3. Questione di controllo

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Il pomeriggio rientro in casa con un magone allo stomaco, so che da una parte Phil ha ragione, magari dovrei ascoltare il motivo per cui il re degli stronzi non si è fatto sentire per tutto questo tempo, ma so anche che d'altra parte avrebbe potuto almeno avvisarci della sua improvvisa lontananza...e farsi sentire nel periodo più brutto della nostra vita.

Giro le chiavi nella porta ed entro, mio fratello accanto a me ha gli occhi gonfi, deve aver pianto per le due ore successive rispetto a quando l'ho visto io l'ultima volta nella piscina.

"Ragazzi miei!" nostro padre si affaccia dalla porta della cucina e ci saluta amorevole, abbraccia me e subito dopo squadra un po' il viso di mio fratello con un espressione interrogativa sul volto.

"Come mai questa faccia?" ci chiede mettendo le mani poggiate sui fianchi, ha ancora indosso la divisa da poliziotto deve essere tornato da poco.

Mio fratello emette una mezza risata isterica "Sai chi ho visto oggi papà?" quest'ultimo fa finta di pensarci su "La vecchietta della villa gialla forse? è già tornata dalla sua vacanza all'insegna dell'avventura?"

Gli faccio un piccolo no con la testa "Allora deve essere sicuramente il giovanotto che ha quel Border Collie meraviglioso qui di fronte" ci sorride come se avesse già indovinato.

"Damian." dice secco mio fratello mentre poggia le sue cose in cucina ed io lo seguo a ruota. L'odore di pollo arrosto arriva improvvisamente alle mie narici, così ne inspiro ancora di più il profumo ed il mio stomaco inizia a brontolare senza preavviso.

Nostro padre Ralf, resta inizialmente senza parole, ma subito dopo apre la bocca in un sorriso a trentadue denti "È una fantastica notizia no? Damian è così un bravo ragazzo, lui adora il pollo perché non lo invitate a cena?" Jackson ride amaramente ed i suoi occhi dapprima cristallini diventano di un blu scuro, profondo.

"Stai scherzando?"

"Papà non credo sia il caso sai.."

"Cosa ho detto che non va?" papà poggia lo strofinaccio sulle spalle ed assume un'aria confusa.

"Lui è uno stronzo! Ci ha lasciati soli nel momento più brutto della nostra vita mentre era a spassarsela chissà dove e chissà con chi. Per me era come un fratello cazzo! Noi gli siamo sempre stati vicino, sempre. Poi cosa fa? Dopo tre anni dove non ci ha calcolato minimamente, ha il coraggio di ripresentarsi qui." Jackson fa un sospiro nervoso e continua, per dargli sostegno gli appoggio una mano sulla schiena "Sarò una persona rancorosa papà, ma ti giuro che non ho neanche il coraggio di guardarlo negli occhi, mi fa venire il volta stomaco solo al pensiero di ritrovarmelo tutti i giorni all'allenamento, credimi." papà si gratta la nuca e con gli occhi lucidi abbraccia JJ.

"So che non è stato facile...dopo la morte della mamma...non lo è stato per nessuno Jackson" ed ecco che anche i miei occhi si riempiono di tristezza.

"Vostra madre era una benedizione. Era la donna più bella e buona che io avessi mai conosciuto, ci è stata strappata via da un male che non meritava...Ma non possiamo incolpare gli altri per il nostro dolore. Damian sarà anche scomparso ma non puoi sapere le sue ragioni. Sappiamo tutti e tre la situazione difficile che lo circondava, per questo non possiamo prendercela con un ragazzo di sedici anni che è arrivato a prendere questa decisione. Sono più che sicuro che i motivi dietro questo gesto non siano affatto banali."

Non posso dargli torto, Damian è sempre fuggito dalla sua famiglia e quando fuggiva veniva a rifugiarsi da noi, dove sapeva che i suoi non sarebbero mai potuti arrivare perché avevano paura delle conseguenze delle loro azioni. Del resto mio padre rappresenta le forze dell'ordine, avrebbe potuto arrestarli in qualsiasi momento e se non l'ha fatto è stato sempre e solo per il bene di Damian.

Darkness in your eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora