Capitolo 1

1 0 0
                                    

Dalle profondità della metropolitana, un paio di occhi la fissavano.
Non erano occhi normali, ma due abissi neri che sembravano perforare l'oscurità. Amber si strinse nel suo cappotto, cercando di ignorare la sensazione di essere osservata.
Era l'ultima corsa della notte, e l'atmosfera era opprimente.Un sottile rumore, come un graffio su una lavagna, le giunse alle orecchie. Si voltò, ma non c'era nessuno.
Solo l'eco dei passi che risuonavano sulle rotaie metalliche...

1 Mese prima

Amber strisciò sotto le coperte, inspirando profondamente l'aria fresca della mattina. Il sole filtrava dalle tende, creando giochi di luce sulle pareti della sua camera. Sollevò il cuscino e lo strinse forte al petto, sentendo il battito accelerato del cuore placarsi lentamente. Un'altra notte senza incubi. Sorrise, soddisfatta.

A diciassette anni, la sua più grande paura era l'isolamento. L'ansia le stringeva lo stomaco quando si trovava da sola, e l'asma le ricordava costantemente la sua fragilità.
Per questo motivo, la sua camera era il suo rifugio, un luogo sicuro dove poteva nascondersi dal mondo.

Scese le scale e si diresse in cucina. L'aroma del caffè appena fatto la avvolse, portando con sé un senso di conforto familiare. Sua madre le sorrise, versandole una tazza fumante.
"Un'altra bella giornata, Amber," disse, accarezzandole i capelli.
Lei annuì, sorseggiando lentamente il caffè caldo.
Mentre finiva di fare colazione, si sedette alla finestra della sua camera, il naso premuto contro il vetro freddo.

Osservava il giardino, ammirando la fioritura dei tulipani. La natura era la sua più grande fonte di ispirazione. Disegnava spesso, catturando la bellezza del mondo che la circondava sui suoi quaderni. Ma oggi, c'era qualcosa di diverso nell'aria, un'aura di mistero che aleggiava sulla sua tranquilla mattina.

Si alzò, si vestì e prese il suo zaino. Mentre scendeva le scale, le sembrava di sentire un soffio di vento freddo, anche se tutte le finestre erano chiuse. Scuotendo la testa per allontanare i pensieri inquietanti, uscì di casa.

A scuola, un nuovo ragazzo era arrivato nella sua classe. Era alto, con gli occhi di un intenso colore verde e un sorriso che faceva battere il cuore a tutte le ragazze. Amber lo osservava di nascosto, sentendosi un po' a disagio ma allo stesso tempo attratta da lui. Non osava parlargli, ma non poteva fare a meno di pensare a lui durante tutta la giornata.

A lezione d'arte il professore John Reibon un uomo sulla cinquantina, diede il compito di disegnare sulla tela una cosa un po' diversa dal solito:

"Ragazzi ascoltate oggi é il momento di affrontare le vostre paure, disegnate ciò che più vi spaventa nel profondo e usate il pennello per descrivere questo terrore"

*Amber aveva molte paure e provare a farla uscire non é facile per lei.*

L' aria inizia a farsi pesante nella stanza tutti già disegnavano a parte lei...si alza di colpo con le gambe che tremano e con voce molto bassa chiede gentilmente al professore: "posso andare in bagno non mi sento bene..."

il prof Reibon la fa uscire dalla classe e riprende la lezione.

Amber non si sente bene, non riesce a respirare dalla paura, il suo inalatore é nello zaino che ha stupidamente lasciato in classe.
Nel panico non respira e prima di svenire e cadere nel pavimento appena lavato del bagno, attraverso lo specchio tremendamente opaco nota una figura dietro di lei...ormai era a terra e nessuno era li.

Trovata dalla bidella di turno qualche minuto dopo...corre immediatamente a chiamare un ambulanza e non tarda ad arrivare.

Ormai sveglia fortunatamente senza nessun graffio, la ragazza sembra abbastanza confusa, si trova nell'ospedale della sua città un posto molto inquietante: "Non mi piacciono gli ospedali" disse Amber nella sua testa...

Sdraiata nel suo letto d'ospedale, rifletteva sugli ultimi eventi. L'attacco d'asma, l'ospedale, la figura vista prima di svenire nel bagno... Tutto sembrava collegato da un filo invisibile.

"Forse è il momento di fare un cambiamento," pensò tra sé e sé. "Non posso più continuare a vivere così, con questa paura costante."

Decise che, una volta dimessa, avrebbe iniziato a frequentare un gruppo di supporto per persone con asma. Forse lì avrebbe trovato altre persone che la capivano e con cui condividere le sue esperienze.

Quando La Luce Scompare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora