Capitolo 3

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"Hey, non eri uscita con una camicia e dei pantaloni neri?" mi chiese Elysa appena entrai dalla porta dell'appartamento. Il suo sguardo curioso mi colse al volo, mentre io sbuffavo, già esausta.

"Guarda, lasciamo stare," risposi con un tono stanco, mentre appoggiavo la borsa sul tavolino in mezzo ai divani e mi lasciavo cadere pesantemente su uno di essi. "È stata una giornata alquanto stressante."

Elysa, che fino a quel momento era seduta vicino al balcone, immersa nella lettura di un libro, chiuse delicatamente il volume e si spostò sul divano singolo di fronte a me. Mi guardò con attenzione, sollevando un sopracciglio, un chiaro segnale che voleva sapere cosa fosse accaduto.

Con un sospiro, iniziai a raccontare la mia giornata. Le parlai della mattinata iniziata con Carlo e del nostro consueto scambio di battute nella pasticceria. Poi passai a descrivere il ritardo di Lucia e la sua richiesta dell'ultimo minuto, che aveva già iniziato a scombussolare la mia routine. Infine, le raccontai dell'incontro sfortunato con l'uomo misterioso, di come il caffè mi fosse finito addosso, costringendomi a cambiare l'outfit.

Elysa ascoltava attentamente, annuendo di tanto in tanto, con quel suo modo calmo e raccolto che spesso invidiavo. Quando arrivai alla parte dei tulipani e del bigliettino, vidi che i suoi occhi si spalancarono leggermente, un raro segno di sorpresa da parte sua.

"Quindi, questo sconosciuto ti ha mandato dei fiori per scusarsi?" chiese, cercando di trattenere un sorriso.

"Sì, ed è stato davvero strano," dissi, incrociando le braccia. "Non so cosa pensare. Da un lato è un gesto carino, dall'altro mi sembra tutto così... inaspettato."

Elysa inclinò la testa, riflettendo. "Magari non è poi così male. Potrebbe essere un'opportunità per conoscere qualcuno di nuovo. Oppure, semplicemente, qualcuno che ha voluto farsi perdonare. In entrambi i casi, non mi sembra un segnale negativo."

La sua voce calma e razionale mi aiutò a vedere la situazione da una prospettiva diversa. "Forse hai ragione," ammisi, rilassandomi un po'. "Ma non posso fare a meno di chiedermi chi sia veramente questo 'cavaliere' e cosa lo abbia spinto a mandarmi quei fiori."

"Potresti scoprirlo solo se deciderai di indagare un po'," suggerì Elysa, con un leggero sorriso che rivelava la sua curiosità nascosta.

La guardai e poi mi lasciai scivolare un po' più in basso sul divano, pensierosa. La giornata era stata piena di sorprese, e l'idea di scoprire chi si celasse dietro quel gesto iniziava a stuzzicarmi. Ma, per ora, avevo solo bisogno di un po' di riposo e di lasciar sedimentare tutto quello che era accaduto.

"Per oggi, credo che mi accontenterò di rilassarmi qui," dissi con un mezzo sorriso. "Domani vedremo cosa succede."

Elysa annuì.

"E invece tu, cosa mi dici di bello?" chiesi ad Elysa, chiudendo gli occhi e godendomi finalmente un momento di calma. Mentre parlavo, sentii un muso morbido accarezzarmi il viso. Aprii un occhio e vidi Helf, il nostro fedele cane, che mi fissava con affetto. Sorrisi, accarezzandogli la testa. Quasi mi dimenticavo di lui, con tutta la confusione della giornata.

"Nulla di particolare," rispose Elysa, con il suo solito tono tranquillo. "Ma ho sentito una cosa interessante oggi in ufficio. Pare che Riccardo voglia avviare una collaborazione con una delle maggiori aziende di consulenza economica del paese, la Global Finance Partners. Sai, quella che gestisce grandi progetti di sviluppo economico e offre consulenze strategiche a governi e multinazionali."

Aprii gli occhi e la guardai, incuriosita. "Davvero? Quindi si tratta di qualcosa di grosso?"

Elysa annuì. "Sì, sembra che stiano cercando di entrare in un nuovo mercato internazionale. Se la collaborazione va in porto, potrebbe essere un'opportunità enorme per noi. Riccardo sta pensando di espandere la nostra presenza nel settore finanziario, e una partnership con un'azienda come la Global Finance Partners sarebbe un passo importante in quella direzione."

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