Tra foxus

17-Eira

«E quindi niente... sembra che mio padre sia coinvolto in qualcosa,» sospira Zara, lasciando cadere le spalle mentre si siede nel mio nuovo ufficio. Il tono della sua voce tradisce una stanchezza profonda, quella di chi ha portato sulle spalle un fardello per troppo tempo.

La osservo per un momento, cercando di cogliere le sfumature di ciò che non sta dicendo. «Da quanto tempo non lo senti?» le chiedo, cercando di capire meglio la situazione.

«Tanti, tanti anni, Eira. Meglio non dire cifre. Non voglio scandalizzarti,» risponde con una risata nervosa, ma il dolore che traspare dai suoi occhi è innegabile. «Ha iniziato a bere per colpa del lavoro. Anche qua... meglio non ti racconto. Finirei domani,» aggiunge, lasciando intendere che c'è molto più sotto la superficie di quanto io possa immaginare.

Prima che possa approfondire, la porta del mio ufficio si apre di colpo, e mio fratello Liam entra con una brioche al cioccolato in mano. «Di che parlate?» chiede, con la bocca piena mentre mastica. Mi rendo conto di essermi dimenticata di chiudere a chiave la porta che separa il mio ufficio dal resto della casa.

«Niente,» rispondo rapidamente, cercando di deviare la sua attenzione.

Zara, però, non sembra voler nascondere nulla. «Problemi di famiglia,» dice, rivolgendo un sorriso cordiale a Liam. «Liam? Sono Zara.»

«Piacere, Zaira.» risponde lui, ancora intento a finire la sua brioche, senza notare l'errore nel nome.

«Zara.» lo correggo con un lieve sospiro, sperando che non faccia altre gaffe.

«Non ti preoccupare, Liam. Sbagliano tutti il mio nome,» dice Zara con un sorriso indulgente, cercando di minimizzare l'accaduto.

Ma non posso fare a meno di interrompere. «In realtà no,» dico, cercando di smorzare la tensione con un po' di ironia. La verità è che Zara è sempre stata una persona molto riservata, e sento che questa apertura improvvisa, anche con Liam presente, è un modo per cercare supporto, forse anche una connessione che ha perso da tempo.

Liam, non del tutto consapevole del contesto, si limita a scrollare le spalle e continua a mangiare la sua brioche, ignorando le dinamiche più profonde della conversazione. Ma sento che questo incontro non è avvenuto per caso. C'è qualcosa che Zara ha bisogno di condividere, qualcosa che potrebbe essere più importante di quanto voglia ammettere.

«Allora, Zara,» dico con un tono più serio, cercando di riportare l'attenzione su di lei, «mi sembra che ci sia molto di più in questa storia. Se vuoi parlarne, siamo qui per ascoltarti.»

Zara ci osserva per un attimo, valutando le sue parole. Sembra esitare, ma poi si lascia andare. «La verità è che... sono preoccupata per Axton. Sta cercando di scoprire cosa c'è dietro quei documenti, e temo che stia entrando in un gioco molto pericoloso. Nostro padre non è stato un uomo facile da capire, e quello che Axton potrebbe trovare... potrebbe cambiare tutto.»

Il suo sguardo si fa più intenso, e per un momento l'ufficio sembra restringersi attorno a noi, come se le pareti stessero chiudendo ogni via di fuga. «Non voglio che lui faccia tutto da solo...» aggiunge, con la voce incrinata da un misto di preoccupazione e determinazione.

Liam, forse per la prima volta da quando è entrato, smette di mangiare e si concentra realmente su Zara. «Cosa pensi che dovremmo fare?» chiede, serio.

Zara prende un respiro profondo. «Dobbiamo stargli vicino. Eira, tu sei brava a capire le persone, a leggere tra le righe. E Liam... tu hai una forza che può aiutarci a tenere Axton con i piedi per terra. Insieme, forse possiamo impedirgli di fare qualcosa di avventato.»

Liam ed io ci scambiamo uno sguardo. C'è una comprensione silenziosa tra noi: per quanto lui possa sembrare disinteressato o superficiale, so che tiene a ciò che è giusto. E anche se questa situazione è intricata, sento che è giunto il momento di agire, di supportare Zara e Axton in quello che potrebbe essere il momento più difficile della loro vita.