4.Good luck, babe!

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NICHOLAS

«Non ti hanno insegnato a non uscire di notte, principessa?»

Alhena cerca di divincolarsi senza successo.

«Tu saresti, invece?» Mi puntano.

«Dovremo uccidere anche lui e se dicesse qualcosa?»Propone uno dei due.

«Anche?» Sputo.

«Non torcetele un capello»

Uno tira fuori un coltellino che punta alla gola della principessa.

Lei fa espressioni strane e con gli occhi cerca di farmi notare qualcosa.

«Cosa?» Mimo con le labbra.

«La spada» Risponde sempre col labiale, annoiata e preoccupata allo stesso tempo.

La afferro, attirando l'attenzione dei due delinquenti.

«Non mi piace ripetermi, ma se non sono stato chiaro, allora dovrò dirlo di nuovo:toglietele le mani di dosso»

«Siamo armati anche noi, cosa credi?»

Alhena, evidentemente stanca di questi giochetti, pesta il piede del ragazzo che la tiene  stretta a se facendolo saltellare.

Con una gomitata sul viso di lui, si libera.

«Corri!» Esclama.

E faccio come dice.

Cazzo, farei qualsiasi cosa mi chiedesse.

«La prossima volta ti salvo io» Dico, senza smettere di correre dopo aver visto che i due coglioni ci stanno ancora seguendo.

«Non ho bisogno di essere salvata, principe»

Ed è proprio questo che mi fa impazzire.

«Fanculo, ci rinuncio!» urla qualcuno in lontananza prima di lanciare il coltellino con cui minacciava Alhena, verso di me. Quest'ultimo si conficca proprio nella mia spalla.

«Cazzo!» Urlo.

«Nicholas!» Alhena si avventa su di me, mi prende il braccio e se lo metto intorno al collo, aiutandomi a camminare.

Arriviamo al castello, precisamente sotto la fune appesa alla finestra di camera sua.

«Devo medicarti» Afferma.

«Non ce n'è bisogno» La respingo.

«Hai un coltello piantato nella spalla, Nick»

«Sono contento che ti importi di me, ma attenta a non innamorarti» Sorrido ironicamente.

«Egocentrico bastardo» Sbuffa.

«Ora stai fermo, ok? Ti toglierò il coltello in modo indolore»

«Col cazzo!» Mi volto.

«Potresti smettere di fare il bambino?»

«Stai cercando di togliermi un coltello dalla spalla!»

«Ahia!» Strillo appena lo toglie senza preavviso.

«Adesso dobbiamo disinfettare la ferita, è molto profonda»

Senza aspettare il mio consenso procede e io la lascio fare perché, non so come, ma di lei mi fido.

I suoi occhioni azzurri rimangono fisso nei miei mentre mi sfila la camicia, come se guardarmi fosse un crimine che non poteva commettere.

«So che non è il giusto momento per dirtelo, ma non tornerò al regno della luna» Parlo.

Moonlight -eclissiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora