LILITH
<<Ei Lil, alza il volume!>> Dice James, ed io lo faccio, piace molto anche a me The Hand That Feeds dei Nine Inch Nails. Mi ha sempre attirato il loro stile, tanto selvaggio, quanto unico.
Sono le 18 di sera, ci stiamo dirigendo alla vila per svolgere la missione dettataci da Richard. Siamo vestiti tutti eleganti: io e Alice indossiamo dei vestiti lunghi e vistosi, io bianco e lei nero. I ragazzi invece sono in giacca e cravatta. Ovviamente essendo una festa in maschera, ognuono di noi ne possiede una.
Avvicinandoci al luogo della missione, riusciamo a vedere in lontananza la villa. È una villa moderna a tre piani, e tutte le mura sono bianche, con qualche finestra sparsa per i piani.
Prima di entrare però, dobbiamo presentarci al custode che ci aprirà il cancello. Richard ci ha dato delle false identità, e quindi dei falsi nomi. Siamo una famiglia di orgini italiane, la famiglia Salvatore, o meglio, i figli Salvatore.
<<Buonasera, il vostro nome e il vostro invito.>>
<<Siamo la famiglia Salvatore.>> Sono io a rispondere, porgendogli l'invito alla festa, anch'esso falso.
<<Benvenuta famiglia Salvatore.>> Il custode ci fa cenno di proseguire.
Passato il cancello, percorriamo con la macchina una lunga strada circolare, in cui in mezzo sussiste un'alta fontana, con al di sopra delle statutuette. Lasciando il veicolo all'autista, scendiamo e ci avviamo all'ingresso della villa. Ci sono altri due custodi qui, che aprendoci il portone, ci permettono di entrare.
Accedendovi, vi è una grande sala con un pavimento effetto marmo, illuminato da un lampadario di cristallo. Alla sala si collegano due scalinate, anch'esse in marmo e con il corrimano in argento nero. Una si distende a destra, l'altra invece a sinistra.
Le pareti sono dipente di un grigio scuro, sulle quali sono appesi dei quadri di alcuni pittori molto conosciuti, uno dei quali è Vincent Van Gogh e la sua Notte stellata.
Van Gogh in questo quadro ha voluto esprimere la consapevolezza di una solitudine sconfortante e di un animo smarrito. Ecco perchè è il mio quadro preferito, ed ecco perchè in quest'ultimo mi ci ritrovo continuamente: da quando mi hanno abbandonato tutti, la solitudine mi ha fatto sempre d'amica.
<<Buonasera signori, lasciate pure i vostri soprabiti alle signore qui presenti.>> Presumo sia il maggiordomo a parlare. Sento delle mani prendermi con delicatezza il soprabito, girandomi poi vedo che si tratta di Alex. Di scatto gli sorrido, e lui a sua volta.
<<Bene, ora seguitemi prego.>> Aggiunge l'uomo.
La sala è stracolma di persone, tutte con la maschera, persino il maggiordomo e le donne alle quali abbiamo dato le nostre giacche ne hanno una.
Passando sotto un'arco, scopriamo un'altro spazio interno della villa: anche qui vi è un'enorme sala, ma questa è diversa dalla precedente. Il soffitto è retto da delle colonne portanti, ed è presente l'angolo bar, luogo nel quale il maggiordomo ci sta indirizzando, ma io non gli sto dando più importanza.
Mi sono fermata davanti a delle vetrate, dalle quali si può scorgere un'ampia piscina a luci led che cambiano colore di continuo. Anche intorno alla piscina ci sono persone mascherate intente a dialogare.
Riprendendo a camminare per raggiungere gli altri all'angolo bar, vado a sbattere contro un'uomo, facendogli rovesciare il suo drink sul suo completo.
<<Oh mi scusi, non volevo rovinarle l'abito..>> dico, fingendomi dispiaciuta. In fin dei conti devo immedesimarmi nel personaggio.
<<Non si preoccupi signorina, non ha rovinato nulla.>> Rispose l'uomo.
Ha una voce roca, e gli occhi più belli e vuoti che io abbia mai visto. Sono verdi, con qualche sfumatura marrone. Sono quel tipo di occhi che ti studiano, ti scavano dentro, che ti masturbano l'anima, fino a rimanerti impressi dentro la testa, e allora un giorno decidi di giocarci un po' su, toccandoti, e pensando a come questo paio d'occhi ti guarderebbe dall'alto, raccogliendoti i capelli in un pugno e ansimando pesantemente..
<<Signorina, ha capito cosa le ho chiesto?>> Dice l'uomo.
Fuoriuscendo dai miei pensieri colmi di lussuria, decido di rispondergli.
<<No, mi scusi, può ripetere?>>
<<Certo, mi domandavo se lei fosse la signorina Greta Salvatore..>> mi chiese.
<<Si esatto, posso sapere invece chi è lei?>> Gli domando, sono curiosa di sapere a chi appartengono questi occhi.
<<Mi chiamo Philip, Philip Adams.>>
Non conosco nessun Philip Adams, e ad essere sincera non credo neanche sia il suo vero nome, penso sia tutta una copertura.
<<Piacere di conoscerla Philip Adams.>>
Gli porgo la mano, e lui ricambia. La sua mano è rugosa, segno del fatto che non è un mio coetaneo. Le sue dita sono il doppio più grandi delle mie, ciò mi porta a pensare a quanto godimento mi procurerebbero..
<<Ora mi scusi, ma la mia famiglia mi sta aspettando. Arrivederci signor Adams.>>
<<A presto signorina Salvatore.>> Concluse.
Mi analizza, mi guarda, come se i nostri occhi stessero scopando. Poi, alla fine, se ne va, lasciandomi con il solo ricordo di quei occhi, occhi sui quali credo mi diverterò un po' su... sul mio viso spunta un sorriso pieno di libitudine.
Decido quindi di raggiungere gli altri per dare inizio alla missione, e scoprire a chi spetterà la vittoria, se a noi SharpBlade, o a loro, i DarkSide.
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Forbidden
RomanceDARK ROMANCE Suo padre l'ha abbandonata quando aveva 6 anni. Sua madre è morta quando ne aveva 8. Ora Lily si ritrova sola, con l'unica famiglia alla quale ha giurato di non voltare mai le spalle: la sua gang di sicari, i SharpBlade. Dopo la morte...