14-Eira

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Rientro nel mio ufficio e rimango subito colpita dal caos che regna sovrano. Qualcuno ha portato una cassa enorme e la musica risuona forte, riempiendo lo spazio con le note di "Blue (Da Ba Dee)" degli Eiffel 65. Nonostante la confusione, la melodia mi strappa un sorriso.

Zara, con due bicchieri in mano, sembra essere il cuore pulsante di questa festa improvvisata. La vedo avvicinarsi a me, ballando e cantando a squarciagola:

«Yo, listen up here's a story
About a little guy
That lives in a blue world
And all day and all night
And everything he sees is just blue
Like him inside and outside»

Mi porge uno dei bicchieri, probabilmente vodka, ma è difficile dirlo con certezza in mezzo a tutto questo trambusto.

«Blue his house
With a blue little window
And a blue corvette
And everything is blue for him
And himself and everybody around
Cause he ain't got nobody to listen to»

La guardo e non posso fare a meno di ridere. Zara è semplicemente fantastica. La sua energia è contagiosa, e nonostante tutto quello che è successo oggi, mi sento improvvisamente più leggera.

«Sei brava a cantare,» le dico ridendo, alzando il bicchiere in un brindisi improvvisato. Lei ride con me, e per un momento, tutti i pensieri pesanti e le preoccupazioni sembrano dissolversi nella musica e nella compagnia.

«Dove cazzo sei stata?» mi dice Zara, con un tono che lascia poco spazio ai dubbi. Mi rendo conto che probabilmente ha bevuto un po' troppo in mia assenza.

«Fuori, ho fumato una sigaretta,» rispondo cercando di mantenermi calma.

«È passato Pol. Sembrava un po' incazzato,» aggiunge, mentre mi fissa con occhi che tradiscono una leggera preoccupazione.

Cavolo. Pol. Il pensiero di lui mi colpisce come un pugno allo stomaco. Probabilmente ha frainteso la mia situazione con Axton, e devo assolutamente chiarire le cose con lui. Non voglio che questa giornata, che doveva essere l'inizio di una nuova avventura per me, si trasformi in un disastro per la mia vita personale.

Mi scuso rapidamente con Zara, lasciandole il bicchiere in mano, e mi avvio verso l'uscita dell'ufficio. La musica continua a suonare alle mie spalle, ma il ritmo ora sembra battere contro il mio cuore agitato. Mentre attraverso la sala, mi faccio strada tra i colleghi amici, e gente mai vista prima che ballano e ridono, immersi nella festa. Il mio sorriso di poco fa si è dissolto, sostituito dalla determinazione di risolvere la situazione con Pol.

Una volta fuori, l'aria fresca della sera mi colpisce e mi aiuta a schiarirmi un po' le idee. Cerco il telefono nella mia borsa, le mani tremanti per la tensione. Lo trovo finalmente e cerco il numero di Pol. Devo spiegargli che non c'è niente tra me e Axton, che quello che ha visto non significa nulla.

Prima di chiamarlo, però, mi fermo un attimo. Respiro profondamente, cercando di calmarmi. Non posso affrontarlo agitata, devo essere chiara e decisa. Pol è importante per me, e non voglio che un malinteso rovini tutto.

Mentre il telefono squilla, mi ritrovo a pensare a quanto siano complicate le relazioni. Oltre al lavoro e alle responsabilità quotidiane, c'è sempre un livello di emozioni e fraintendimenti che può complicare tutto. Ma sono determinata a non lasciare che questo accada. Voglio che Pol sappia quanto tengo a lui, e quanto mi dispiace per qualsiasi dolore o confusione che possa aver causato.

Il telefono continua a squillare, e mi sento sempre più nervosa. Finalmente, dopo quella che sembra un'eternità, Pol risponde. La sua voce è fredda, distante, ma almeno ha risposto. Questo è un inizio.

«Pol, devo parlarti,» inizio, cercando di mantenere la calma nella mia voce. «Non c'è niente tra me e Axton. È solo il fratello di un'amica, e oggi è stata una giornata complicata per tutti noi. Posso spiegarti tutto, ma ti prego di ascoltarmi.»

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