la prova

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La temperatura sembrava essersi abbassata, i timidi raggi del sole accarezzavano dolcemente il viso di Amelia e la costrinsero ad aprire gli occhi.

La ragazza si ritrovò distesa su un verde prato, la rugiada ricadeva dolcemente sulle foglie, rendendo l'aria umida. Sembrava primavera.

Amelia si alzò e, con sguardo curioso, scrutò il paesaggio, sapeva di star sognando. In lontananza vide una casetta di legno, decise di raggiungerla. Quando si alzò in piedi si accorse di star indossando un bellissimo abito color burro, che le stringeva leggermente in vita, ma la faceva sentire come in una fiaba. Mosse i primi passi e gli stivaletti neri che aveva ai piedi scomparvero, le piaceva camminare a piedi nudi sul prato e non voleva lasciarsi sfuggire quella sensazione, neanche in sogno.

Una volta alla porta allungò la mano per bussare ma, prima che potesse sfiorare il robusto legno di quercia, la porta si spalancò.

-Eccola finalmente- disse un uomo alto e smilzo con un sorriso a trentadue denti. Amelia lo riconobbe subito, era uno dei personaggi che continuava a sognare da un po'. Prima che potesse dire altro il ragazzo si spostò e, con un inchino, la invitò ad entrare:

-Madame...- aggiunse lui facendo roteare una mano e finendo l'acrobazia indicando l'interno della baita. La ragazza lo trovò buffo e ricambiò la cortesia con un secondo inchino, appena accennato, ed un timido -grazie...-

L'interno era caldo ed accogliente, davanti a lei la stanza era decorata con mobili di legno mentre un grosso tavolo rettangolare, al centro della stanza, veniva imbandito con piatti di porcellana bianca, posate dorate e calici di cristallo.

-Non ci riunivamo tutti insieme in questa maniera da un sacco di tempo.- disse una ragazza dai capelli ricci.

-Ciò significa che dovremmo farlo più spesso- rispose un ragazzo bassino dai vestiti larghi. Entrambi si scambiarono un sorriso e continuarono a sistemare la tavola.

Amelia respirava un'aria tranquilla, di casa.
-Sedetevi, è pronto!- urlò una terza figura, una donna con una frangetta stava camminando velocemente e tra le mani teneva un grosso vassoio dal quale proveniva un profumino invitante.
-Ho fatto le lasagne- continuò la donna prendendo posto al centro della tavola.
-su sediamoci- disse qualcuno ed Amelia si sentì una mano sulla schiena spingerla delicatamente verso il tavolo, era lo stesso ragazzo che le aveva aperto la porta.

Presto la tavola si riempì, la ragazza era in mezzo, di fronte alla donna con la frangia.

-Prima di iniziare...- disse una voce familiare, Amelia si girò ed incrociò lo sguardo con il ragazzo in giacca e cravatta, il suo cuore saltò un battito, l'ultima volta che l'aveva visto la pregava di salvarli.

-... direi che possiamo mettere finalmente alla prova la nostra ospite.- concluse lui alzandosi di scatto dalla sedia. D'un tratto la stanza mutò, era solo un corridoio freddo e grigio, con un'illuminazione intensa.

Il bel vestito della bionda mutò, trasformandosi in un'orrida tuta grigia, i suoi piedi furono avvolti da un paio di scarpe da ginnastica bianche. L'abbigliamento degli altri fece la stessa fine, tranne quella del ragazzo in giacca  e cravatta, che rimase invariata.

-che sta succedendo?- chiese lei con gli occhi spalancati, il sogno era mutato anche senza la sua volontà, non le era mai capitato prima e non sapeva come reagire.

- è arrivato il momento di capire se sei pronta- spiegò il ragazzo in giacca e cravatta.

-Devi essere forte, perché presto intraprenderai un viaggio molto pericoloso e vogliamo che non ti accada nulla di spiacevole- spiegò con voce dolce l'uomo con la barbetta.

The umbrella academy - la viaggiatrice dei sogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora