1 year later

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Ci tengo a specificare che il Simone e il Daniel di questa one shot sono gli stessi di quelli nel capitolo precedente, quindi si può considerare un continuo. Ho scelto di proseguire così perché non sono brava a scrivere storie lineari da tanti capitoli ma voglio comunque dare più backstory alla loro relazione, quindi se vi siete un po' affezionati e volete che io scriva qualcosa in particolare della loro vita ditemelo e cercherò di accontentarvi. (evitiamo i matrimoni e le adozioni, perché non sono brava a scriverle). Se vi è piaciuta questa storia mettete una stellina, vi voglio tanto bene <3

ps: questa one shot va al mio amichetto rocky_space che mi ha invogliato a scriverla, anche se ci ho messo i secoli a finirla :')

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Dadda's pov

"Tu sei proprio sicuro di sapere dove stiamo andando?" mi chiede Simone, seduto sul posto accanto al mio mentre sono alla guida. È impaziente, riesco a capirlo da come non smette di fare domande e sbatte i piedi con regolarità, per nascondere il briciolo di ansia che gli attanaglia il petto.

Sono riuscito a capire molte cose, in un anno con lui. So decifrare qualsiasi suo cambio di espressione, so cosa vuole o cosa sente semplicemente dal suo sguardo, ma non è solo questo: è come se tutte quelle parti di me che erano all'oscuro fossero illuminate dalla sua presenza.

Mia madre, quando gliel'ho presentato ufficialmente come il mio ragazzo, mi ha detto che con lui sono cambiato in meglio, ed ora i miei occhi risplendono come non hanno mai fatto. È stata una cosa carina da dire, tanto che lui è arrossito balbettando qualcosa che non ricordo, ma non concordo comunque con lei.

Simone non mi ha reso una persona diversa, e neanche ha mai provato a smussare tutti i miei lati più ruvidi nel tentativo di rendere piacevoli anche i momenti più bui. Li ha invece accolti come si raccoglie un fiore e li ha amati senza chiedere nulla in cambio, per poi insegnarmi come fare.

Ora grazie a Simone ho imparato ad apprezzare quello che davvero sono e, anche se a volte ho molte paranoie, mi basta guardarlo un secondo in più per capire che tutto andrà per il verso giusto.

"Simo, perché hai tutta questa ansia?" lo guardo per un secondo mentre lui sembra rimuginare su qualcosa. Non lo forzo a parlare, perché tanto so che me lo dirà con i suoi tempi, ma poggio comunque la mano sulla sua gamba.

Simone fa un piccolo sospiro, incastrando le sue dita tra le mie. Ormai siamo arrivati nel punto in cui dobbiamo lasciare la macchina per poi proseguire a piedi, quindi mi accosto alla strada e alzo il freno a mano.

Ora che non ho più le mani impegnate, mi giro verso di lui e gli prendo il volto tra le dita.

"È che mi sono impegnato tanto per prepararmi ma sembro un completo idiota e mi vergogno. Invece tu..."

C'è anche questo di Simone, come sia incredibilmente fragile sotto i chili di ironia che erge tra lui e il mondo, sempre a un passo dallo spezzarsi ma così coraggioso da evitarlo ogni volta.

Non posso sopportarlo e mi verrebbe da gridare per fargli capire quanto perfetto lui sia, ma so che non posso. Non è quello di cui ha bisogno, quindi mi mordo la lingua per evitare di scoppiare. Gli passo piano il pollice sulle labbra, in un gesto che so lo rilassi.

"Simo, sei perfetto" non gli do neanche il tempo di controbattere che continuo "sei bellissimo sempre, anche quando non ti impegni per esserlo, ma il fatto che tu ti sia concentrato tanto per me e per noi ti rende magnifico ai miei occhi. Non posso chiedere di meglio, non ho intenzione di vergognarmi per la cosa più bella che ho e non dovresti farlo neanche tu."

Hic et Nunc | Dadda x Awed Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora