I - Honey, honey

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I'd heard about you before

I wanted to know some more

And now I'm about to see

What you meen to me.

"Si può sapere dov'eri finita?"

Zoe venne presa di sorpresa dal tono di voce lievemente isterico del suo migliore amico.

Kosta era cresciuto insieme a lei, figlio dell'amabile Anna, la donna che si occupava di cucinare per gli ospiti dell'albergo di suo padre. Si erano visti passare dai giochi ai piccoli segreti, si erano sostenuti durante gli anni di drammatica difficoltà dell'adolescenza, durante le litigate con i genitori e i momenti dolorosi.

Forse a unirli era stato quello strano destino di essere entrambi figli di un solo genitore.

Sapevano leggersi quasi nel pensiero, avrebbe giurato Zoe, e per quanto fosse un segno di forza del loro legame, in quel momento avrebbe pagato qualsiasi prezzo per fare in modo che Kosta perdesse quella capacità.

Il diario vecchio e rovinato agli angoli della copertina quasi le scivolò dalle mani per la sorpresa, e alla rinfusa tentò di occultarlo agli occhi dell'altro riponendolo nella sacca a tracolla che portava addosso.

"Devi provarti il vestito! Dobbiamo finire di sistemarlo!" La incalzò ancora l'amico, avvicinandosi, e solo per un secondo Zoe pensò di averla sfangata "Ma prima dimmi che cos'era quello." La prese per le spalle, costringendola ad affrontarlo con lo sguardo.

"Quello cosa?" Chiese con aria disinvolta e inconsapevole Zoe.

"Quel libro, o diario, o che so io... Perchè lo hai nascosto?"

Zoe tentò di smarcarselo di dosso, alzando gli occhi al cielo "Kosta sei paranoico, è la mia agenda-"

"Adesso sì che diventerò paranoico," la riacciuffò per le spalle "Zoe ti conosco da venti anni, non hai mai avuto un'agenda, è già tanto se ti ricordi che tra due giorni ti sposi!"

"Me lo ricordo perfettamente, e se non sbaglio abbiamo un vestito da sistem-" quasi non respirò la ragazza tra una parola e l'altra, tenendo gli occhi bassi, e continuando ad avanzare a piccoli passi nell'intento di superare il corpo imponente dell'amico.

"Oh Dio." Si immobilizzò Kosta, arretrando di un passo "Arianna!" Iniziò a chiamare a gran voce, tenendo lo sguardo immobile sul volto dell'amica che ora iniziava a prendere le sembianze di una ciliegia matura, conscia che non sarebbe più riuscita a nascondere niente "Arianna allarme stronzata! Grande stronzata! Enorme e solo due giorni prima del matrimonio!"

Arianna era l'indispensabile terza parte di quel terzetto creatosi nel tempo: era nata nel continente, aveva conosciuto Kosta una notte, o per meglio dire un'alba, lei di ritorno da una serata con le amiche e lui sul molo ad aspettare di avere abbastanza forze per tornare sull'isola dopo una delle sue numerose e avventurose notti di passione.

Arianna non seppe cosa la spinse ad affrontare quel breve tragitto lungo il mare con uno sconosciuto, ma lo fece, e ora si ritrovava con un metro da sarta sulle spalle, a correre sulle scale in pietra per arrivare all'esterno della casa di Zoe.

"Che succede?" Chiese allarmata.

Kosta incrociò le braccia al petto in silenzio, facendo un cenno con il mento nella direzione della colpevole, in una muta imposizione di svuotare il sacco.

"Niente di così grave!" Alzò le braccia Zoe, a dichiararsi innocente.

L'amico alzò gli occhi al cielo sbuffando, per poi, senza chiedere permesso, avvicinarsi alla ragazza, e inserire la mano nella borsa fino a tirarne fuori il diario.

Knowing my fate is to be with you (Wa-wa-wa-wa-waterloo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora