2. 𝓉𝒽𝑒 𝓅𝓇𝑜𝒷𝓁𝑒𝓂𝓪𝓉𝒾𝒸 𝓅𝓪𝓇𝓉𝔂

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Mi svegliai un po' frastornata e con 28 chiamate perse di Melanie. Erano le 11:41. Non mi sono mai svegliata così tardi perché solitamente mi sveglio alle 7:30.
Clicco su una delle chiamate perse di Melanie e la richiamo. Ovviamente lei risponde subito.
-Mel che c'è?
-Hanno espulso Lili...
-Cosa!? Ma i genitori...
-I genitori sono in carcere! Si è scoperto che spacciavano.
-Cosa...?
-Si e adesso stanno facendo un processo per Lili.- ero scioccata.
-SUMMER! VIENI A FARE COLAZIONE!?- mia madre mi aveva chiamata per la colazione quindi attaccai con Melanie.
-I waffle sono nella padella, lo sciroppo d'acero dentro quel cassetto. Io sto andando ad un colloquio torno sta sera. Per il pranzo ti ho lasciato 20 dollari e 150 per andare a comprare dei vestiti. Ci vediamo dopo, un bacio amore.- detto questo mia madre uscì di casa. Tranquillamente. Io invece ero il contrario della tranquillità. Mi sbrigai a fare colazione e mi vestii. Mi misi dei jeans corti e una felpa larga. Amo le cose larghe, mi fanno sentire... Protetta, sicura. Presi il telefono e digitai "mappa della città". Presi la bici e mi incamminai.
Venti minuti dopo ero arrivata ad un negozio di scarpe.
-Salve- salutai la commessa. Era molto giovane, o se era vecchia, se li portava benissimo. Indossava un maglione beige e dei leggins attillati. Aveva i capelli lunghi e biondi. Sulla targhetta c'era scritto "Megan"
-Hei ciao posso aiutarti?
-Ehm si sinceramente si. Sono nuova di qui.
-O davvero? Allora ti consiglio queste scarpe da ginnastica nere, qui in Oregon fa spesso abbastanza fresco ma certe volte arriva una folata di caldo che ti spezza. Sono poco pesanti ma se fa freddo sono abbastanza calde da riscaldati.
-O si grazie mille.
-Da dove vieni?
-New Jersey, Pennsylvania.
-Mia nonna vive in Pensylvenia. Però vive a Filadelfia.
-Ci sono stata in vacanza da piccola.
-Posso chiederti perché ti sei trasferita?- Ah. Ha toccato un punto debole.
-Per via di mio padre... Molestava sia me che mia madre.
-Che cosa orribile. Senti sta sera c'è una festa a casa mia. Ti posso invitare se vuoi.
-Certo cioè per me va bene.
-Ok ti passo il mio numero
-Comunque mi chiamo Summer.
-Io Megan, ma puoi chiamarmi Meg.-
Meg mi passo il suo numero e io uscì dal negozio. Dovevo prendere dei vestiti buoni.

Arrivò sera in un batter d'occhio. Avevo avvisato mia madre che non ci sarei stata per cena. Il pomeriggio avevo comprato davvero tantissima roba. Mi misi un vestito che arrivava alle ginocchia. Era nero lucido. Un po' aderente verso i fianchi. Avevo messo degli orecchini argentati e la mia collana preferita. Aveva una stella sopra e dietro c'era scritta una frase di Neruda "Morirei per un tuo solo sguardo, un tuo sospiro che profumi d'amore ed una carezza che riscaldi il mio cuore." L'aveva regalata mio padre a mia madre da giovani. In tutto ciò Megan mi aveva scritto per dirmi a che punto stavo perché lei era quasi sotto casa. Mi misi le scarpe e scesi.
-Summer sei stupenda!
-Grazie anche tu.- ero super in imbarazzo.
-Forza vieni. A lei comunque è mia sorella Madison.
-Ciao, sono Summer.
-Ciao- Madison mi salutò con una freddezza allucinante. Forse era fatta così.
Dieci minuti dopo eravamo a casa di Meg. C'erano tantissime persone. Quindi era un male per la mia Agorafobia. Per chi non lo sapesse è la fobia dei posti affollati e io ne soffro da quando avevo 13 anni.
-Summer vieni prendi questo!- Megan mi mise in mano un bicchiere. Non sapevo cosa ci fosse dentro quindi lo assaggiai con le labbra. Era fortissimo. Avevo avvistato un divano stranamente vuoto quindi non pieno di ragazzi e ragazze, che si baciavano e toccavano in posti innominabili. Mi sedetti ma in quel preciso istante capì perché era vuoto. Quel divano era fracico di un qualcosa che preferivo non sapere. Mi alzai e corsi a cercare Meg e sua sorella. Ma proprio quando stavo correndo un tipo mi sbuca davanti e ci sbatto sopra.
-Ma porca puttana... Mi hai fracicsto con lo scotch!!
-Scusa non volevo...
-SAI QUANTO CAZZO È DIFFICILE LEVARE L'ODORE DELLO SCOTCH DAI VESTITI!?
-Sinceramente no ma mi dispiace davvero.
-Non solo sei a casa mia ma mi hai anche sporcato!
-Casa tua? Questa è casa di Megan...
-Ma dai! Guarda che sono suo fratello imbranata!!!
-A scusa non ti avevo mai visto prima d'ora.
-Tu non... Vabbè non voglio sprecare tempo con te.- detto questo se ne andò. Primo giorno in Oregon e già avevo fatto una figura di merda plateale.


💜🎀𝕟𝕠𝕥𝕖 𝕕𝕖𝕝𝕝 𝕒𝕦𝕥𝕠𝕣𝕖🎀💜
È stato bellissimo scrivere questo capitolo. State pronti perché il terzo capitolo sarà più bello di questo
XOXO Cami⭐💜

𝐢 𝐜𝐚𝐧 𝐝𝐨 𝐢𝐭 𝐰𝐡𝐢𝐭 𝐚 𝐛𝐫𝐨𝐤𝐞𝐧 𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora