Prologo

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Si comincia...

Cinque anni prima

Mi tremano le mani.

Tutto attorno a me ha cominciato a ruotare.

Ho provato questo tipo di terrore solo due volte nella mia vita: ad otto anni quando ho rotto il vaso costosissimo della mamma e…adesso.

La porta d’ingresso di casa mia è aperta e sto pregando con tutte le mie forze che all’interno ci siano i miei genitori o  il cane della vicina.

Possibile mi sia finalmente arrivata la lettera per Hogwarts? Un po’ in ritardo….

Chiudo gli occhi e li riapro diverse volte prima di prendere il telefono dalla tasca.

Mamma e papà mi avevano avvisata che avrebbero tardato a causa di un imprevisto in ospedale e io sarei dovuta tornare a casa, da sola.

Adesso come mi comporto? Forse avrei dovuto seguire quel corso di autodifesa l’anno scorso…giuro che se ne esco viva la prima cosa che faccio è iscrivermi e diventare una lottatrice.

Apro la rubrica del telefono pronta a chiamare il 911 in caso di qualsiasi emergenza.

Dovete sapere che io oltre alla testa ed il cuore ho una terza voce contrastante: l’istinto.

A volte è così forte che finisco per ascoltarlo e posso assicurarvi che non sbaglia quasi mai.

Quando stamattina sono uscita di casa sentivo che qualcosa non andava, avevo un brutto presentimento, che ovviamente non ho ascoltato e adesso mi ritrovo davanti al portone socchiuso di casa mia, immobile, come una scema.

Ok Daphne, entriamo.

Mi addentro all’interno di casa mia cercando di fare meno rumore possibile.

L’ingresso è identico a come lo avevo lasciato prima di uscire, ci sono molti quadri di valore ed altri oggetti vari, ma è tutto nella norma, un ladro li avrebbe rubati senza pensarci due volte, a meno che non si tratti di uno stupido.

D’un tratto un rumore proveniente dall’ufficio di mio padre attira la mia attenzione.

C’è qualcuno.

Adesso ne sono certa.

Continuando ad avanzare lentamente mi dirigo verso la porta dell’ufficio che è socchiusa.

Dio, ti prego, non voglio morire adesso, voglio ancora fare troppe cose, e ho finalmente convinto Alvin a prestarmi il suo computer.

Maledetto istinto e maledetta me che mi ostino ad ascoltarlo.

Non appena mi trovo a pochi centimetri dalla porta, impugno il telefono a mo' di un'arma e comincio a spiare dalla fessura.

C’è una sagoma, si intravede di schiena, è abbassata e sta frugando tra i cassetti della scrivania

Cerca qualcosa.

Mi avvicino ancora di più prestando la massima attenzione a non fare il minimo rumore.

Non c’è dubbio, è un ragazzo, ma che cosa sta cercando?

Forse Alvin ha ragione: un giorno la curiosità mi ucciderà, ma chi può dirlo? Magari prima di morire farò una grossa scoperta.

Il ragazzo cambia posizione raddrizzando il viso alla mia altezza e nel mentre  cerco subito di mettere a fuoco il suo volto più che posso.

L’aria viene meno, insieme alla forza nelle gambe che mi sorreggeva.

Questa è una delle volte nelle quali la mia curiosità avrebbe fatto meglio a farsi i cazzi suoi.

Ricomincio a tremare continuando a fissare il volto del ragazzo che è entrato in casa mia e sta frugando tra i documenti di mio padre.

Il ragazzo a cui avrei affidato la mia vita senza pensarci due volte.

Quello di cui mi sono lentamente innamorata.

Il telefono mi scivola dalle mani per lo sciock cadendo per terra.

So bene che la vita è imprevedibile, ma questo…

Lui scatta all’indietro voltando la testa verso di me.

Ed è in quel momento, in quell'esatto momento nel quale i nostri occhi si incontrano, quegli occhi che ho amato fin dal primo momento, che capisco che, in realtà, io non conosco davvero questo ragazzo.

Forse non l’ho mai fatto.

Spalanca gli occhi sorpreso.

<< Daphne >>

Il suono della sua voce è come un pugno allo stomaco, forse fino ad ora la mia mente ha cercato di elaborare una via di fuga dalla realtà, forse questo è solo un incubo.

Si avvicina a me ed io indietreggio, rendendomi conto di star piangendo, copiose lacrime solcano il mio viso senza la minima intenzione di fermarsi.

La sua espressione si distorce in una smorfia di tristezza.

<< Daph, io ti posso spiegare, io->>

Indietreggio ancora.

<< No!>>

Il mio urlo lacera persino l’aria.

Gli rivolgo un ultimo sguardo, analizzo per l’ultima volta il suo viso, i suoi occhi verdi, e comincio a correre.

Corsi via da lì, corsi come se ne dipendesse della mia vita, perché in fondo era così.

Perché io lo avevo capito già da un po' che c'era qualcosa di strano,ma ho cercato di non vedere.

Perchè quando c'era  lui era il cuore a predominare.

Non riesco ad accettare che lui non sia il ragazzo che ho conosciuto.

Quel giorno fu il più terribile della mia vita.

Nulla sarebbe stato più come prima.

Non dopo ciò che capii.

Perché avevo scoperto tutte le sue bugie.

Perché le avevo lette negli occhi di cui ero innamorata… solo per poi dimenticarle.

Forgotten Lies

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