21-Eira

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Giorno 2
Nessuna giornata inizia meglio se non hai la mano del fratello della tua amica sopra la tua faccia.

«Il buongiorno si vede dal mattino» sussurro, cercando di spostare la mano di Axton dalla mia faccia. Tolgo le coperte e mi alzo, la mente ancora annebbiata dal sonno. Le ciabatte, naturalmente, sono scomparse nel nulla, come al solito.

A piccoli passi freddi sul pavimento, mi dirigo verso il bagno. L'acqua fredda mi sveglia del tutto mentre mi lavo i denti e sciacquo il viso. Mi fermo un istante, guardandomi allo specchio. Occhiaie leggere, capelli spettinati. Niente di nuovo. Mi chiedo per l'ennesima volta perché ho proposto che Axton rimanesse a dormire da me.

Appena esco dal bagno, lo vedo appoggiato alla cornice della porta, ancora in mutande.

«Buongiornissimo», dice con un sorriso che, ammettiamolo, sarebbe affascinante se non fossi ancora irritata.

«Non mi hai fatto dormire», gli rispondo, un tono di accusa nella mia voce. Lui scrolla le spalle con quella sua solita nonchalance.

«Io ho dormito benissimo. Comodo il letto», dice, facendo spallucce come se niente fosse.

«Devo vestirmi, devo scendere a lavorare.» Taglio corto, girandomi verso l'armadio.

Mentre scelgo cosa indossare, lo sento avvicinarsi. «Posso usare il bagno, vero?», chiede, con quel tono semi-sarcastico che ormai conosco troppo bene.

«Fai come se fossi a casa tua, Axton»

Lui ride, come se il mio sarcasmo fosse il miglior scherzo della giornata, poi sparisce nel bagno, chiudendosi la porta alle spalle.

Apro l'armadio e scelgo una maglietta semplice, jeans e un maglione morbido. Mentre mi vesto, i pensieri cominciano a vagare. Non posso fare a meno di chiedermi cosa significhi davvero per me la presenza di Axton.

Quando esce dal bagno, Axton ha i capelli ancora bagnati e il viso fresco, ma è sempre in mutande. Sta giocando con il mio spazzolino da denti, girandolo tra le mani.

«Davvero, Axton?», lo guardo male, incrociando le braccia. «È il mio spazzolino. Che schifo.»

Lui solleva un sopracciglio, divertito. «Sei stata tu a dirmi di fare come se fosse casa mia».

«In casa tua non usi il tuo spazzolino?»

«Qui non ho il mio spazzolino.»

Lo butterò. Naturalmente.

Axton ride, appoggia lo spazzolino con calma e si avvicina, il suo sguardo un po' troppo penetrante per i miei gusti. «Allora, che si fa oggi?».

«Io lavoro», gli rispondo secca, infilando gli ultimi bottoni della camicia. «E tu... cerca di non farmi impazzire.»

«Farò del mio meglio»

Farà del suo meglio

Inizio a cercare il mio telefono ma non lo trovo.
Devo chiamare Zara.
Lo cerco.

Vado verso il divano ma non c'è. In cucina neanche. Sposto i cuscini nella mia stanza e non c'è.

«Cerchi questo?» mi chiede Axton mostrando il mio telefono.

«Dov'era?» chiedo, mentre mi avvicino a lui.

«Lo hai lasciato dentro ad una borsa vicino alle mie cose», dice lui con un sorriso compiaciuto.

«Hai aperto la mia borsa?» dico, sorpresa e un po' infastidita.

«Scusami, la prossima volta non ti aiuterò. Cercherai da sola», risponde, ridacchiando.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30 ⏰

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