𝐈𝐈𝐈

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grazie a tutti per il supporto 🫶🏼🫶🏼!! volevo solo dire che nel caso i capitoli vi sembrino troppo lenti di dirmelo, scusate in anticipo

˗ˋ ୨୧ ˊ˗
erano ormai passati 3 giorni dal mio incontro con mark, l'agente immobiliare.
avevo visitato l'appartamento e non era affatto male, nonostante fosse decisamente più piccolo di quello dei fratelli.
il costo non era nemmeno troppo eccessivo e probabilmente con qualche sforzo in più sarei riuscita a permettermelo in un mesetto.
bill era sempre molto gentile e disponibile, mi aveva proposto di pagare per tasca sua il resto della spesa ma il mio lato orgoglioso non glielo avrebbe mai permesso.
così provai a conciliare la scuola con il lavoro, infatti ero riuscita a trovare un incarico come barista in un locale lì vicino, ci lavoravo un paio di ore al giorno, sebbene ciò i compiti e lo studio non mi pesavano per niente, inoltre riuscivo a guadagnare 300€ a settimana, buonissimo.

un sabato però, per colpa di un collega mi ritrovai a dover fare un turno di sera, ero stanca, ma comunque accettai perché sapevo mi avrebbero pagata di più.
avevo appena finito di servire un tavolo ed ero seduta al bancone, all'improvviso sentii la tasca del pantalone vibrare e capii che qualcuno mi stava telefonando, uscii il cellulare dalla tasca,
era bill.
«si? dimmi» risposi
«hey jane! sto venendo da te con tom e la sua ragazza, va bene?»
«...ragazza? è fidanzato?» risi nervosamente
« penso di sì, perché?
«nah, niente, nulla...mh si certo potete venire»
«bene! stiamo arrivando»
poi riattaccò.

sbuffai. quello si era veramente trovato una ragazza? scommettevo sicuramente fosse ally.
e non capivo nemmeno perché mi interessasse così tanto, insomma cazzi suoi,
contento lui.
«bah...»
non passò molto prima che sentii la porta spalancarsi e i tre entrare, eccola lì,
ally proprio come avevo previsto, che teneva la mano di tom.
lui aveva uno stupido sorrisetto stampato sulle labbra che mi faceva salire i nervi.
mi pulii velocemente le mani sulla divisa e poi li andai incontro «hey...» dissi squadrando la biondina.
i ragazzi mi salutarono
«allora? come va?» domandò bill,
«bene, dai» alzai le spalle per poi voltarmi e accompagnarli al loro tavolo.
«vi va bene questo?»
«ci accontenteremo» mi prese in giro tom e io feci una smorfia,
«beh, che volete ordinare?» chiesi incrociando le braccia una volta che si erano seduti.
«una coca» fece il rasta seguito da ally che chiese lo stesso, «per me una lemon soda» disse bill.
«okay, arrivo subito» annuii prima di andarmene.

la serata scorreva, lenta ma scorreva, il locale si affollò e non facevo altro che girare da una parte all'altra con vassoi e bibite in mano. non ebbi il tempo di tener d'occhio i due 'amanti' , ma per le poche volte che passavo dal loro tavolo quella ally non faceva altro che lanciarmi occhiatacce e sguardi disgustati.
avrei veramente tanto voluto prenderla a schiaffi ed urlarle contro, però dovevo rimanere calma o addio lavoro.
verso le 23 il mio turno era per fortuna finito e come stabilito con bill poco prima ci incontrammo tutti e quattro fuori il bar.

«tom mi accompagni a casa ora?» si lamentò ally, lui che era appoggiato al muretto a fumare la guardò male «scusa non puoi tornare da sola?»
«da sola? a quest'ora?» mise il broncio.
ero a tanto cosi da tirarle un pugno, «tranquilla che non ti stuprano» mi intromisi.
«jane...» mi fermò bill, non in vena di scenate adesso.
avrei dovuto contenermi aveva ragione, non potevo comportarmi come se fossi gelosa, non davanti a tom. e poi non ero gelosa.
perché dovevo? lui non mi interessava affatto.
«ti accompagno okay, non fare la cazzo di bambina... » sbuffò tom che controvoglia la raggiunse e le mise un braccio intorno al collo,
sembrava quasi si vergognasse.
«bill ci vediamo a casa» mormorò prima di andarsene con la bionda.
«immagino tu abbia passato una serata di merda» mi misi a chiacchierare con bill mentre
passeggiavamo,
«è stato noioso. anzi ally è noiosa»
«ah si? e perché?»
«è strana, una noia mortale. poi parla solo o di gossip o shopping»
«mi spiace per te» gli misi una mano sulla spalla e lui rise «tutto per mio fratello»

si era fatto tardi ed ero stesa sul divano di casa kaulitz, cercando di dormire. bill era chiuso in camera sua da un pezzo e probabilmente era già all'ottavo sonno.
mi stavo rigirando nel sofà per trovare una posizione comoda quando udii la porta d'ingresso aprirsi, all'inizio ero confusa ma poi mi ricordai di tom.
infatti lo vidi poco dopo arrivare, la sua figura alta spiccava nel buio del soggiorno.
«alla buon'ora» mormorai insonnolita,
«non sei mica mia madre» controbatté con il solito tono strafottente.
mi sedetti per ammirarlo meglio, o almeno per quel che potevo «non ho mai detto questo»
«bene, ciao» si voltò «aspetta un attimo dai»
mi affrettai a dire, anche se apparivo una disperata.
«che c'è?»
«da quanto siete fidanzati?»
«ma perché cazzo ti interessa cosi tanto?»
dio non lo sapevo nemmeno io...
«non mi interessa mica sono solo curiosa!»
sospirò e mi rispose «da ieri»
«ieri? al massimo fino a ieri la chiamavi ritardata»
«porca puttana jane ma che vuoi da me! lasciami in pace! non sono affari tuoi questi»
e se ne andò
«sei fottutamente antipatico! ed ho ragione io!» esclamai per farmi sentire, quel ragazzo mi faceva infuriare come non mai.
e poi non avevo nessuna colpa, avevo ragione,
non capivo perché si scaldasse così tanto.
si vedeva lontano un miglio che non gli interessasse di ally,
o forse ero io che ci speravo un pochino.

quando mi svegliai il giorno dopo era quasi mezzogiorno, fortunatamente era domenica,
ancora rintronata mi diressi in bagno a darmi una sistemata e poi in cucina, sempre sbadigliando.
anche tom sembrava essersi svegliato da poco, era seduto al tavolo con in mano una tazzina di caffè e il pigiama.
io non dissi nulla, non lo salutai soprattutto non dopo ieri sera.
«scusa» bisbigliò di punto in bianco,
«eh?»
«ho detto scusa»
chiusi il frigo e mi girai, incontrando il suo sguardo.
«sei odioso»
«almeno io ti ho chiesto scusa, e anche tu lo sei»
«bene allora scusa tom se ti ho fatto incazzare per una domandina» mi sedetti di fronte a lui a sorseggiare il tè.
«non mi hai fatto incazzare ero già incazzato per fatti miei»
«beh cazzo cambia tutto allora» risposi ironicamente
«che c'è non accetti le mie scuse?»
«mi accontenterò...» lo presi in giro dandogli la stessa risposta che mi aveva dato lui ieri sera e poi bevvi un altro sorso.

𝐒𝐓𝐀𝐘; tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora