All'aeroporto John Lennon di Liverpool quel mercoledì mattina di Dicembre c'erano poche persone, si percepiva una strana calma a dispetto della frenesia quotidiana inglese. Il ticchettio leggero della pioggia che batteva sui finestroni scandiva il tempo con uno scorrere lento, quasi surreale.
Sistemai le AirPods e abbassai lo sguardo sullo schermo del cellulare, scorrendo con l'indice fra le tante canzoni che offriva la mia ''Komorebi'', fino a soffermarmi su una in particolare.
Era una di quelle che avevo preso in ''prestito'' dalla tua playlist.
Ricordo quando, al nostro primo caffè, ebbi la faccia tosta di chiederti di ascoltare la tua con la scusa di voler "espandere il mio universo musicale". Tu sorridesti divertita a quella affermazione ma cedesti alla richiesta. Per me fu una grande prima vittoria.Le note di Oceans Away degli Arizona iniziarono a suonare nelle cuffie, coprendo tutti i rumori che mi avvolgevano poco prima. Sparì quel ticchettio della pioggia sui finestroni e poco dopo anche la voce di un uomo sulla sessantina che parlava al telefono di un volo in ritardo.
Con lo sguardo accompagnai un altro aereo che si stava alzando in volo e, guardando la lista dei successivi, mi resi conto che mancava poco alla mia partenza. Tornare in Italia dopo sei anni non era mai stato fra i miei piani eppure ero lì, nuovamente in balia degli eventi.Ci siamo salutati con poche parole, separare un amore così è come strappare le pagine di un libro o un fiore che cresce nei campi.
<< Salutami tua mamma Rebecca e Sole >> mi avevi detto con voce spezzata, ributtando dentro ogni lacrima che traboccava dai tuoi occhi azzurri come il Mersey. Avrei voluto strapparti agli studi di medicina e a quella vita per portarti con me. So che mi avresti detto di sì ma non me lo sarei mai perdonato.
<< lo farò, Arizona. >> Avevo iniziato a chiamarla così dopo che mi fece conoscere quel gruppo musicale, a lei piaceva tremendamente e anche a me, soprattutto dopo averle detto che un giorno l'avrei portata lì. Mi abbracciò prima di scoppiare a piangere
<< mi mancherai.. Rain. >>
La strinsi a me sperando di congelare quel momento, l'amore della mia vita era proprio lì, fra le mie braccia, eppure ci stavamo salutando per sempre. Lei futuro medico inglese, io con tante incognite sul passato che tornava a farmi visita dall'Italia.
Il suo profumo di pesca mi avvolgeva, sentivo i suoi capelli mossi sfiorarmi la pelle, cercai di godermi ogni attimo, ogni frammento di quell'ultima volta.
<< Per tutte le volte che le gocce di pioggia busseranno alla tua finestra.. ti starò pensando >>''I'm helpless when I'm oceans away'' suonava così, alla fine, la canzone degli ARIZONA nelle airpods, come l'ennesima stretta al cuore mentre mi riportava alla realtà perchè, di lì a poco, mi sarei sentito proprio così: impotente ad oceani di distanza da te.
- Nove mesi prima -
[continua]
