III~ Ti incontrai [pt. 3/5]

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"Poi incontri quegli occhi
che sanno resistere ai tuoi.
E comincia la sfida più bella che è
a metà tra la voglia e la tortura."

-Anonimo

[20 Marzo 1996]

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[20 Marzo 1996]

NARRATORE ESTERNO

Inserì le monete nella fessura apposita e si chiuse nella cabina, attendendo che la donna rispondesse dall'altra parte della cornetta.
<Pronto?>
Quando udì la sua voce, un ampio sorriso si formò sul suo volto delicato. <Ciao, nonna!>
Agatha, seduta sulla poltrona accanto alla finestra che affacciava sull'Oceano, assunse immediatamente un'espressione addolcita non appena udì la voce entusiasta della nipote.
<Bambina mia... Come stai?>
<Bene nonna, tu? Scusami se ti chiamo a quest'ora, qui è tarda mattinata e forse da te è notte fonda ma... Mi mancavi...>
La più anziana sorrise, giocherellando col filo del telefono. <Oh, piccola mia. Io sto bene e mi manchi anche tu. Non sai quanto.> Sussurrò con occhi lucidi, schiarendosi poi la voce e tentando nonchalance. Purtroppo non potevano telefonarsi molto, si erano accordate per sentirsi una o due volte a settimana in quanto le chiamate oltreoceano erano ancora piuttosto costose. Ma quando lo facevano, il cuore di Agatha si stringeva in una morsa intenerita e tutta l'apprensione provata nella settimana precedente svaniva con la conferma che la sua Elen stesse bene. Per quest'ultima, invece, sentire la nonna era come ritrovare il caldo abbraccio del quale sentiva di avere ancora bisogno.
<Allora? Che mi racconti di nuovo?> Riprese Agatha, ridacchiando quando avvertì la nipote sorridere.
<Nonna... Sono così felice...> Iniziò inumidendosi le labbra. <Ho fatto amicizia con Claire, la mia coinquilina. È di Los Angeles come noi e studia alla mia stessa Università. Quando possiamo, facciamo la strada insieme. C'è anche da dire che lei è fidanzata e non dorme sempre qui, spesso va dal ragazzo...> Agatha la ascoltava contenta del suo entusiasmo, riusciva a immaginarsela mentre parlava con quei suoi occhi azzurri incantanti e persi nel vuoto. <Poi, un paio di settimane fa, Claire mi ha fatto conoscere alcuni suoi amici che ho rivisto più volte in questi ultimi giorni, li ho trovati tutti piuttosto simpatici...>
<Davvero?> Domandò la più anziana, sorridendo divertita. <Sì! Siamo andati in un ristorante tradizionale e non puoi capire nonna, ho bevuto una birra in un bicchiere gigante e sto iniziando ad assaggiare ogni piatto tipico. Qui la cucina è molto buona ma è anche molto pesante.>
<I piatti di tua nonna non li fa nessuno, bambina mia...>
<Oh, ti prego non dirlo che già mi manchi abbastanza!>

Risero un po', poi Miller ricominciò a raccontare. <Claire è stata una benedizione in tutto e per tutto: sapendo che non avevo ancora trovato un lavoretto per pagarmi l'affitto, ha parlato col suo capo che ha accettato giusto ieri di assumermi nel forno in cui lavora! È stato il mio primo giorno, non è neanche così difficile come pensavo...>
<In un forno?> Chiese sorpresa Agatha, arcuando le labbra con sorpresa.
<Già! Qui hanno davvero troppe tipologie di pane ma sono tutte molto, molto buone. Giuro che, quando tra qualche mese verrò a farti visita, te ne porterò un po' per fartele assaggiare.>
E la nonna rise animatamente, annuendo. <D'accordo tesoro... E che mi dici dello studio nella nuova Università?>
<Beh, è difficile seguire le lezioni ma pian piano sto iniziando ad abituarmi a questa lingua e ne distinguo sempre più suoni e parole... Sto facendo del mio meglio.>
<Sapevo ce l'avresti fatta, piccola mia. E sono certa che questo è solo l'inizio di una vita tutta da scoprire... Hai un entusiasmo che non potrà che darti i suoi frutti.> Sospirò, osservando la Luna che rifletteva sulla superficie scura dell'immensa distesa d'acqua all'orizzonte.
<Mi ricordi così tanto tuo padre...> Sussurrò sottovoce, tremando appena, deglutendo e abbassando le palpebre quanto le sarebbe bastato per regolarizzare lo stato d'animo e fare in modo che quella ferita non sanguinasse. <Anche lui amava la vita come te, tesoro. E amava tua madre... Immensamente.>
La bionda abbassò lo sguardo per un attimo, prendendo un respiro e ascoltando il silenzio attorno a lei.

𝑰𝒎𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora