3: 𝒰𝓃 𝒾𝓃𝓊𝓉𝒾𝓁𝑒 𝒻𝓇𝓊𝓉𝓉𝑜 𝒹𝑒𝓁 𝒹𝓇𝒶𝑔𝑜 𝑒 𝓂𝒾𝓉𝒾 𝒹𝒾 𝓈𝑒𝓇𝒶 - 𝐿𝑒𝓃𝑜𝓇𝒶 𝒟𝓇ö𝓉𝓉𝓃𝒾𝓃𝑔𝓊

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-A cosa pensi?--Al fatto che solo due cose sono infinite--Eh? Di che parli?--Dell'universo e della stupidità umana

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-A cosa pensi?-
-Al fatto che solo due cose sono infinite-
-Eh? Di che parli?-
-Dell'universo e della stupidità umana.-
-Davvero?-
- In realtà avrei da ridire sulla prima -

E così, con la velocità con cui erano saliti su quella nave pochi giorni prima, sono stati costretti a scendere.

Lenora aveva già sentito parlare di Bersen.
Era un paesino tra i Monti Tamari, vicino alle miniere di quarzo e zaffiro.

Appena arrivati, la sensazione di casa scalda l'elfa. Deve essere il suo giorno fortunato, perchè un drago di luce vola proprio sopra di loro, maestoso ed elegante.
Lenora si perde a guardarlo mentre Eldariel le arriva li vicino.
È il solo, per il momento, di cui Lenora apprezza la compagnia.

"È bellissimo" "Già..."
"Ne hai mai visto uno da vicino?" "Oh no, sono sempre stato insieme agli gnomi, li vedevo sempre e solo da lontano"
"Ti capisco, nel senso di vederli da lontano, ecco. Il mio maestro li ha cavalcati, o almeno così si dice, vorrei essere come lui"
"Ce la farai" Eldariel da una pacca sulla spalla a Lenora che al tocco si irrigidisce immediatamente.

"È ora di andare" dice solo, poi inizia a camminare verso avanti, lasciando Eldariel confuso.

Il villaggio è più grande del previsto, è mattina presto e, secondo il pensiero comune, non avrebbe senso fermarsi per la notte.
È un gruppo di ragazzi strani, non stupidi.

Secondo ciò detto da Ness e Lazarus, la scelta migliore sarebbe trovare un trasporto, dei cavalli andrebbero bene, probabilmente.
Senza contare che grazie a Soletta, il lupo deia di Eryn, e Lisya ne serviranno due in meno.
Il lupo non sembra molto il forma ma data la grandezza dello gnomo dovrebbe comunque andare.
Inoltre, notizia del giorno, il TicTuc di Morgan riesce a ingigantirsi e rimpicciolirsi a piacimento.

Il problema ora è uno.
"Esattamente dove li troviamo questi cavalli?"
"Erren sei tu che vieni da Fle, non noi" lo rimbecca Eleonore.
"Oh, giusto. Beh solitamente noi li teniamo nelle stalle"
Inutile dire che molte persone si sbattono la mano in faccia.

Poi BOOM.
E dico davvero, era un fortissimo 'BOOM' e al seguito il famoso grido "AL LADRO".

Ok, Lenora, sei a Fle. Giochi in casa, magari se lo fermi la notizia arriverà anche al Maestro.
PERCHÈ DIAMINE ANCORA NON TI SEI MOSSA? FORZA!

E così, Lenora si mette ad inseguire il ladro.
Lo vede, è davanti a lei.
Tra l'altro deve essere uno stupido e inesperto, non si è nemmeno coperto la faccia.
Capelli nero tinti di verde, pelle pallida, occhiali e vestiti sporchi.

E Lenora corre, corre tantissimo, eppure, quando sente di averlo in trappola "poof" il ladro è scomparso.
Il ronzio di un insetto la distrae momentaneamente.
Eppure aveva girato qui, in questo vicolo cieco.
A terra, solo alcuni degli stracci sporchi che indossava.
Il muro è troppo alto perchè possa scavalcarlo in così poco tempo ma Lenora è certa che il ladro avesse girato qui.

𝕮'𝖊𝖗𝖆 𝖑𝖆 𝖕𝖆𝖈𝖊, 𝖚𝖓𝖆 𝖛𝖔𝖑𝖙𝖆, 𝖆 𝕸𝖊𝖓𝖎𝖊 - Storia a OcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora