Hic et Nunc

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Simone's pov

"Allora ragazzi, tra venti minuti siete dentro"

sentiamo una voce avvertirci mentre ci prepariamo psicologicamente all'ultima data dello spettacolo, con il cuore pesante ed una forte paura al suo interno. Non importa quanta adrenalina abbiamo nel corpo, quanta consapevolezza di noi stessi siamo riusciti ad acquisire dopo mesi e mesi di spettacolo, le ultime date sono sempre le più difficili e trasmettono quella amara sensazione di dover lasciare tutto, almeno per un po'.

Sento Dadda emettere un verso frustrato, con lo sguardo rivolto allo specchio e la camicia che gli fascia le braccia muscolose, come se gli fosse disegnata a pennello. Riccardo è in bagno, probabilmente a smaltire l'ansia o a telefono con Jasmine, per trovare più coraggio.

Mi avvicino a lui da dietro, in modo che possa guardarlo dal riflesso, e poggio le mani sulle sue spalle, appiattendo con i polpastrelli le maniche del completo che indossa.

"Sei bellissimo" gli mormoro. Non è raro che mi conceda a questi complimenti con il mio migliore amico, perché è semplicemente oggettivo, ma questa sera è diverso e non posso fingere che sia tutto come prima, che non sia scosso da quello charme adonico che si porta dietro ogni volta che semplicemente appare ai miei occhi.

Non lo so da quando il mio 'è bellissimo, vorrei essere come lui' si sia trasformato in un 'vorrei stare con lui', ma è un sentimento che ho imparato ad accudire con il tempo. Daniel non sarà mai solo un semplice amico e non rinuncerei mai a ricordargli quanto sia perfetto, anche se non pensa la stessa cosa di me.

Lo sguardo che mi lancia è strano, ma si scioglie subito in un sorriso accennato. Si aggiusta con una mano i capelli e si volta verso il mio viso, in modo che i nostri occhi si scontrino. "Ho paura porco diaz."

"Devi fare quello che sai fare meglio, Daddetton."

"Ballare Micheal Jackson?" mormora, in un chiaro tentativo di smorzare la tensione.

Una risata scappa dalle mie labbra e gli prendo le braccia tra le mani, per fare precisamente non so cosa, forse per sentirlo solo più concretamente, ad un palmo da me. Quando mi rendo conto della situazione in cui siamo è troppo tardi, i nostri volti sono vicini e percepisco nei suoi occhi uno sfavillo di paura, come stesse tremando dall'interno.

"Andrà tutto bene, Daniel" glielo sussurro dolcemente. Lui in risposta annuisce e si avvicina così tanto che posso sentire il suo odore fino alle narici: non mi dirà mai qual è il suo profumo, perché ci tiene al fatto che rimanga singolare, ma ormai anche io so un po' di lui.

Non ci siamo ancora staccati quando sentiamo lo sciacquone e Riccardo uscire dal bagno, scrutandoci un secondo. Nelle sue pupille sembra esserci una consapevolezza nuova, ma capisco dalla sua espressione che non ce ne parlerà, che ci lascerà scoprire tutto da soli.

"Mi sono perso qualcosa?" chiede comunque guardandoci torvo, ma scuotiamo il capo allontanandoci di botto. Percepisco che per Dadda sia stato difficile quasi quanto lo è stato per me, e ciò mi scalda il cuore per tutta la durata della serata.

Daniel's pov

Lo spettacolo procede come ogni volta, facendo sì che l'ansia diminuisca pian piano che facciamo battute ed interagiamo con il pubblico. Noto come ognuno di noi, stasera, stia cercando di scacciare via la malinconia di dover dire addio a tutto questo per un po' di tempo, e per questo siamo più rumorosi che mai.

Copriamo i rumori che abbiamo dentro con quelli fuori, me l'hanno insegnato i miei amici. A volte è più facile affrontare qualcosa, se so che posso essere me stesso liberamente. Con loro è sempre così.

Siamo ancora a metà scena quando Simo urla una battuta che ci fa piegare dal ridere, causando un boato immenso. Lui è sempre così, spontaneo e invadente nel migliore dei modi possibili. Nel mio cuore si è infilato con forza, ha trovato una minuscola crepa che ha riempito con il suono della sua voce e ad un tratto per me ha iniziato ad esistere solo lui.

Hic et Nunc | Dadda x Awed Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora