2 Cap

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Draco guardava la pioggia cadere al suolo con il suo rumore rilassante e l'odore che lo inebriava. Era mattina presto. Era l'unico sveglio. Non aveva dormito granchè. L'idea che nelle vacanze invernali avrebbe ricevuto il marchio lo terrorizzava.  Il solo pensiero lo faceva correre in bagno a rigettare la cena della sera prima. Si vestì in fretta. Mentre si metteva la camicia si guardò il braccio pallido e puro senza neanche un neo. Lo stomaco si appesantì. Per un attimo sentì del acido nella coda ma ingoio l'angoscia e si sbrigò.

Nella sala grande non c'era quasi nessuno. Pochi studenti giravano per i tavoli. Una ragazza grifondo dai capelli ricci del primo anno era seduta insieme ad una rossa serpeverde. La mattina si poteva vedere a quell'orario coloro che non potevano mangiare insieme per colpa della divisione tra casate. Draco non lo aveva mai fatto e non voleva neanche provare.

I grifondoro erano troppo orgogliosi e pedanti, sempre spericolati. I corvonero erano troppo puntigliosi come quella Granger. I tassorosso gli erano indifferenti non avevano mai avuto così tanto rilievo per poter essere giudicati.

La cosa che però fece bloccare Draco fu la vista di Potter al tavolo dei grifondoro solo che leggeva. In silenzio senza nessuno. Gli occhi bassi. Il viso rilassato e ancora pesto. La pelle scura e i capelli neri sempre disordinati.  Gli occhiali erano stati aggiustati ma erano leggermente crepati nei bordi. La divisa era un pò impolverata e leggermente strappata nel mantello per colpa della loro rissa.

Il biondo non riusciva a non pensare a Potter nonostante tutto. Era una cosa sgradevole ma allo stesso tempo piacevole. Era un po' la sua isola felice quando aveva in testa tutte le sue responsabilità.

Draco in quel momento non volle provocare ancora il prescelto così si diresse in silenzio verso il suo tavolo aprendo il suo libro di pozioni cominciando a segnare le cose più interessanti scrivendo anche delle note a margine. Il professor Piton lo aveva preso come apprendista quell'estate. Nonostante il viso sempre imbronciato e stanco era un buon insegnante. Lo aveva instruito bene ma era molto impaziente e Draco aveva dovuto diventare perfetto. Ogni pozione e ogni ingrediente doveva essere perfettamente dosato e perfettamente elaborata. Mentre lui faceva una pozione si sentiva in pace. Ogni piccolo passaggio era importante e ogni reazione della sostanza si poteva prevedere. Era una sicurezza. Un ancora che lo manteneva con i piedi per terra.

Sentì dei rumori e alzò gli occhi glaciali, si ritrovò davanti al grande salvatore del mondo. Harry Potter e i suoi fastidiosi occhi verdi che ti scrutavano l'anima ogni volta che li incrociavi.

"Potter per quanto mi faccia piacere che sia sempre nei tuoi pensieri. Non ho nella voglia ne il tempo di badare ai tuoi drammi da salvatore del mondo." Draco non era in grado di subire un'altra aggressione ne tanto meno di discutere di primo mattino. Il suo tono era pulito e altezzoso come sempre e Harry si accigliò guardò il libro.

"Non sono qui per aggredirti per quanto mi piacerebbe. Ma dobbiamo fare una tregua se non vuoi passare con me i prossimi tre mesi in punizione con me." Draco inarcò le sopracciglia e rimase per un pò senza dire niente. "Come prego?"Fu l'unica cosa che gli venne in mente di dire.

"La Mcgranitt ci ha messo in punizione solo per due settimane dice che essendo che io faccio schifo in pozioni tu mi puoi aiutare. Ma ci ha avvertiti che non esiterà neanche un momento ad allungare la nostra punizione di due mesi e due settimane se è necessario." Si sedette Potter davanti al serpeverde abbassando il tono della voce. Harry aveva una voce chiara e bassa, un pò rozza nei modi, colpa sicuramente dell'influenza babbana. Draco ebbe l'impulso di allontanarsi, gli occhi verdi lo squadravano come un squalo pronto ad attaccare.

"Quella vecchia professoressa si è bevuta il cervello!! Inoltre da me che cosa vorresti? Ti ricordo grande salvatore del mondo che sei stato TU a picchiarmi. E sei stato sempre Tu ad alzare la voce con la professoressa. La colpa è tutta tua. Io qui sono la vittima." Si giustificò Draco anche molto teatralmente, il suo tono raffinato e lamentoso era uguale a quello di sua madre si rese conto il ragazzo. Harry si alzò di scatto e batte il pungo sul tavolo facendo cadere una delle matite di Draco. Il biondo guardò la matita atterra non molto colpito dallo scatto di ira dello sfregiato.

"Mi hai provocato tu accidenti!! Sto solo cercando di andarci incontro. Tu non vuoi passare tempo con me e io tanto meno. " Potter tese la mascella e strinse gli occhi con fare minaccioso.

Draco si accigliò. "Senti Sfregiato io non ti devo niente. Non me ne frega un cazzo di te ne di chi tu sia. Mi sei saltato addosso. Mi hai picchiato. E ora pretendi che ti lecchi i piedi sia gentile con te. Benvenuto nel mondo reale Potter. Nessuno fa niente per niente. E io ho già tutto quello che possa desiderare." Quella bugia non fece altro che peggiorare il suo umore. Era tranquillo fino a un secondo prima ma quel egocentrico di Potter doveva rovinare ogni cosa. Sempre a sentirsi superiori. Non solo era amato da tutti, era ricco, aveva un sacco di amici, la famiglia di quei pidocchiosi pel di carota filobabbani che lo veneravano manco fosse un dio.

Draco invece guardando Harry si rese conto di non avere niente, tutto ciò che possedeva non era sua e gli poteva essere strappato molto più facilmente di quanto avesse mai voluto ammettere. Il biondo si vergognò di se stesso e strinse i pugni. In passato non si era mai sentito tanto inferiore a Potter.

"Mi dispiace." Gli occhi gelidi di Draco scattarono verso l'alto incontrando quelli dello sfregiato. "Mi dispiace di averti picchiato per quanto liberatorio non è stato giusto da parte mia. Sei stato uno stronzo come al tuo solito ma io ho esagerato." Sembrava lo pensasse davvero ma Draco era troppo orgoglio per arrendersi.
"Esatto hai esagerato" chiuse di scatto il libro di pozioni e si alzò. "Ci vediamo in giro Potter" Se ne andò Draco a passo lesto.

Harry guardò il serpe verde andare via e non fece niente. Aveva già infierito abbastanza.
Gli incubi lo tormentavano. La rabbia era sempre presente. Si accorse di aver picchiato un ragazzo, che per quanto stronzo, con i suoi problemi non centrava niente. Se l'era presa con un innocente solo per dissipare la sua rabbia.
Rabbrividì e strinse i pugni. Stava diventando come Voldemort. La sua peggiore paura. Le budella gli si strinsero e sentì un peso sul petto.
Doveva sconfiggere Voldemort al più presto.

Le scelte non sono la persona. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora