Loona

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Infanzia: adozione.
Primo anno: ira.
Secondo anno: avarizia.
Terzo anno: invidia.
Quarto anno: superbia.
Quinto anno: gola.
Sesto anno: accidia.
Settimo anno: lussuria.
Dieci anni dopo: si licenzia da Blitzø.
Quarant'anni dopo: una giornata normale.

Infanzia: adozione, 8 anni.

Era stata abbandonata nuovamente, voleva solo andarsene da lì per sempre, ma ci rifiniva dopo pochi mesi.

I genitori affidatari che la adottavano, la cacciavano perché era una bambina troppo aggressiva.

Era colpa sua? Era colpa sua se aveva creato un armatura fatta di spine? E per cosa? Per proteggersi dalle persone? O dalle sue stesse insicurezze? O più che altro, dalla sua fobia dell'abbandono e dalla sua Benofolobia?

-Non voglio questi bambini! E poi perché cazzo sono rinchiuso letteralmente dietro a delle sbarre?!- chiese una voce maschile, chissà chi era...

Non le importò in quel momento, voleva solo piangere tutte le sue lacrime accucciata vicino al muro del suo scomodo letto.

Sua madre biologica le aveva sorriso prima di lasciarla lì, le aveva sussurrato che sarebbe andato tutto bene, che sarebbe tornata...Ma non l'ha mai fatto.

Suo padre le aveva promesso di insegnarle le arti marziali per difendersi, ma l'unica cosa che fece fu crearle dei traumi con gli aghi.

I suoi nonni paterni avevano rifiutato di conoscere lei e sua madre quando avevano scoperto che non si sarebbero sposati i suoi genitori...Non capiva cosa ci fosse di importante nel matrimonio...

Mentre quelli materni avevano cacciato la loro bambina perché era rimasta incinta a 17 anni...

I suoi amici, o almeno quelli che credeva lo fossero, l'avevano abbandonata nel momento in cui scoprirono che suo padre la drogava con gli aghi che infilava sotto la sua pelle prima di andare a dormire...

I genitori affidatari la rimandavano sempre indietro a causa dei suoi problemi di rabbia e violenti per proteggersi ogni volta che qualcuno diceva:-Se continui così, rimarrai sola perché tutti ti abbandoneranno!-(Detto spesso dalle insegnanti), come se non lo sapesse già! Sapeva che sarebbe rimasta sola per l'eternità, era sempre così la sua sorte! O quando provavano a minacciarla con qualcosa di affilato come aghi, coltelli e forbici...

Da questi suoi traumi erano le sue dei fobie più grandi, le sue insicurezze più profonde, le sue spine più radicate nella sua anima che stringono e fanno male in ogni momento.

E così arrivavano le lacrime silenziose che copriva con il braccio perché le sue paure la inghiottivano nel vuoto, nell'oblio.

Non vedeva più, ma non per colpa delle lacrime...Era semplicemente in un altro luogo rispetto al momento prima, era buio e vuoto come il mondo visto dai suoi occhi.

-Chi è lei...?- chiese la stessa voce che aveva urlato qualche minuto prima, era così vicino ed esitante.

Alzò lo sguardo da bambina ferita che doveva solo avere 8 anni, ma aveva di più a causa delle difficoltà già affrontate.

Vide un uomo giovane, sulla ventina e con dei capelli corvini, qualche parte della sua pelle scura era incisa da cicatrici o bruciature, non riusciva a distinguerle bene con gli occhi appannati.

Però si ricordava ancora bene, anche dopo mezzo secolo, la luce di preoccupazione nel suo sguardo.

Per la prima volta sentì che le spine della sua anima si calmarono leggermente, lasciandola respirare per qualche minuto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 22 ⏰

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