capitolo 3

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"Keily" ha sussurrato lucas, che mi era seduto accanto.

Ho girato la testa per guadarlo e ho alzato le sopracciglia per chiedere, cosa?
Eravamo a calcolo e il signor penson, il nostro insegnante, stava blaterando alla cattedra sulla differenziazione delle funzioni trigonometiche.

Dopo questa, rimaneva solo una lezione prima della fine della scuola.

Era il mio quinto giorno e mi ero già fatta dei buoni amici, lucas era uno di loro.

Essere imparenta con Addison aveva giocato un ruolo fondamentale, perché mai nella mia vita mi ero aspettata di essere amica di un gruppo così popolare.

Lucas ha lanciato un biglietto sul mio banco che è caduto proprio sopra al mio libro di testo. L'ho raccolto e l'ho aperto. Noi andiamo in gelateria dopo la scuola vuoi unirti?

La prima domanda che mi è sorta nella testa è stata: noi chi?

Ache se sedevo con i ragazzi più popolari, non ero comunque immune dagli sguardi giudicanti: anzi, stare con loro mi metteva ancor di più sotto i riflettori.

Odiavo le attenzioni perché non ne avevo mai ricevute di buone, specialmente dopo quel giorno.

Non volevo trovarmi in mazzo a un gruppo di persone che mormoravono o sgignazzavono tra di loro indicandomi, e alcune persone che Lucas e Addison frequentavano tendevano a essere così.

Ho alzato lo sguardo e i miei occhi sono andati inconsciamente verso james, che era seduto dall'altra parte di lucas. I suoi occhi serrati erano già puntati su di me: la disapprovazione verso la mia semplice esistenza gli filtrava dalle pupille.

Incapace di sopportare l'intensità del suo sguardo, ho abbassato il mio e sono tornata a fissare il biglietto. Sapevo che chiunque fosse quel "noi", avrebbe sicuramente incluso james. 

Lui e lucas uscivano sempre insieme e mi sconcertava come un tipo gentile come lucas fosse migliore amico della progenie di satana in persona.

Non lo so. Addison mi deve portare a casa. Ho scritto sul retro del foglio e l'ho fatto scivolare sul banco di lucas. Ancora una volta, il mio sguardo si è spostato su james, che adesso stava osservando Lucas.

La parola "a disagio" inizia a malapena a descrivere ciò che provavo ogni volta che ero a lezione di calcolo con loro.

Lucas aveva sempre cercato di includermi nelle loro conversazioni, ma gli insulti offensivi di james mi avevano escluso.

L'ultima volta, lucas aveva chiesto il mio aiuto per risolvere un problema di un compito, che avevo già finito a casa.

Ma nel momento in cui avevo preso in mano la penna, ero diventata iperconsapevole degli occhi di james su di noi, mentre si appoggiava casualmente al banco proprio di fronte a me, e ogni pensiero coerente mi era svanito dalla mente, lasciandomi a fissare il foglio con un vuoto totale.

"Sei grassa e stupida" mi aveva detto james cin un sorriso condiscente, "come un maiale. Dovrei chiamarti maialino" e, proprio così, il nome maialino mi è rimasto appiccicato Addosso.

Avrei voluto reagire e digli che era lui lo stupito perché i maiali erano in realtà molto intelligenti.

Ma questo non avrebbe migliorato le cose: sarebbe tornato all'attacco con un insulto più crudele. Comunque, lucas, da bravo ragazzo quale era, mi aveva difeso, ma il danno ormai era fatto.

Un foglio di carta mi è caduto in grembo, riportandomi al presente. Chiedi anche ad Addison di venire. Sara divertente. Per favore. Ho girato la testa e ho visto lucas che mi faceva un broncio esagerato.

keily la grassona Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora