Capitolo 3

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Dopo aver finito la colazione e dopo aver pagato il conto andai verso Niall per salutarlo. Si trovava dietro al bancone intento a fare qualsiasi cosa gli competesse, quindi decisa a non disturbarlo mi sedetti lì davanti, osservandolo. Lui alzò lo sguardo e mi sorrise in modo affettuoso aspettando che parlassi, ma non lo feci, anzi, appoggiai il mento sul dorso della mano mentre con l'altra picchiettavo l'indice sulla superficie in marmo del banco a mo di sfida.

-Cosa desidera signorina? -mi disse sarcastico.

-Beh, signore, lei è davvero un bel pezzo di ragazzo e mi chiedevo se non foste già impegnato in un qualche tipo di relazione. -dissi cercando in tutti i modi di trattenere una risata alla vista dei suoi occhi spalancati ma divertiti.

-Beh, signora, lei è davvero gentile. Ma proprio non è il mio tipo, io sono orientato più verso le brune, le bionde proprio non mi vanno. -disse con il mio stesso tono di voce, e potrei giurare che anche lui stesse cercando di trattenere una risata.

-Bastardo! A te piacciono le bionde. -dissi ormai scoppiando a ridere per poi essere seguita da lui. Lo colpì con un leggero pugno sul braccio e questo mio gesto non fece altro che farlo ridere in modo più esagerato.

-Si, è vero. Ma è anche vero che non sei il mio tipo. -disse sorridendo. E stranamente non mi offesi, sapevo benissimo che tipo di ragazza potesse attirare la sua attenzione: bionda, come me, carina, come me, innocente, non come me, gentile, beh più o meno come me.

Improvvisamente, non so neanche io come, i miei pensieri vennero catapultati alla discussione avuta con mia madre quella mattina. Dovevo sul serio trovarmi un lavoro, erano mesi che litigavo con lei sempre per lo stesso motivo: io volevo andare a vivere da sola, cambiare aria, e chissà, addirittura paese. Lei ogni volta mi offriva di andare a lavorare con lei nella sua azienda, e io, ovviamente, puntualmente rifiutavo. Non avrei lavorato con lei neanche per tutto l'oro del mondo! A stento riuscivo a sopportarla per quei pochi minuti in cui ci scontravamo la mattina figuriamoci se avessi dovuto passare l'intera giornata in sua presenza. No, no e ancora no.

-Pianeta Terra chiama Gwen! -disse Niall sventolandomi una mano davanti agli occhi.

-James ho bisogno di un lavoro! -dissi tornado improvvisamente seria. Lui probabilmente capì che non scherzavo; era al corrente della situazione che c'era tra me e mia madre.

-Gwen, io non so come aiutarti. Proprio ieri hanno preso una ragazza qui. -disse con uno sguardo pensieroso, come se stesse cercando in quella sua testolina finta bionda un'idea da propormi.

-Oh no, non credo che questo lavoro faccia per me. -dissi facendo un timido sorriso per paura che potesse offendersi. Spero proprio di no.

-Si lo so, ma poteva essere qualcosa per iniziare a mettere dei soldi da parte. -disse serio. Dio, fa che non si sia offeso.

-Lo so, e sarebbe fantastico, ma io cerco qualcosa per cui la mattina valga la pena alzarsi dal letto. Qualcosa per cui svegliarsi con il sorriso sulle labbra. Merda, non troverò mai un lavoro di questo passo! -dissi ormai esasperata, rendendomi effettivamente conto della gravità della cosa.

-Che ne dici di un lavoro come modella? Insomma, il fisico ce l'hai, il faccino anche. Perché non provare? Stamattina è entrato un tizio qui e l'ho sentito parlare a telefono; era abbastanza incazzato perché ancora non aveva trovato un viso nuovo e pulito per una rivista di cui non ricordo il nome, qualcosa che aveva a che fare con la parola runway, o qualcosa del genere. -disse con un grande sorriso stampato in faccia, fiero di se stesso per la grande idea avuta.

Io non potei far altro che sorridere come una deficiente ed esultare mentalmente per quella straordinaria opportunità. Dopo aver ringraziato Niall per le informazioni avute mi recai alla sede dove si tenevano gli scatti fotografici. Avevo perfettamente capito di quale rivista parlava, era probabilmente la più famosa del paese ed io avrei fatto di tutto pur di essere su quella copertina, sia per i soldi che per altro.
Una volta arrivata di fronte, si alzava davanti a me un'enorme struttura, tutta in vetro con in cima la scritta Runway. Ero arrivata, ed il solo pensiero di poter mettere piede lì dentro mi elettrizzava, quella era decisamente la casa della moda. Ho sempre comprato e adorato quella rivista, gin da piccola ho sempre desiderato far parte di qualcosa di così grande, ma mia madre mi ha sempre detto che un giorno avrei preso io le redini in mano dell'azienda di famiglia.
Ma ora, avere anche una sola piccola possibilità di far parte della rivista mi eccitava come non mai, la mia foto sarebbe potuta capitare tra una di quelle pagine, e chissà, nel migliore dei caso anche in copertina.
Senza pensarci due volte entrai e mi recai alla reception dove una ragazza bruna, occhi verdi, lentiggini e con uno stile da far invidia a chiunque, ma non a me, mi guardò dall'alto in basso squadrandomi come se fossi un brutto quadro esposto in una galleria d'arte di opere fenomenali. Dio, le do un pugno in bocca se continua così.

-Come posso aiutarti? -disse stavolta guardandomi negli occhi. Cosa crede? Che guardandomi in quel modo abbassi lo sguardo? Povera illusa.

-Sono qui per vedere il direttore. -dissi con un sorrisetto da sfida.

-Il tuo cognome? -disse guardando qualcosa sul computer. Altezzosa di merda, ti prendo a cazzotti in faccia!

-Dixon. Gwen Dixon. -dissi fiera del mio cognome, lei cercò ancora sul suo computer di ultima generazione prima di guardarmi con un sorriso da "te l'avevo detto".

-Mi dispiace, non hai un appuntamento. Quindi suppongo non ci sia altro da dire. -mi disse con quel sorrisetto in faccia. E se le facessi cadere quei denti? Non sarebbe una cattiva idea.

Mi girai senza degnarla di una parola, fermandomi poco prima delle porte girevoli per l'uscita e voltandomi vidi che quella stronzetta era troppo occupata al telefono per accorgersi ancora della mia presenza lì dentro. Idea! Mi comporterò come James Bond in un suo film, sarò veloce come una lepre e nessuno capirà che sono un intrusa. Dove sono le statue d'ora quando servono?!
Quando entro nell'ascensore c'è una musichetta rilassante ad accogliermi, guardo i pulsanti dei vari pianie ognuno ha il proprio settore. Quello amministrativo, quello del direttore, quello per il set fotografico e tanti altri che non mi va neanche di leggere. Poco importa perché quello che interessa a me è il set. Premo quindi il pulsante con il numero 10 in rilievo e l'ascensore inizia a salire lentamente. Dopo varie interruzioni a causa della salita o discesa di altre persone arrivo al decimo piano con il cuore che batte all'impazzata, che  emozione!
Appena metto il piede fuori dall'ascensore vedo uno sfondo bianco che copre tutta la parete di fronte, delle luci pazzesche che si infrangono su quella superficie e una macchina fotografica posta su un cavalletto. Abiti bellissimi appesi in ordine uno dietro l'altro, ragazze in intimo o vestite davvero bene che dominavano la stanza, correvano avanti e indietro uscendo da altre stanze.
Poi all'improvviso sentì qualcuno venirmi addosso e mi ritrovai a terra senza neanche rendermene conto. Bella figura di merda, Gwen, complimenti. Avrei rotto il naso a chiunque fosse stato, o forse no...
Porca carota che strafigo della miseria!

-Dio, scusami tanto. Andavo di fretta e non ti ho vista. Scusami davvero, non avevo intenzione di farti del male. -mi disse con un'espressione davvero dispiaciuta in volto.
-Piacere, William. -disse poi porgendomi la mano e con un sorriso luminoso, così come i suoi occhi azzurri.

***
Scusate davvero tanto se abbiamo aggiornato solo ora, ma siamo state davvero impegnate con la scuola.
In ogni caso, che ne pensate del capitolo? Avete suggerimenti per il prossimo? Secondo voi cosa succederà?
valentinalamarca14 <--- lei è la ragazza con cui scrivo la storia, se vi va seguitela.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 23, 2015 ⏰

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