𝐈𝐕

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˗ˋ ୨୧ ˊ˗
ero seduta su una delle poltrone del soggiorno a guardare un film con bill, all'improvviso sentimmo una porta sbattere e tom farsi strada nella stanza.
«non ci posso credere porca troia!!»
esclamò con aria incazzata,
subito notai bill preoccuparsi «cosa, che succede?» si alzò per andargli incontro.
«ally»
io cercai di camuffare una risata e dissi «ally cosa? ti ha lasciato?»
lui mi fulminò con lo sguardo «sta zitta»
alzai le mani in segno di difesa e tornai a seguire la tv.
«serio ti ha lasciato?» chiese bill
«si, ha detto che aveva 'bisogno di tempo'...
una cazzata del genere» farfugliava con un tono più triste.
«tom calmati. non ti meritava comunque, e poi sai che a me non è mai piaciuta» provava a consolarlo bill «che stronza, lasciala perdere dai»
«si tom lascia perdere» ridacchiai io,
divertita dall'intera situazione. «insomma siete durati una settimana»
«jane sta zitta!» esclamò di nuovo e finalmente
decisi di rimanere in silenzio al mio posto,
bill però mi diede ragione continuando a comportarsi in maniera più garbata.
«e dov'eri adesso?» domandò quest'ultimo
«a casa sua! stavamo per scopare quando me l'ha detto» sbuffò il rasta lasciandosi cadere a peso morto sul sofà.
mi morsi il labbro per cercare di non scoppiare in una risata e chiusi gli occhi.
«dai tom era proprio una bastarda lasciala stare» sospirò il gemello
«tanto ne troverai una entro venerd-»
«jane» questa volta fu bill a fermarmi prima che potessi far nascere un litigio.
anche se non ero stata un amante della loro ex relazione un po' mi dispiaceva per tom, mi faceva quasi tenerezza.

i gemelli avevano preso a parlare e io non sapendo cosa fare mi misi a scorrere tra i canali in cerca di qualcosa per passare il tempo anche se mi stavo annoiando come non mai,
poco dopo il campanello suonò e bill si affrettò per andare ad aprire, rivelando gustav e georg.
non sapevo perché fossero lì.
i ragazzi mi salutarono e io -che ormai ci avevo fatto amicizia- ricambiai,
poi li vidi dirigersi tutti e quattro verso l'uscita
ma non dissi altro
«vuoi venire?» chiese all'ultimo gustav,
«che dovete fare?»
«suonare, per le prove» mi informò georg seguito da bill «non siamo male, se vuoi sentirci».
in silenzio li seguii fuori l'appartamento e mi accorsi che avevano un garage, pure bello grande.
«e questo?»
«tecnicamente non è nostro, ce l'ha regalato il vicino» disse tom aprendo la serranda
«ma...che? come?»
«siamo proprio pieni di sorprese, no?» mi fece l'occhiolino e io sbuffai.

il gruppo sistemò l'intera apparecchiatura, mentre tom e georg accordavano le chitarre bill scaldava la voce e gustav riguardava li spartiti.
quando erano finalmente pronti iniziai ad ascoltarli con le braccia incrociate.
mi pare che la canzone che stessero provando fosse 'rette mich' ed effettivamente erano molto bravi,
prima d'ora li avevo sentiti esibirsi solo una volta, mi pare ad ottobre, in un locale country.
ci ero andata con una mia compagna di classe che aveva un enorme cotta per bill.

«da quanto suonate?» chiesi meravigliata quando finirono,
«ormai saranno tipo 4 anni» disse georg
tom annuì e posò la gibson nella custodia «si beh loro non sono un granché, modestamente sono il migliore» rise, da solo.
«sta zitto tu! se non fosse per me questa band nemmeno esisterebbe» bill lo schiaffeggiò scherzosamente sulla spalla,
«la voce di bill è difficile da sostituire» concordò gustav giocherellando con le bacchette.
«siete bravi» ammisi con una scrollata di spalle
«si lo sapp-»
«grazie!» sorrise il corvino

erano passate un paio d'ore e la band continuò a provare, io nel frattempo mi ero preparata la cena e poi approfittai della casa libera per esplorarla, in effetti non l'avevo mai vista tutta.
la prima cosa che mi venne in mente fu salire al piano di sopra e ispezionare le camere dei gemelli, soprattutto quella di tom, che mi incuriosiva parecchio.
la sua camera non era molto spaziosa ma accogliente, il letto naturalmente era uno matrimoniale. subito notai una harley benton nera appesa al muro, ed alcune custodie di chitarra sparse sul pavimento.
si era fatta quasi mezzanotte quando sentii il rumore degli strumenti cessare e poco dopo qualcuno spalancare la porta,
«ma che caz- esci!» l'urlo di tom mi fece balzare in aria, mi voltai ad occhi spalancati
«mi hai spaventata!»
«e tu mi hai spaventato!»
«che ci fai qui?»
«tu che ci fai qui? questa è la mia camera se non te n'eri accorta»
«io...io stavo solo guardando»
«ah si? non è che mi stavi aspettando?»
«che schifo!»
corsi fuori e scesi le scale.
avevo letteralmente il fiatone, non potevo crederci. riuscivo sempre a ridicolizzarmi davanti a tom! non ne combinavo una giusta.
chissà cosa avrà pensato quell'idiota, probabilmente si sarà montato la testa.
«jane se mi hai rotto qualcosa ti ammazzo!»
vociò prima di scendere le scale
e trovarmi in piedi vicino al divano
«vedi che non ho toccato nulla, ew»
risposi.
il suo sguardo fisso sul mio mi provocava un disagio enorme, mi metteva in soggezione e non capivo se mi piacesse o meno...
«perché eri lì?»
«ti ho detto che stavo solo guardando!»
lui sospirò spazientito «quindi ti piacerebbe se entrassi in camera tua senza permesso?»
volevo fare la dura ma davanti a lui in quel momento non ci riuscivo affatto, «sei troppo permaloso» mormorai
«fidati, pure tu»

stavo per controbattere quando i tre ci fermarono «noi andiamo!»
«si ci sentiamo domani per le prove!»
«tom vieni!»
il rasta mi squadrò un'ultima volta e fece un mezzo sorrisetto prima di andarsene.
sbuffai, mi maledii internamente per essermi comportata così debolmente, come se lui avesse un effetto su di me.
lui pensava veramente di potermi avere avvolta intorno alle sue dita come una bambolina ,
che fallito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 24 ⏰

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𝐒𝐓𝐀𝐘; tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora