𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴄᴇɴᴇʀᴇ ᴇ sᴀɴɢᴜᴇ [Terzo Volume]

Capitolo 2

Ｊｅａｎｓｏｎ

Sicilia ➳ Palermo.
Zona Centro.

La leggenda narra dei sette sosia Medjay.

I Medjay erano storicamente originari dell'Antico Regno con il compito di proteggere il faraone e il suo popolo, ciò li portò a diventare le guardie personali e più fidate del faraone innalzando il loro status sociale. Vennero anche considerati come gli ultimi protettori degli dèi e del popolo egizio.

Durante la dinastia tolemaica i Medjay vennero sostituiti dai Phylakes, perdendo il loro status sociale e il loro compito principale: proteggere il faraone. I Medjay rimasti senza lavoro cominciarono a viaggiare per l'Egitto, dove si stanziarono nei piccoli villaggi ad aiutare la gente diventandone i guardiani.

Adesso i tempi sono cambiati, i faraoni non esistono più e i sette sosia Medjay proteggono le dame indifese o chiunque sia in pericolo.

Vengono riconosciuti tramite un simbolo, l'Occhio di Ra. Chi nasce con questo marchio è un Medjay.

Mi sistemo la camicia bianca, mentre mi guardo allo specchio. Occhi spenti, difficili da leggere. Abbasso il capo, aggiustandomi le maniche e la rosa blu sul bicchiere lungo attira la mia attenzione.

La rosa blu non si trova in natura perché questi fiori non possiedono il gene in grado di produrre questo colore. In realtà trovare una rosa blu in natura non è impossibile: quelle che si vedono non sono di per sé blu ma sono rose bianche che stanno morendo.

Un po' come me. Questo fiore mi rispecchia perché simboleggia il mistero, l'impossibile o l'irraggiungibile.

In molti tentano di capirmi, non ci riescono perché io non glielo permetto. Rimango rigido e freddo anche davanti ad una bella donna. L'ultima è uscita di scena qualche settimana fa. Ginevra.

Voleva che vivessimo insieme, che fossi più dolce e attento ai dettagli. Essendo del segno della vergine noto ogni minimo particolare. Ginevra pretendeva troppo da me. Io non amo condividere i miei spazi. Anche se ho una villa attaccata a quella di mia madre, amo comunque stare per conto mio.

Non mi piacciono gli abbracci e le effusioni in pubblico. Sono riservato. L'unica che si prende sempre tanta confidenza, senza chiedere, è Kathlyn.

Dal letto raccolgo la fondina ascellare e la indosso per poi mettermi la giacca nera. Esco dalla mia camera e mi dirigo fuori casa, direttamente in veranda. È bella spaziosa dotata di una cucina con bancone, dei tavoli e il divano dove ogni sera ammiro il giardino immenso che abbiamo.

Do un'occhiata al mio animale domestico. Un ghepardo. È a terra che si lecca il manto.

«Blume.» la chiamo e mi avvicino, piegandomi alla sua altezza. Le sfioro la testa, facendole dei grattini. È l'unica che riesce a ricevere il mio amore, con il resto del mondo sono il solito Jeanson Sinclair Riviera che tutti odiano.