Capitolo 2

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Torno a casa ancora scossa per la ragazza che ho visto oggi a scuola,forse è nuova perchè non l'ho mai vista,ma non credo che importi molto...

Mi siedo a tavola e mangio una fettina e dell'insalata,poi salgo su in camera mia e mi ci chiudo a chiave isolandomi dal resto del mondo che mi limito a guardare dalla mia finestra.

Mi siedo sulla scrivania e apro il libro di storia.
Sono un disastro in tutto ma almeno cerco di ottenere dei buoni voti a scuola,per i miei genitori più che altro.

Dopo circa un'oretta e mezza di studio prendo il mio MP3 e mi siedo sul davanzale della finestra appoggiando la fronte sul vetro freddo guardando la gente che passa.

Dopo un po' arriva un camion che si parcheggia vicino alla casa che sta di fronte alla mia sul lato opposto della strada.

La casa è disabitata e noto da una scritta sul camion che è di una ditta di traslochi,sicuramente ci si sta trasferendo qualcuno.

Una macchina fa capolinea dietro al camion e da essa scendono una donna di mezza età dai capelli biondi a caschetto con tanto di ricrescita e poi una ragazzina che deve avere all'incirca la mia età.

La ragazzina cattura la mia attenzione,così mi schiaccio di più contro il vetro per cercare di vedere meglio.

Finalmente si gira ed io capisco subito chi è.
È la ragazza di stamattina che assomiglia tanto ad Allie e,come se non bastasse,sta venendo ad abitare di fronte a casa mia.

Scendo subito di corsa le scale e mia madre mi viene incontro parlando prima che possa farlo io

"Hai visto i nuovi vicini?Sai ho parlato un po' con la signora,ha una figlia della tua stessa eta,perchè non vai a parlarci?"

La guardo seria,non ci penso neanche ad andare a parlare a quella ragazza.

"No,ho altre cose da fare"

Le rispondo fredda prima di voltarmi per tornare in camera mia.

"Ma...Selena,aspetta!"

Fa una corsetta impacciata verso di me per provare a fermarmi.Vuole costringermi ad andare a parlare con quella ragazza perchè non ho amici,ma lei non può capire,non capisce che io devo e sto tanto bene da sola.

"Senti Sele,non hai amici,stai sempre chiusa in camera tua,lo so che ti manca Al..."

Appena sento quello che sta per dire mi fermo sulle scale,mi volto di scatto e,quasi incenerendola con lo sguardo,le urlo:

"Non devi neanche nominarla!Hai capito?Sta' zitta per una buona volta,lasciami in pace!"

E corro via verso la mia camera cercando di trattenere lacrime che lottano per uscire.

Entro in camera sbattendo la porta alle mie spalle,poi mi butto sul letto dando via libera alle lacrime di scendere dai miei occhi.

È sempre così.
Mia madre che non riesce a capirmi,mio padre sempre fuori per lavoro ed io sola,stesa sul letto con i sensi di colpa che mi schiacciano come un macigno senza trovare un modo per dare sfogo alle mie frustrazioni.

L'autolesionismo non mi serve,non riesce a calmarmi,l'alcool peggiora solo i miei incubi e il fumo riesce solo ad avvelenarmi i polmoni più di quanto io non gli abbia già,visto che soffro di attacchi di panico e asma.

Non riesco ad autodistruggermi e questo mi uccide.
Ho tolto la vita alla mia migliore amica per uno dei miei stupidi giochetti e non riesco a rovinare la mia di vita,perchè sono una codarda.

Non mi avvicino a nessuno perchè non posso,ogni volta che lo faccio finisce sempre male,sono un pericolo per gli altri e per me stessa e l'unica cosa che riesco a fare è restare chiusa nella mia stanza.

Luna[Luke Hemmings]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora