivo a trovare una giusta spiegazione.
Le prime due ore (storia e scienze) trascorsero in fretta e fu la campanella della ricreazione che mi fece "svegliare" dai miei consueti pensieri, che quella mattina erano troppi.
Andai nel cortile della scuola accompagnata da alcuni compagni di classe che però non degnai di molte attenzioni. Li lasciai quando, tra tutte le persone ammassate, vidi Chiara che mi cercava. Così mi diressi verso di lei con l'intento di raccontarle quella strana mattinata.
-Beh, sei felice a quanto vedo- le dissi col miglior sorriso che avevo da offrirle. -Si può dire di si, tu invece? Novità?- mi chiese lei. A quel punto le parole iniziarono a catapultarsi dalla mia bocca senza sosta, tanta la voglia di informarla -...Capisci? Mi ha guardata come se fossi il peggiore dei suoi nemici. Che gli ho fatto? Meno male che questo è il primo giorno dopo mesi. Ma poi, non ci ho neanche mai parlato con lui. Non è che gli hai spifferato qualcosa tu?-. Mi guardò stupita e confusa, attese qualche secondo in modo da poter assimilare tutto ciò che avevo appena detto e poi mi disse -Io? Siamo amici, ma non gli vado a raccontare di certo cose che riguardano te. Ahahah, ma davvero non gli hai detto niente? Se ci fossi stata io...-. Non ebbe neanche il tempo di terminare la frase che dovemmo tornare in classe. -Ci vediamo all'uscita- la liquidai io.
Tornai al mio solito banchetto isolato nell'ultima fila e quasi mi addormentai per le seguenti tre ore quando ad un certo punto la prof di matematica richiamò la mia attenzione -Signorina Martino, la prego di espormi le equazioni di secondo grado- per un attimo andai in panico, ma poi ricordai di aver studiato quell'argomento per sbaglio qualche giorno prima e non ebbi problemi. La prof si complimentò anche se lasciava trasparire la sua rabbia per la mia precedente distrazione così fui costretta a seguire il resto della lezione.
Era l'ultima ora per fortuna, così, presi in fretta lo zaino e mi diressi verso l'uscita senza aspettare nessuno, quando ad un certo punto mi sentii una mano sulla spalla e qualcuno dietro di me disse -Dove volevi scappare?- era Chiara, ma in quel momento non avevo più voglia di parlare con nessuno, così mi scrollai di dosso la sua mano e continuai a camminare senza risponderle. Strani i miei sbalzi d'umore.
Così feci la strada verso casa da sola pensando ancora.
***
Lo schermo del telefono si accese e risposi quasi immediatamente.
-Ma che ti è preso oggi?- chiese una voce dall'altra parte.
-Scusa, ma non avevo più voglia di parlare.- cercai di giustificarmi io.
-Potevi almeno dirmelo... Va be, non fa niente. Spero non ti abbiano già dato compiti per domani, in caso vuoi venire da me?- iniziò ad esaltarsi all'idea e io le risposi dicendole che per me andava bene.Erano appena le 15 e iniziai a domandarmi cosa potessi fare fino alle 18 ... Disegnare, non avevo l'ispirazione; pensare, già fatto la mattina; mangiare, naah; dormire, perfetto. Mi sdraiai sul divano e mi addormentai con le dolci note di Nothing like us.
Il telefono iniziò a squillare ripetutamente, peggio della sveglia di prima mattina. Lo lasciai suonare finché non ebbi la completa lucidità per prenderlo dal tavolo di fianco a me e vedere che ore fossero...
Una volta acceso lo schermo una luce abbagliante mi stordì per pochi secondi; quando poi i miei occhi si abituarono alla forte luce, cercai di mettere a fuoco le scritte: 5 chiamate perse, Chiara. Oh mio Dio, erano le 18.30 e dovevo ancora prepararmi...
Digitai immediatamente il numero sulla tastiera del telefono e una voce preoccupata rispose al primo squillo -Ma dove sei finita?-. -Scusa, dammi 15 minuti e arrivo.- risposi veloce e chiusi il telefono senza darle nemmeno il tempo di aggiungere altro.
Infilai un paio di calze a rete, dei pantaloncini corti, una felpa larga e delle scarpe alte nere. Lasciai i capelli sciolti, presi il telefono e mi incamminai.
Arrivata a casa sua mi disse che i suoi genitori e sua sorella erano andati a mare e potevamo fare ciò che volevamo. Così accendemmo il computer e iniziammo a cercare Davide su Facebook anche se era già un amico di Chiara, ma io volevo un po' "stalkerare" la sua vita.
Ad ogni sua foto, le mie pupille si ingrandivano un po' di più e rimasi incantata lì davanti. Quando Chiara mi destò quasi gridando -Allora, lo chiamiamo?- Io a quel punto iniziai a balbettare cose senza senso e l'unica frase che forse si capì fu -C-come? V-vuoi ... C-Chiamare?- E lei rispose tranquilla come se fosse la cosa più naturale di questo mondo mostrandomi che c'era il numero su Facebook.
Così prese il telefono e digitò il numero mentre io divenni più rossa di un pomodoro e lei, guardandomi, rideva come se fossi il più divertente dei pagliacci al circo.
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#spazioautrice:
Salve salve.
Ho scritto questo capitolo subito dopo il precedente, perché mi erano venute molte idee ma ho dovuto aspettare perché stavo cercando una foto da inizio capitolo... Sinceramente penso che sia più carino del primo, ma comunque un mezzo schifo perché sono capitoli di passaggio in cui non succede assolutamente niente. Spero che la storia vi stia piacendo, lasciatemi tante stelline e commentate. Al prossimo capitolo.
LALALA
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You live in my heart
RomanceDebora, 16 anni, ha un cuore di ghiaccio, ma a scioglierlo basta LUI: il ragazzo dei suoi sogni, di cui è innamorata da due anni, Davide, 17 anni. Lei, acida, aggressiva, fredda, arrogante. Lui, falso, forte, bello, impossibile e prepotente. Il loro...