Ogni cosa intorno a lei perse consistenza, divenne tutto buio e Ödette sprofondò, letteralmente, nel pavimento. Venne inghiottita da esso con tutta la sedia, pian piano poteva sentirne la morsa intorno al suo corpo. Fu una sensazione strana, smise di provare emozioni, si sentiva in quiete dentro quel luogo. Forse era morta? Sì, era morta! Se non altro così era uscita dalla casa dei Nourish e, fatto più importante, non si sarebbe sposata. Una soluzione drastica e triste, per sua madre in special modo, ma efficace. Ad un tratto sentì un odore buono, molto buono, lo conosceva, era il profumo dei sandwich di Zia Rosie. Ne avrebbe volentieri mangiato uno. In lontananza sentì anche il tipico tintinnare di un cucchiaino dentro una tazza. Sì, avrebbe bevuto anche un buon tè.
"Allora piccola Signorina Öķända, sta bene?"
Sapeva di chi era quella voce, dolce e calda, quasi materna.
"Come mai si trova qui in casa mia? Le serviva qualcosa?"
Sì sì, volveva qualcosa all'inizio: "Non mi voglio sposare...". Era lei che stava parlando? Quel sussurro mortifero non poteva provenire dalle sue corde vocali.
"Oh cielo, ha solo quattordici anni, è normale che non vuole!"
Era quello che aveva detto a suo padre, lui l'aveva ignorata, come faceva di solito. L'altra frase non la comprese, tornò l'accento strano e subito dopo il miagolio sovrastò ogni cosa.
"Caro caro, non mi fare ridere, non è educato in presenza di ospiti".
La voce accogliente capiva cosa diceva quel gnaulio?
"Mia cara ragazza, sono mortificata nel dirle questo, ma...ecco...lei non potrà tornare mai più a casa. Mi spiace recare un tale dolore a sua madre, una donna così piacevole, garbata e mite. Ma non può andare via. Non dopo quello che ha visto..."
No aspetti, ma cosa sta dicendo? Cosa cazzo sta dicendo? Oh, una brutta parola, un'altra. Si stava involgarendo, non si riconosceva più.
"Non si deve preoccupare. La tratteremo bene, cercando di non farla soffrire, almeno speriamo. Abbiamo laudano Ghera? È rimasto? Sì lo so, il sapore si rovina con il laudano. Che fare allora?"
"Tagliamo lingua, to wszystko. No urla, no dolore".
"Suvvia Ghera, il dolore lo proverebbe ancora. Però almeno non urlerebbe, questo è vero. Bene, mio amato, vuoi di nuovo una lingua per cena? In salsa verde magari? O con dei cipollotti in agrodolce?"
Stavano parlando della sua lingua? Si stava spaventando. Aprì gli occhi di scattò, un'altra sua idea sbagliata, la perfida luce della lampada la colpì come un pugno in pieno volto e ci mise un po' per mettere a fuoco la situazione. Di fronte a lei, però, riconobbe subito, in tutta la sua bellezza, la Signora Rosie, che sorseggiava il suo tè in una delle tazze più eleganti che avesse mai visto. Le sorrideva, in modo amorevole, tranquillo, come faceva di solito, ma nei suoi occhi scuri c'era qualcosa che non andava. Erano spietati, vogliosi, bramosi. Erano quelli di un animale affamato. No, no, no, quella non era Zia Rosie. Aveva il suo aspetto, ma non la sua solita anima.
La ragazza si mosse e aprì la bocca per parlare, ma si accorse che era legata e imbavagliata. Il terrore prese di nuovo il sopravvento. Loro stavano pensando di mangiarla? Aveva capito bene? Si agitò sulla sedia e cominciò a piangere.
"Calma, calma. Lo so, è una circostanza spiacevole, ma non potevamo non legarla. Non possiamo rischiare, non ora. Stiamo andando così bene! Vero caro?"
Il Signor Luther annuì nella direzione della moglie e gli donò un sorriso, uno di quelli che un marito innamorato regala alla propria consorte, luce dei suoi occhi, peccato solo che in quello stato, l'espressione era quella di una bestia demoniaca che di amorevole non aveva nulla. Il demonio forse avrebbe sorriso meglio.
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Ultimo Giorno - La strada per l'Inferno
TerrorCome è morta Rosie? E Niffty? Alastor come è trapassato a peggior vita? Come hanno vissuto il loro ultimo giorno sulla terra prima di finire per sempre all'inferno? Una serie di racconti dove mi sono presa totalmente la libertà di immaginare l'ulti...