7: Nate's pov

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Adoro stare qui in Sicilia. Amo il mare e a Londra non si vede nemmeno per sbaglio. Qui, per fortuna, ho degli amici che parlano inglese molto bene. Il mio italiano non è ancora perfetto ma riesco a farmi capire bene. Qui ci sono anche i miei nonni, che riesco a vedere pochissime volte l'anno. Quando ero piccolo facevo il countdown per vedere quanto mancasse alla partenza per l'Italia.

Qui ho moltissimi ricordi. Sia belli che brutti...

Una volta eravamo andati in un ristorante, io, i miei genitori e mia sorella. Appena ebbi finito di cenare, andai in bagno a lavarmi le mani, e lo dissi a tavola in modo che non mi rimproverassero davanti a tutti. Una volta tornato al tavolo non li trovai. Andai dalla cassiera e, in inglese, chiesi se li avesse visti. Lei mi disse che avevano pagato e avevano già lasciato il locale.
Mi avevano lasciato lì.
Per fortuna ho sempre avuto un buon senso dell'orientamento e riuscii a tornare a casa dei miei nonni. Appena vidi i miei genitori loro mi dissero <Oh, sei riuscito a tornare...>.
Ovviamente ci rimasi malissimo.

Ma ho anche ricordi molto belli.

Quando ero piccolo volevo andare sempre al parco e giocare con altri bambini, ma visto che non parlavano l'inglese e io non parlavo l'italiano non potevo stare con loro. Così mio nonno mi costruì un mini parco-giochi nel giardino della loro casa e così potevo divertirmi anche senza altri bambini.
A mia madre, ovviamente, non piacque molto la cosa e rimproverò mio nonno e mi mise in punizione. Però, almeno, potevo giocare in giardino e divertirmi.

Esco di casa e sono le 10:30 del mattino.

Incontro Tommy e con lui scendo in spiaggia. Lì ad aspettarci ci sono due ragazze: Martina e Noemi. Sono andato a letto con entrambe più di una volta l'anno scorso. Spero che questo non sia da meno...

Una volta tornato a casa, sento mio padre parlare al telefono con una donna ma non capisco chi sia. Sicuramente sarà per lavoro.

Vado in cucina e incontro mia madre.
<Nate, dov'è mio marito?> mi chiede con voce arrabbiata. Potrebbe almeno definirlo mio padre, visto che lo è. Ma non lo fa. A volte penso che le dia fastidio avermi come figlio, anche se non le ho mai fatto nulla di male.
<Di l'à in salotto. Sta parlando al telefono.> dico indifferente.
<E con chi?> mi domanda innervosita.
<Non lo so. So solo che è una donna.> dico.
<Una donna?!> mi domanda mia madre scioccata.
<Che succede?> entra mio padre.
<Nate mi ha detto che tu mi tradisci! Come hai potuto?!> dice mia madre.
<Non è vero!> tento di difendermi.
<Era la custode del mio ufficio. Mi ha detto che ieri sera hanno provato a scassinare la porta. E, per la cronaca, ha 60 anni, e io 48. Andrà in pensione a breve. È sposata anche lei. Non potrei mai tradirti amore mio...> spiega a mia madre.

Poi si gira verso di me. Mi urla contro e poi mi da uni schiaffo. Mi ordina di andare in camera mia e così faccio.

Come sempre la colpa è sempre la mia. Non ho mai detto che mio padre stesse tradendo mia madre. Non l'ho mai neanche pensato.
Mia madre l'ha fatto sicuramente apposta. Le avrà dato "fastidio" il modo indifferente in cui le ho risposto e si è vendicata.
Non la sopporto quando fa così.

Josh e Catherine Smith sono davvero insopportabili.

Resto nella mia stanza fino all'ora di cena.

Mia nonna, quando non mi ha visto scendere, mi ha portato il pranzo in camera.

Non riesco a capire come sia possibile che mia madre sia una vipera mentre mia nonna, ovvero sua madre, è un angelo in pratica. Penso non esista persona che tratti meglio e mi ami di più di mia nonna. E la stessa cosa è con mio nonno. Li amo. Sono tutta ma mia vita.

~spazio autrice💛~

ciaooo❤️

questo capitolo è soltanto di transizione. Spiega un po' la vita di Nate in Sicilia per le vacanze.

al prossimo capitolo💛

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