4 I problemi di essere mattinieri

24 0 0
                                    

Josh
Ne avevo viste tante nella mia vita, ma in quel viaggio pericoloso ne avevo vissute il triplo. Ero quasi affondato nell'oceano ed ero amareggiato sul lato posteriore dell'isola, andando incontro a dei promontori rocciosi, e se questo non bastasse avevo incontrato quella sotto specie di creatura meravigliosa che si vantava di essere una ninfa protettrice. Mi aveva attratto come  una calamità e con non so quale sortilegio avesse ottenuto la bellezza di una dea in persona, non solo come si comportava ma anche il suo modo di fare, come quando mi guardava di sbiego, la rendevano speciale e a modo suo magnifica...  era una fatina pestifera... una fata.
Non potevo tradire il mio popolo ma non volevo uccidere nessuno nella mia mente ero sempre stato contrario alla caccia ma nella mia testa potevo anche volare ma nella realtà... mio padre mi permetteva a stento di fare un discorso prescritto, figuriamoci se mi avrebbe lasciato cambiare il grande istinto guerriero di Cabira.
Mi girai a guardarla, incapace di mantenere il mio atteggiamento freddo e distaccato, era stupenda. I capelli castani le ricadevano sulle spalle, coperte da un abito luccicante verde pastello. Il viso era incorniciato da due ciuffi che le risultavano la pelle chiara traforata da due fosse cerulee abbellite da ciglia folte nere. Il suo corpo era esile e alle caviglie aveva dei laccetti annodati a x che si collegavano alle scarpe.
Stava mangiando un panino in modo impacciato ma era comunque elegante nei tratti. Mi girai quasi subito per paura che potesse capire che stavo cercando di imprimermi nella testa i suoi tratti delicati. Dovevo smetterla, reagire e compiere la mia missione. Mi alzai e iniziai a raccogliere la mia roba con la consapevolezza di essere osservato da lei.
<Incamminiamoci nella foresta, così possiamo trovare il... Capo Felce... Felce supremo.... Come si chiama lui>
Lei d'altro canto si alzò e si mise a ridere <si chiama Grande Felce, ma comunque dobbiamo aspettare ancora un pò perchè di notte la radura  viene sorvegliata dai golem di luna che si aggirano da queste parti fino alla fine dell'alba e poi se ne vanno> ah prima mi ero dimenticato di un dettaglio quando la nalizzavo è stupenda ma con un carattere irrascibile...
<Ok allora aspetteremo il giorno e poi andremo>
Aspettiamo il dovuto e ci incamminammo nella radura non sembrava minacciosa, anzi era molto rigogliosa e viva, ma non solo nei colori, mi sembrava davvero viva.... A-spetta quelle piante si stanno muovendo...! D'istinto mi misi a frugare nella borsa che avevo rimediato dalla nave di famiglia e presi una sciabola ma prima che potessi estrarre la lama lei si mise davanti a me e mi blocco.
<Non sono cattive, le sostanze fatate che si trovano all' interno di queste piante proteggono la radura e tutte le creature che la abitano, quindi se non vuoi lanciare un allarme imminente a chiunque sia nei paraggi non ti consiglio di usare quell'affare.> Lo dice con la tranquillità di chi sa di avere la ragione più assoluta <va bene fatina puoi conoscere questa radura e i suoi abitanti ma scusa se le rampicanti bloccano il passaggio come facciamo a passare senza irritarle?>
Non riuscivo a comprendere questi schemi vitale, sembrava di non essere più sul nostro mondo avevano unodo di socializzare e vedere persino dei rampicanti avevano un' indole pacifica e amorevole. Ma non tutto si può risolvere così, anzi direi che con la gentilezza si spreca solo tempo. E noi abbiamo solo poche lune...
La sorpassai e riusci finalmente a intravedere il fitto del bosco. Le piante si estendevano per metri senza interruzioni ma a guardarle meglio quelle più folte si trovavano solo ai lati creando una sottospecie di sentiero che si apriva al di sopra.
Lily mi chiamava ma ero una persona piuttosto testarda perciò non la ascoltai iniziai ad arrampicarmi stando attento a non irritare troppo le piante, lo so potevo essere irrascibile e testardo ma ascoltavo volentieri i consigli, arrivando così alla cima dove le piante si alternavano alle chiome ben curate degli alberi. Da lì si riusciva ad osservare la grandezza del territorio era molto diverso da Cabira... Sembrava che l' intero territorio vivesse, le piante erano talmente rigogliose da fare invidia persino alle distese infinite dell' oceano. Singolarmente solo la boscaglia rappresentava un quarto dell' isola.
Un paesaggio mozzafiato ecco cosa significava distese di verde e di vita.
Solo dopo un pò mi ricordai del piano e del perchè mi trovavo lì, si certo il piano... Ingannare la fata... Ma per ora non mi interessa devo prima guadagnare la sua fiducia e ci riuscirò è una questione di vita o di morte e per quanto non voglia è necessario.
Mi calai attraverso un ranpino che piantai su una di quelle strane piante ranpicanti, sembrava ben saldo, fidandomi della stabilità con cui tutte le piante riuscivano a vivere ma senza fare i calcoli giusti e cadendo...
Caddi a terra e mi feci anche abbastanza male, ahi... Che male ... La spalla...
Riuscire a conquistare la fiducia della fatina, andata in fumo. Fare colpo su di lei, morto insieme alla mia speranza di sopravvire.
Ma che potevo fare? Andarmene? Rimanere? Oppormi? Dovevo fare scorrere il mio destino e solo così sarei riuscito ad andare avanti rispettando i piani.

Verso l'ignoto magicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora