Capitolo 1

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LILITH

"Se dipendi da qualcuno Lilith, finirai per pentirtene..." mia madre me lo ripeteva sempre quando ero piccola, accocolata a lei, sul letto. Era una donna stupenda.

Non mi ha mai fatto del male. Ogni volta che mi demoralizzavo, lei mi diceva di rialzarmi e combattere. Ha sempre mostrato la parte solare che le apparteneva.

Ogni volta che stava male o qualcosa non andava, lei lo nascondeva, negava, ripeteva che andava tutto per il meglio. Ma io sapevo che mentiva.

Una cosa che ho sempre amato del suo carattere, era che riusciva costantemente a celare ogni problema, malessere o difficoltà, indossando una seconda maschera. Ma con me questo gioco non ha mai funzionato.

Per questo non abbiamo mai ampliato molto il discorso su mio padre. Da quando ci ha lasciate tutto è cambiato. Sapevo che l'abbandono di mio padre l'aveva spezzata.

Mia madre non resse emotivamente il suo rifiuto verso di noi, finchè questo non diventò fisico. Iniziò ad assumere farmaci che peggiorarono la sua situazione, rendendola micidiale.

Morí 2 anni dopo che se ne andò mio padre, quando io avevo 8 anni. Dalla sua morte sono passati 11 anni, ora ne ho 19.

Frequento l'università, ho amici, abito in un quartiere ben visto, come una ragazza normale. Ma si cela un segreto dietro tutto questo.

Non sono mai stata una ragazza normale, soprattutto quando ho deciso a chi donare la mia eterna fedeltà, a colei che mi ha trovata, che mi ha presa sotto la sua ala quando ne avevo piú bisogno, che ora mi protegge e si trova al mio fianco, l'unica famiglia alla quale non volterò mai le spalle: la mia gang di sicari.

Ha scovato dentro di me la parte piú oscura che mi appartiene. Mi ha detto di accogliere i miei demoni, di farli diventare i miei migliori amici, i miei fratelli. Ho scoperto una parte di me stessa, che prima non pensavo neppure esistesse.

Ora non provo piú affetto verso gli altri, solo indifferenza. Non conosco piú neanche l'amore. La morte mi ha portato via tutto. Ma come mia madre, indosso una seconda maschera.

Solo quando entro nel covo so di poter essere me stessa, di poter esternare tutto quello che provo, tutto quello che sento. Non ho paura di farlo, perché so, ne sono certa che i SharpBlade non mi giudicheranno, o tradiranno mai. Mi hanno accettata tra loro.

Ora mi ritrovo qui, nel covo, con la mia migliore amica mentre ci alleniamo per la prossima missione.

<Allora...come va con Alex?> Chiese Alice.

Me lo disse ed io mi bloccai di colpo. Quello che ho con Alex non è propriamente una storia. Semplicemente sappiamo entrambi che non vogliamo impegni, e oltre tutto non abbiamo tempo per impegnarci in una storia d'amore. Quindi ci divertiamo qualche volta facendo sesso.

Ma non è nulla di serio, e sono sicura che non lo diventerà, perché non sono la tipica ragazza che puó portare avanti una relazione in modo lineare. Inoltre, non ho la forza per farlo.

<Tutto bene. Ci vediamo qualche volta quando abbiamo voglia di fare sesso...nulla di che.>

<Sai, tante volte da come vedo che ti guarda, sembra che si sia innamorato di te.> Appena Alice pronunciò queste parole, feci una mezza faccia inorridita.

Io non voglio relazioni, soprattutto con persone con le quali non ci vedo una cosa oltre l'amicizia o un rapporto sessuale. Io e lui siamo solo amici di letto, se lo deve imprimere nel cervello.

<Si tante volte anche io ho come l'impressione che voglia di piu, ma non sono io la persona adatta a ciò che vuole.> Risposi io.

Sentendomi in parte in colpa, perché non voglio ferire i suoi sentimenti, tantomeno dargli false speranze, ma ripeto, non sono una persona adatta a delle relazioni. Lo distruggerei di piú se gli permetterei di stabilire un legame piú grande di un'amicizia.

Forbidden Where stories live. Discover now