Hunter

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Sono le 17 e io sono già davanti alla porta dei Thompson, il mio ormai porto sicuro.
Tutti pensano che i soldi possano comprare qualunque cosa, ma darei ogni centesimo per ri nascere in questa famiglia e non in quello che è lo schifo della mia.
Vivo in una villa con dieci camere, quattro bagni, sala giochi, piscina e tutti i comfort che si possano immaginare, eppure non mi sono mai sentito più in trappola che in quella che dovrei chiamare casa mia.
I miei genitori sono due rinomati avvocati che se ne sbattono di tutto ciò che non riguardi la loro carriera, compresi i loro figli.
Io e la mia sorellina Lydia siamo stati cresciuti dalla nostra governante Nora che è stata l'unico spiraglio di luce in una vita di merda.
Le sono molto grato perché continua a modo suo a prendersi cura di noi, soprattutto di Lydia. Vorrei essere più presente per lei ma mi sento soffocare in quella casa, quindi appena posso scappo dal mio migliore amico Jared Thompson.
Suono e vengo accolto dalla signora Clarke, che ormai considero come una seconda madre.
<<Salve signora Thompson>> dico con un sorriso.
<<Hunter tesoro, quando ti deciderai a chiamarmi per nome? Ormai sei di famiglia!>> esclama con finta indignazione.
<<Agli ordini Clarke>> dico con un ghigno e un saluto mitare.
Mi scompiglia i capelli e mi fa salire di sopra dove trovo Jared in camera sua.
<<Hey amico>>
<<Hey Hunter , non ti aspettavo>> dice.
<<Scusa se piombo sempre così all'improvviso ma avevo bisogno di uscire>>
<<Che succede?>> chiede.
<<Non mi va di parlarne, giochiamo?>> dico prendendo il joystick.
Passiamo così tutto il pomeriggio, finché non veniamo richiamati per la cena.
<<Tesoro se ti va puoi restare a dormire,  ricorda però di avvisare Sarah così da non farla preoccupare>> dice Clarke.
''Come se a mia madre possa minimamente interessare dove io dorma, l'importante è che non gli stia tra i piedi" lo penso ma non lo dico.
<<Certamente, grazie mille>> dico con un sorriso tirato.
Mi sveglio di soprassalto, mi siedo sul letto e ripenso al sogno ricorrente che occupa ormai quasi tutte le mie notti, quando la sento.
<<No , no , no>> la voce di Kylie intrisa di paura.
Mi si stringe lo stomaco e mi precipito in camera sua , cerco di svegliarla smuovendola delicatamente dalle spalle.
Non ottengo nulla se non agitarla ulteriormente , tutto ciò non fa che aumentare la mia ansia.
<<Ky, ky svegliati piccola>> sussurro provando di nuovo a scuoterla.
Finalmente ottengo una reazione ed esalo un sospiro di sollievo.
Cerca di risvegliarsi dal torpore e quando capisce che sono io mi guarda male.
Cerco di mantenere la calma e regolarizzare il respiro.
Da lei ottengo sempre e solo questo: una fottuta porta in faccia, che è quello con cui la ripago dopo la breve discussione che abbiamo appena avuto.
"Non utilizzare quel tono di ammonizione come se dal mio benessere dipendesse la tua vita" ricordo le sue parole.
Come se non sapesse che pur di non vederla più stare male mi farei amputare un braccio.
Quanto mi fa incazzare, non la sopporto quando si comporta come se non me ne fregasse un cazzo di lei. A volte vorrei che fosse così almeno non sarei costretto a sentire questa stretta al petto ogni volta.
Torno in camera di Jared e mi metto al letto , ma di dormire non se ne parla , resto a fissare il soffitto fino a quando non sento la sveglia.

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