7-Eira

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Sono passate diverse ore da quando Zara ha chiuso la chiamata con Axton, e l'ufficio è immerso in una calma insolita. Zara, evidentemente esausta e sopraffatta dagli eventi recenti, è crollata sulla scrivania, addormentata con la testa appoggiata su foto e documenti sparsi. La giornata è stata lunga e frenetica, e il peso delle preoccupazioni sembra averla schiacciata.

Mi siedo in silenzio al mio angolo dell'ufficio, riflettendo sulla conversazione che abbiamo avuto. Zara mi ha raccontato del litigio con il suo ex. Era evidente quanto fosse turbata, e il suo volto era segnato dalla stanchezza e dalla frustrazione. La discussione era degenerata rapidamente; lui si era arrabbiato e avevano litigato pesantemente. Poi, in un momento di vulnerabilità, aveva rivelato qualcosa che aveva completamente sconvolto Zara: aveva fatto coming out e le aveva spiegato che la sua rabbia era derivata dalla sua lotta interiore, non solo con il loro rapporto, ma con la sua identità. Zara era rimasta scioccata e, sebbene inizialmente avesse reagito con rabbia, aveva finito per riflettere sulla complessità della situazione.

Non avevo voluto disturbare ulteriormente Zara con altre discussioni. Avevo cercato di farle sfogare il suo dolore, ma ora era chiaro che era semplicemente troppo stanca per continuare. L'ufficio, normalmente vivace e pieno di energia, era immerso in un silenzio quasi surreale. La luce soffusa della lampada sulla scrivania di Zara accentuava la scena, gettando ombre morbide sui suoi tratti addormentati.

Mi ero offerta di parlare della situazione con lei, sperando di aiutarla a chiarire le sue idee e trovare una via d'uscita dalla confusione in cui sembrava trovarsi. Ma ora, osservandola mentre riposa, mi rendo conto che forse è stato meglio lasciare che il sonno facesse il suo corso. Zara aveva bisogno di recuperare le energie e, in quel momento, il mio intervento sarebbe potuto risultare solo come un ulteriore peso.

Guardo l'orologio e mi chiedo se ci sia qualcosa che posso fare per aiutarla. Forse un po' di pace e riposo le daranno la chiarezza di cui ha bisogno. Con un sospiro, mi concentro sulle mie mansioni, cercando di prepararmi per le prossime sfide e di riflettere su come posso supportare Zara nel miglior modo possibile.

Il pensiero che l'ufficio possa riprendere il suo ritmo normale sembra lontano, ma sono determinata a fare tutto ciò che posso per contribuire a risolvere la situazione. Il suo benessere è importante e, mentre Zara dorme pacificamente, mi impegno a mantenere il nostro ambiente di lavoro sereno e produttivo.

Zara si risveglia di soprassalto, confusa e disorientata. Si stropiccia gli occhi e guarda l'orologio sulla scrivania, il volto contratto in una smorfia di sorpresa e preoccupazione. «Ma che ore sono?» chiede, la voce ancora impastata dal sonno.

«È molto tardi,» rispondo con tono gentile, cercando di non sembrare troppo invasiva. «Dovresti tornare a casa a riposare. Non hai bisogno di stare qui tutta la notte.»

Zara scuote la testa lentamente, ancora mezzo addormentata. «Non me la sento. Ho troppa roba da fare e...» La sua voce si spegne, incapace di trovare le parole giuste.

Mi accorgo che è esausta e preoccupata, e non voglio lasciarla sola in questo stato. «Ascolta, è davvero tardi e sei chiaramente stanca. Lascia che ti accompagni a casa. Avrai bisogno di una buona notte di riposo per rimetterti in sesto.»

Zara sembra tentata di protestare, ma l'espressione rassegnata sul suo volto tradisce la sua vera condizione. Dopo un breve momento di esitazione, annuisce. «Va bene. Grazie, Eira.»

Mentre mi preparo a lasciare l'ufficio, non posso fare a meno di pensare quanto sia difficile per Zara gestire tutto questo. Il suo comportamento e il suo stato d'animo indicano chiaramente che è sopraffatta. La situazione con Axton e il suo ex la stanno consumando, e l'ultima cosa di cui ha bisogno è di aggiungere ulteriore stress alla sua vita.

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