Capitolo 21

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Ryder

Sono passate due settimane dall'ultima volta che io ed Evangeline abbiamo avuto una conversazione.

Da quando ho preso la decisione di starle lontano, inizialmente, ha provato a riavvicinarsi durante le lezioni a scuola o quelle poche volte che ci siamo incrociati alla base, ma io oramai avevo eretto un muro e dopo i primi tentativi fallimentari ha lasciato perdere.

Grazie al cielo aggiungerei. Probabilmente se avesse continuato a insistere avrei ceduto, perchè vedere la sofferenza sul suo viso era peggio che prendersi mille proiettili.

Benjamin mi guarda malissimo nei corridoi, probabilmente vorrebbe tagliarmi le palle per aver fatto star male la sua migliore amica, e cazzo, lo farei pure io fossi al suo posto.

La sera stessa in cui ho ritrovato Ethan, i due cazzoni dei miei amici invece si sono presentati sotto casa mia chiedendo spiegazioni e mi hanno rotto le palle per due ore chiedendomi cosa cazzo mi fosse saltato in mente per dirle delle cose del genere dopo che mi aveva aiutato.

E dire che fino a qualche mese fa non la sopportavano minimamente.

Non potevo certo dire loro che Evangeline è la figlia di Igor e che lui stesso mi ha chiesto di proteggerla ad ogni costo. Conoscendoli se lo sarebbero sicuramente fatto scappare.

Ethan non è ancora tornato alla United Home e parla a monosillabi, la situazione con i miei genitori lo ha destabilizzato ulteriormente e io non so più cosa fare. Cerco di stare il più tempo possibile con lui e me lo porto pure al lavoro ma questo non diminuisce la paura che ancora ha addosso.

Se non fosse per loro la nostra vita non sarebbe così complicata, se non avessero venduto tutto per della droga e dell'alcool io non dovrei fare questo lavoro e Ethan non sarebbe così spaventato alla sola idea di avere a che fare con delle persone adulte.

Ogni tanto penso a come sarebbe la nostra vita se loro avessero scelto noi invece delle sostanze. Saremmo più felici o sarebbero comunque delle persone di merda? A stento ricordo l'ultima volta in cui li ho visti lucidi, probabilmente avevo all'incirca sei anni o giù di lì.

<<Hey drama queen, per quanto hai ancora intenzione di tenere il broncio e fissare il vuoto?>> Mason mi ridesta dai miei pensieri lanciandomi una delle patatine della mensa addosso.

<<Non sto tenendo il broncio.>> lo fulmino con lo sguardo prima di riprendere a mangiare il mio pranzo.

<<Non sto tenendo il broncio.>> scimmiotta la mia voce. <<Ma dai ti sei visto? Nemmeno Ethan quando non mangia la cioccolata a colazione é così triste>>

Se possibile lo guardo ancora più male. Owen gli tira una gomitata sul fianco facendolo piegare in due dal dolore e io lo ringrazio mentalmente.

Continuo a pranzare facendo finta di niente. Come se l'avessimo chiamata, Evangeline fa il suo ingresso in mensa al fianco di Benjamin e Olivia, i suoi lunghi capelli castani rimbalzano sulla sua schiena ad ogni passo mentre si dirige al bancone per prendere il vassoio con il suo pranzo, non rivolge nemmeno uno sguardo nella mia direzione.

Come se non esistessi.

<<Ciao principessa>> la saluta Mason intercettandola mentre torna al suo tavolo. Lei gli rivolge un piccolo sorriso salutandolo di rimando prima di accomodarsi dall'altro lato della stanza. Giurerei di aver visto la bionda fremere di rabbia alle sue spalle per un momento.

Grugnisco infastidito da quello scambio. Mi rendo conto di essere stato io a dirle di starmi lontano ma non può venire qua e parlare con il mio migliore amico come se nulla fosse aspettandosi che io ne sia felice.

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