3 Cap

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Harry sentiva la lezione distrattamente mentre cercava di non pensare al dolore che aveva alla cicatrice. Da quando era tornato la cicatrice doleva un giorno si e l'altro pure. Era terrorizzato come fosse la prima volta che succedeva. La rabbia crebbe e la paura anche. Il professor silente lo aveva chiamato qualche giorno dopo istruendolo sulla sua missione. Più pensava al ricordo di Lumacorno più si domandava perché Tom avesse mai fatto una cosa del genere. La morte non è mai stata una cosa da sconfiggere eppure Voldemort ne aveva paura tanto da cercare un modo per vivere per sempre.
"Harry" La voce di Hermione lo fece destare. Harry era appoggiato al banco con il mento sulle braccia conserte fissando il vuoto. Hermione lo scosse un po' e ricevette finalmente la sua attenzione.
" Dobbiamo andare alla prossima lezione" Esclamò la ragazza guardandolo negli occhi verdi e sempre un po' stanchi e malinconici. Avevano perso quella brillantezza che li contraddistingueva dopo la morte di Sirius. Erano diventati vuoti e spesso arrabbiati ma mai tranquilli o gioiosi come in passato.
Hermione oramai era diventata la confidente di Harry. Però il ragazzo non le parlava più da quell'estate. Non una singola lettera. No un discorso a quattrocchi. Niente di niente. Si era chiuso e non c'era modo per capire che cosa avesse in mente. Poi era esploso andando a picchiare Malfoy. Ron sembrava non preoccuparsi più di tanto, le diceva che era una fase, che stava metabolizzando il lutto ma Hermione aveva un brutto presentimento.

Nella sala grande regnava il chiacchiericcio tranquillo del pomeriggio inoltrato. Gli studenti erano tutti mischiati. Non c'erano casate che tenessero quando c'era la paura di essere bocciati alle porte.
Ron e Hermione parlavano e flirtavano ed Harry si sentiva solo e non capito. A volte Hermione gli rifilava delle occhiate forse per capire cosa c'era che non andava, ma nessuno lo capiva mai. Nessuno capiva il grande vuoto che sentiva nel petto. Nessuno capiva la solitudine e il non essere capiti. Lui aveva perso tutto quanto e si sentiva sempre più perso.
Guardò il libro sotto di se che tremò leggermente come era accaduto da i Dursley con zia Marge. In tutto il tavolo tutti i bicchieri e le posate tremarono. Poi vide una goccia rossa andare a colpire la pagina bianca del libro.
Hermione guardò Harry e gli mise una mano sulla spalla e tutto tacque.
"Harry" Gli occhi verdi del ragazzo guardarono l'amica e ripresero di nuovo vita. "Si scusate" Il ragazzo si alzò mettendosi una mano sul naso con un tovagliolo lasciando una sala piena di sussurri.

"Ma che diavolo sta succedendo a Potter." Blaize guardò lo sfregiato andare via mentre Theodor con i suoi capelli ricci e castani si massaggiava il naso. Pansy gli aveva appena sbattuto un libro in faccia per un commento poco carino sulla nuova acconciatura. Draco invece se ne stava in silenzio ad osservare. I suoi occhi chiari seguivano i movimenti delle schiena di Harry e le braccia scure scoperte dalla camicia arrotolata.
"Terra chiama Draco" Blaize lo fece rinsavire e Draco avvampò leggermente con il suo colorito chiaro il rosso si vedeva di più.
"Si è strano ma non è importante in questo momento. Gli esami di avvicinano." Il tono di Draco di altezzoso si fece stizzito guardando gli amici.
Pansy storse la bocca dipinta di nero e guardò Theo che fece la stessa cosa.
"Che palle Draco potresti anche essere più leggero." La piccola cicatrice sul naso di Nott si increspava ogni volta che faceva un minimo movimento mentre gli occhi neri vispi e acuti ghignavano. Blaize guardò l'amico scuotendo il capo. "Tu dovresti essere più serio." Lo riprese rimettendosi a scribacchiare sulla pergamena. Theo fece un ghigno appoggiano il mento su una mano mentre l'altra picchiettava sul tavolo. "Ma non sarebbe divertente. Inoltre i cattivi ragazzi piacciono a tutti." Blaize lo guardò alzò gli occhi al cielo e ritornò a guardare i suoi appunti ma Draco sapeva che in realtà era arrossito. Theo e Blaize flirtavano da ben quattro anni ma erano due idioti e non si erano ancora confessati i sentimenti reciproci, nonostante tutti sapessero che avrebbero fatto coppia fissa.
"Voi due finitela." Pansy stroncò l'atmosfera mettendosi in mezzo fulminandoli. "Idioti" Per poi risedersi al fianco di Draco.
Gli occhi di ghiaccio di Draco erano persi guardando la porta della sala grande era curioso non ci poteva fare niente. Gli eccessi di ira, l'umore nero e adesso l'instabilità dei poteri. Potter aveva qualcosa che non andava.
Senza che il cervello realizzasse cominciò a raccogliere le sue cose nella borsa e cercò di ripercorrere i passi di Potter. I due erano sempre stati nemici e rivali ma si conoscevano bene.
Lo trovò quasi subito nella torre di astronomia. La grande cupola sembrava un cielo stellato e al centro c'era un enorme sestante. Potter era lì seduto davanti al balcone con le gambe a penzoloni e lo sguardo perso.
"Herm va tutto bene.Non c'era bisogno che venissi qui." Potter non si era girato quindi aveva supposto che fosse arrivata la sua amichetta a consolarlo.
"Mi dispiace deludere le tue aspettative ma non sono la Granger." Provò a stemperare la tensione che aveva nelle ossa Draco forse risultando un po' altezzoso nei modi.
Lo sfregiato si voltò di scatto e i due incrociarono gli sguardi.
"Che diavolo ci fai qui?" Ringhiò Potter alzandosi, i pugni erano tesi e la mascella contratta. Il biondo sentì dei brividi che non aveva senso che sentisse. Draco cerco di darsi un contegno alzando il mento e mettendo le mani dietro la schiena.
"Calma non solo qui per la guerra ma per proporti un patto."
Potter ridusse gli ad una fessura. "Un patto?" Chiese con voce bassa e ringhiante quasi.

"Un patto." Draco sembrava aver a che fare con un animale selvatico si avvicinò e si sedette su una delle sedie imbottite. Non si sarebbe mai seduto a terra.
Harry lo guardò con gli occhi stretti e diffidenti. "Mi hai detto che avevi bisogno di un  tutor di pozioni o almeno ci hanno imposto questa clausola per la nostra incresciosa rissa."Draco accavallò le gambe con fare aristocratico e il gesto tanto elegante venne seguito da Potter con attenzione come se avesse sempre la guardia alzata.
"Così ho pensato a come non farci punire ulteriormente. Che ne dici di fare un patto io ti do lezioni e tu in cambio mi fai da tutor per difesa contro le arti oscure. Tu eccelli in questa materia e a me serve incrementare i miei voti per gli esami. Mi pare equo. In più la nostra sarebbe una tregua." Draco propose il patto con il suo accento e la sua dizione perfetta e aristocratica che metteva più freddezza nelle sue parole.
Harry lo squadrò con attenzione. "Io dovrei insegnare a te?" Chiese con diffidenza il ragazzo. Draco alzò un sopracciglio. "Non penso sia un problema lo hai già fatto prima con l'esercito di silente. A me serve un insegnante per difesa contro le arti e te serve un pozionista abbastanza bravo per superare l'anno." Il tono era freddo ma la proposta andava a soddisfare i bisogni di entrambi. Harry però sentendo nominare l'esercito di silente si arrabbiò. "Vuoi che ti aiuti dopo che l'altr'anno mi hai denunciato per aver fatto la stessa cosa?"

Il rancore e la rabbia era tanta ma la cosa che colpí Draco fu il tono basso e minaccioso. Il biondo guardò lo sfregiato e alzò gli occhi al cielo. "Quindi? Io ho dalle sei alle otto liberi tutta la settimana tranne il venerdì e la domenica non ho intenzione di fare lezione." Il biondo arrossì leggermente sembrava un appuntamento ma cercò di rimanere impassibile e indifferente.
Potter assottigliò lo sguardo. "Anche io visto che frequentiamo le stesse lezioni, tranne il sabato e venerdì che ho gli allenamenti di quidditch." Draco annuí e si alzò non prima di averlo guardato per qualche secondo.
"Comunque quest'aria da cattivo ragazzo ti dona Potter. Forse il cappello a sbagliato a collocarti in grifondoro." Facendogli l'occhiolino con un ghigno malefico.

Harry rimase lì basito a rimuginare a cosa gli aveva detto guardando andare via il serpeverde.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 22 ⏰

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