Come tutte le crisi esistenziali, la mia parte da non uno, ma molteplici traumi.
Partendo dalle elementari, avevo capito ben presto di non essere come gli altri bambini, troppi stimoli sensoriali mi facevano stare male, mi fissavo in maniera ossessiva su alcuni argomenti e le mie capacità sociali lasciavano molto a desiderare.
Poi arrivò la prima diagnosi che abbia mai avuto, la "ASPERGER". Sembra un parolone, ma in realtà non è difficile da gestire una volta che si impara a capirla; anzi adesso sembra che faccia figo, dato che tutti gli ultra miliardari ce l'hanno.
Ma il vero trauma lo ebbi il primo giorno di scuola, avevo 6 anni e all'uscita da scuola c'era mia mamma che mi aspettava; e lì, in quell'istante i miei compagni in coro dissero: "Perchè tu sei nera e tua mamma è bianca?". Il tutto aggiunto condito una grassa risata. Volevo sprofondare, non lo avevo mai notato, nessuno mi aveva mai fatto notare le differenze tra me e la mia famiglia.
Da quel giorno incominciarono i miei lunghi anni di offesse, spintoni e bullismo allo stato puro e niente è stato più lo stesso.
——————————————————
Beh, però adesso parliamo di qualcosa di più recente, IL LICEO.Il liceo, quel luogo, oscuro dove tutte le regazze nella loro vita troverranno le proprie insicurezze, incertezze e cercherrano la costante approvazione dal maschio, etero, bianco basico... Ok sto esagerando, all'inizio non era proprio così, ma tutto cambiò quandò compì 15 anni.
Ero al secondo anno di liceo, lo vidi entrare nella mia classe per chiedere delle informazioni al rappresentate di classe (spoiler: ero io), era alto, capelli scuri, carnagione olivastra, ed un sorriro che lo faceva sembrare una rockstar, era proprio lui Caleb; uno dei rappresentanti di istituto.
Adesso, potrei definirla la mia prima vera cotta, all'epoca pensao fosse vero amore.
Come ogni quindicenne incominciai a seguirlo ovunque ed a essere d'accordo con tutto quello che pensava, anche se lui non mi calcolava minimamente, ma nella mia testa pensavo che solo così sarei potuta diventare alla sua altezza.
La prima volta che parlai effettivamente con lui, fu a Novembre di quello stesso anno mi invitò a fare colazione dopo l'assemblea d'istituto, parlammo tutta la mattina.
Ripensandoci adesso, fu pietoso perchè faceva batutte che non mi facevano neanche ridere, ma ridevo lo stesso pur di piacergli. Ci scambiammo i numeri di telefono. Ci scrivevamo tutti i giorni, o almeno io gli scrivevo tutti i giorni. Andò avanti così per 5/6 mesi, passai capodanno con i suoi amici.
Ero in estasi, io del secondo anno frequentavo delle persone dell'ultimo anno, mi sentivo lunsingata. Finchè non arrivò quel giorno. Non lo dimenticherò mai, era febbraio, si avvicinava San Valentino e come una qualunque ragazzina infatuta pensavo che Caleb mi avrebbe chiesto ufficialmente di uscire insieme o qualcosa del genere, ma così non fu. Anzi mi chiese il numero della mia migliore amica dell'epoca, Eve, perchè, a detta sua, era cotto di lei fin dall'inizio dell'anno scolastico.
Quando mi disse questo, sentì il petto stringermi forte come una fitta, faceva male, la mia testa non capiva come fosse possibile fare questo ad una persona. Ovviamente mi disse che sarebbe rimasto mio amico, ma nella mia testa pensavo solo al fatto che io non volevo essere sua amica, come aveva potuto farmi questo, avevo cambiato il modo di vestirmi, mi facevo piacere la stessa musica che piaceva a lui ecc...
Capirò solo anni dopo che era proprio per questo che io non sarei andava bene per lui, ma a 15 anni quando il ragazzo che ti piace non sceglie te fa solo soffrire.
——————————————————
Per un concetto morboso che avevo di vendetta, a 15 anni, decisi di provarci con tutti i suoi amici, ma all'epoca, come adesso, le miei capacità seduttive lasciamo a desiderare; sono pressocchè inesistenti.Nonostante ciò uno degli amici di Caleb, Simon stette al gioco e mi invitò ad uscire, dire che andò male non basta, prima andammo a cena fuori e dopo facemmo una passeggiata, ma prima di arrivare a casa mi baciò, e fin qui tutto bene, ma dopo tentò di limonarmi contro la mia volontà; a tal punto che dovetti spingerlo via e dargi uno schiaffo.
Alchè lui esordì con: "Perchè fai la difficile? Voi nere non la date a tutti?".
Questo fece molto più male del rifiuto di Caleb, uscire con me solo perchè sei razzista e credi agli stereotipi e nettamente peggio.
Ovviamente non gli parlai mai più e non raccontai mai a nessuno di tutto questo. Riguardo a Caleb, beh dopo un paio di mesi la cotta passo e andai avanti.
Ma il vero cambiamento riguarda alla percezione di me stessa lo ebbi quando andai la prima volta a Londra, un paio di anni dopo a 17 anni.
——————————————————
NOTE DELL'AUTRICE
Bene ecco il primo capitolo, spero che vi piaccia, commentate e condividete pure le vostre opinioni!
STAI LEGGENDO
Never the First
HumorAlys vive a Londra, ama il cinema e la letteratura russa, ma in un periodo di scoperta di se, decide di analizzare se stessa e le sue relazioni amorose e non. Questo è un viaggio alla scoperta di se attraverso amori folli, infatuazioni, cambiamenti...