Capitolo 6: Sri Lanka (Prima Parte)

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Partenza


«Viaggiatori di Pechino Express, benvenuti in Sri Lanka»

Quel cerchio che prima era ampio, ora si sta stringendo.

Questa è la prima cosa che Manuel, con la mano intrecciata a quella di Simone, nota.

Mancano soltanto due tappe al termine ed è solo ora che sta iniziando ad apprezzare questa avventura.

È, forse, perché ora si sente più libero, perché sa di poter essere - entro un certo limite - sé stesso, oppure è la paura di tutto ciò che dovrà affrontare una volta che avrà rimesso piede a Roma a fargli apprezzare ciò che sta vivendo.

Ma tant'è.

Nel momento in cui - per la sesta volta - si trova davanti al conduttore, Manuel si trova a pensare che vorrebbe che quel momento non finisse mai.

Ma anche in quel frangente, come spesso è accaduto durante questo percorso, è la voce del conduttore ad interrompere pensieri e speranze di Manuel e a costringerlo a tornare alla realtà.

«Simone e Manuel, siete i vincitori della quinta puntata, tocca a voi, quindi, assegnare il malus che prevede un ritardo di quindici minuti alla partenza di questa sesta tappa»

Un sorriso spontaneo si allarga sul viso di Simone.

Non vedeva l'ora che gli venisse posta quella domanda, ché ha così tante cose da dire, così tanti sassolini dalle scarpe da togliersi che quello non è che l'inizio.

«Abbiamo deciso di assegnare il malus alla coppia degli Ex. E, immagino vogliate sapere il motivo» dice, senza neanche attendere la consueta domanda del presentatore «Bene, il motivo è che dopo aver trascorso un'intera giornata in coppia con Nina, ho avuto, ancor di più, la certezza che il suo obiettivo non è mai stato quello di competere, di giocare. Nina ha accettato di venire qui soltanto per continuare il suo gioco al massacro nei confronti di Manuel»

Nina non reagisce.

Punta - come al suo solito - lo sguardo su Manuel, il quale però, è intento a guardare Simone.

Che cazzo hai fatto?, vorrebbe chiedergli.

Perché Manuel non vuole che Simone si esponga così tanto per difenderlo.

Ma hanno già affrontato quel discorso mentre erano seduti nella macchina verso il Tempio del Dragone e sa quanto sia difficile - ai limiti dell'impossibile - far cambiare idea a Simone.

E, quindi, tace.

Tace, lasciando che un lieve senso di colpa gli pervada il petto.

Tace, mentre un'altra voce si propaga nell'aria.

«Avete messo in piedi questa guerra fra voi e io sono l'unico che ci ha rimesso»

È Mimmo a parlare, e a Manuel quasi viene da ridere.

Non lo sopporta.

Non lo ha mai fatto, in realtà.

Ha sempre pensato che la sua relazione con Simone non fosse altro che un modo semplice e veloce per fare carriera, ma non ha mai osato mettersi in mezzo né, tantomeno, parlarne con Simone.

Ché alla fine, cosa ne sapeva lui di relazioni in cui ci si amava davvero?

Anzi, una volta, forse, gli è anche capitato di invidiare Simone per quell'amore che aveva.

Sedici mesi prima

«Scusa Manu, ma io ora devo andare. Tra meno di due ore devo essere sotto casa di Mimmo»
«Seh, nun te preoccupa'. Anzi, scusame te»
«Ma di cosa, Manuel?»
«Niente, è che me scordo sempre che alla fine so' io quello che s'è lasciato e te costringo a sta' qua perché io nun c'ho voglia de usci', nun c'ho voglia de fa' 'n cazzo, e-»
«Non è una costrizione. E sarei rimasto volentieri tutto il giorno, ma con Mimmo abbiamo organizzato un weekend in Costiera, perciò devo andare. Ma ci sentiamo, mica ti liberi di me»

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