Surprise!

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Che ore sono?" Chiedo, lanciando uno sguardo complice a mia madre.
"Le sette." Mi risponde lei, passandomi il piatto sporco della cena.
Lo sciacquo e lo ripongo nella lavastoviglie, poi mi giro e osservo mia sorella: è seduta, il gomito appoggiato al tavolo e una mano a sorreggerle la testa. Ha uno sguardo perso e triste che mi spezza il cuore.
So a cosa sta pensando: è sconfitta perchè non è riuscita a prendere i biglietti del concerto di sta sera.
O almeno, lei crede così.
Vorrei tanto dirle tutto e osservare i suoi occhi riprendere vita, ma non posso.
Non posso rovinare tutto ora.
"Margot?" La chiamo.
"Mh?" Mi risponde annoiata.
"Lo spettacolo di stasera inizia alle nove." Le dico, afferrando un altro piatto sporco dal tavolo.
"Si, lo so." È la sua risposta.
"E non vuoi neanche sapere qual è il titolo?"
"Non mi interessa." Mi risponde brusca.
"Eddai, c'è un attore veramente carino." Cerco di convincerla. "C'è il volantino nella mia borsa."
Lei sbuffa rumorosamente e si avvia verso la mia borsa, mentre mia mamma raccoglie le briciole dalla tovaglia con un sorrisetto che le aleggia sulle labbra.
"Annie..." Mi sussurra mia madre, avvicinandosi. "Stai attenta mi raccomando, dalle i soldi per un taxi di emergenza, non perderla di vista. Non--"
"Tranquilla mamma, ho 19 anni." La rassicuro con una mano sul braccio.
Lei scuote la testa. "Non immagini neanche quanta gente..."
Le sue parole vengono interrotte da mia sorella. "Dove nella borsa?" Mi chiede scocciata.
"Nel portafoglio." Le rispondo andandole in contro.
"Non so quanto possa essere carino..." Mi dice aprendo la cerniera. "...considerando i tuoi criteri di bellezz--" le parole le muoiono in gola.
Tira fuori dal portafoglio, con le mani tremanti, due biglietti gialli con la scritta "One Direction, O2 Arena, 1 Luglio" ben chiara sopra.
Ho improvvisamente paura che possa svenire.
Nei suoi occhi passa confusione, poi i primi segni di una rivelazione, infine gioia: pazza gioia sfrenata.
Urla ridendo e inizia a saltare di qua e di là, mentre la guardo sorridendo.
"Sorpresa!" Le dico, le braccia aperte per abbracciarla. "Non andiamo a nessuno spettacolo teatrale!"
Lei mi corre incontro e mi stringe così forte da togliermi il respiro. Ben presto le sue urla si trasformano in singhiozzi di gioia, perciò non posso fare altro che accarezzarle la testa stupita.
"Non è un sogno, vero?" Mi chiede tra le lacrime, alzando la testa.
"Assolutamente no."risponde mia madre al posto mio, raggiungendoci. "Tua sorella si è iscritta ad un concorso al college per provare a vincere questo premio per te. E ce l'ha fatta." Ci sorride.
"Grazie." Mi dice Margot tra i singhiozzi. "Grazie, grazie grazie." Piange.
Mi immaginavo una reazione esagerata, ma non COSÌ esagerata. Per un gruppetto di ragazzi carini e viziati perlopiù.
"Dai, vai a prepararti, non vorremo mica arrivare in ritardo?" Le chiedo.
Lei si asciuga le lacrime, scuote la testa con un sorriso e corre verso la sua camera.
•••
Quando intendevo "prepararsi" immaginavo vestiti puliti, una borsa e una giacchetta di emergenza.
Sicuramente non lo spettacolo che mi si presentò davanti quando Margot, un quarto d'ora dopo, affermò di essere pronta: maglietta degli One Direction, borsa degli One Direction, collana degli One Direction, fascetta degli One Direction, faccia truccata e braccia piene di scritte con l'indelebile nero, infine tre CD tra le mani e chiaramente l'odore di un profumo (potrei scommettere degli One Direction).
"Che CD mettiamo in macchina?" Mi chiede con un sorriso smagliante.
La mia faccia stupita non si dissolve.
"Up All night? Take me home? Midnight Memories?" Insiste.
"Ehm, non saprei." Borbotto. "All night che?" Chiedo sparando il primo titolo che mi ricordo.
Lei ridacchia.
"Li portiamo tutti." Mi dice soddisfatta.
Oddio, iniziamo bene.
Diecimila raccomandazioni dopo e dopo aver cercato per dieci minuti le chiavi della macchina siamo pronte ad uscire.
Pronte per modo di dire.
"Il cartellone!" Urla Margot, sull'uscio della porta.
"Oh no, hai anche un cartellone?" Le chiedo passandomi una mano nei capelli.
Troppo tardi, è già sgusciata in casa correndo.
Torna un secondo dopo con un cartellone rosa arrotolato tra le braccia.
Sorrido a mia madre e chiudo la porta di casa, non esattamente preparata alla serata che mi si sarebbe presentata davanti.

Unpredictable.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora