Il rumore degli uccelli, i colori dell'alba e la strada tranquilla erano tutto ciò che si percepiva guardando fuori dalla finestra della nuova stanza.
Milla era davanti alla finestra, con i gomiti appoggiati sul davanzale, sorseggiando il suo enorme caffellatte con il ghiaccio.
Sapeva che venendo qui andava in contro a una famiglia già consolidata, e che quindi sarebbe stata automaticamente di troppo, ma non pensava fino a questo punto. Prima di partire sperava davvero che avrebbero potuto capirla, lasciarle i suoi spazi per metabolizzare che ora erano pronti ad accoglierla e creare un rapporto sano genitori-figlia. E nonostante fossero passati a mala pena due giorni, ha deciso che il tempo passato in quella casa, fosse stato già abbastanza; e quindi ha trovato alloggio in un hotel non troppo costoso vicino al centro.
Avrebbe preferito tornare subito a Rio de Janeiro dalla nonna, ma per via del cellulare rotto non poté contattarla in alcun modo. Più tardi sarebbe passata a far aggiustare il telefono e nel mentre avrebbe visto la città."Guardi signorina purtroppo il danno è anche all'interno del cellulare, perciò è per questo che non si accende. Per aggiustarlo ci vogliono come minimo due giorni"
Queste furono proprio le parole che meno desiderava sentirsi dire. Come avrebbe fatto a contattare la nonna? Cosa avrebbe pensato la nonna dopo due giorni e mezzo che non si fa sentire? Erano le uniche domande a cui riusciva a pensare e a cui non riusciva a trovare una risposta. Nemmeno mentre beveva il terzo caffè della giornata, alle dieci e mezza di mattina.
I soldi per prenderne uno momentaneamente non li aveva, gli servivano per il viaggio per tornare a casa, ma allo stesso tempo si preoccupava per l'anziana che ogni pomeriggio la chiamava per chiederle come stia andando."Viene due euro e cinquanta"
Prima che potesse porgere alla barista i soldi, si ritrova un braccio passarle davanti pagando al posto.
"Pago io per la ragazza"
Girandosi si ritrovò due facce abbastanza conosciute. Erano due dei ragazzi della squadra di suo padre: erano vestiti entrambi con jeans lungo e polo nera.
"Grazie, non dovevi. Non ce n'era bisogno"
Iniziò la mora. Intanto si girò verso i due e notò Nicolò. Non ci aveva parlato ieri, e lui probabilmente non ha nemmeno idea di chi lei sia. Ed effettivamente era vero, il biondino non aveva la minima idea di chi possa essere, ma è dal giorno precedente che la guarda con gli occhi sopraffatti dalla bellezza: i suoi occhi castani scuri e i suoi capelli corvini che le contornavano il viso dai lineamenti dolci, erano arte per lui.
"Ci vediamo agli allenamenti più tardi?"
Disse il genovese mentre iniziarono a camminare verso un parcheggio. Notando che quella fosse la direzione opposta alla via nella quale era situato l'hotel risponde subito bloccando entrambi i ragazzi.
"No, non ci sarò oggi. Io devo tornare verso di là, ci vediamo. E grazie ancora per il caffè"
Disse tutta d'un colpo come se pronunciare queste parole le provocasse ansia.
"Ti accompagnamo noi non è problema"
Ad proporre il passaggio è Nicolò, proprietario della macchina.
"No, torno da sola che mi faccio anche una passeggiata"
Sa benissimo che ha bisogno di stare isolata da tutti in questo momento ed è sicura che fare una bella passeggiata le farà sicuramente bene e le farà schiarire le idee sul da farsi.
Alla fine l'accompagnarono in macchina proprio i due, obbligandola a salire sull'auto per non farla tornare da sola.
"Tra qualche giorno ci sarà la prima partita, vieni?"
Andare alla partita significherebbe rivedere suo padre, e nemmeno lontanamente avrebbe desiderato una cosa del genere. Per giunta odiava il calcio, quindi sarebbe stato inutile andare a vedere la partita dato che si sarebbe solo annoiata.
"No, sono piena di impegni"
Dall' aspetto dolce della giovane, Nicolò non si sarebbe mica aspettato un caratterino del genere. Fin dalla tenera infanzia è stata caratterizzata da questo sguardo dolce e dai lineamenti delicati.
Crescendo questi tratti non li perse, ma dovettero far fronte al carattere scorbutico della ragazzina che non combaciavano perfettamente con l'aspetto esteriore ."Penso che tuo padre ci tenesse ad averti lì alla prima partita, quindi non puoi proprio liberartene?"
Continuò il numero 21, non capendo il motivo della sua scontrosità e assenza alla partita essendo la prima di suo padre nella nuova squadra. Anche Andrea dentro di sé aveva questi dubbi, ma non riusciva a esternarli per chiedere spiegazioni; come il giorno precedente, in cui è andato di fianco a lei a parlare, sentiva che non andava tutto per il verso giusto e, non avendo confidenza, preferì sviare sempre queste domande riguardo la famiglia, in particolare il padre.
Pertanto appena l'amico porse quella domanda si rese conto della posizione al quanto scomoda nella quale avesse messo la mora."Ho detto che non posso venire che sono impegnata. Ora puoi pure lasciarmi qua tanto è dietro l'angolo l'hotel. Grazie"
Il genovese non si aspettava di certo una risposta positiva. Ormai la conosceva: ragazzina scontrosa, arrabbiata con il mondo, che odia quando qualcuno le da attenzioni ma allo stesso tempo ha bisogno di qualcuno che sia in grado di sostenerla moralmente, e che la capisca senza che ci siano di mezzo parole. Lei era quello ai suoi occhi. Ovviamente non stava screditando il suo dolore, anzi, essendo un ragazzo estremamente empatico, lo percepiva come fosse suo il male. Voleva aiutarla e sapere che cosa la turbasse, se solo lei avesse voluto.
Al contrario di Nicolò, che era visibilmente confuso da tutta la situazione. Per lui era una ragazza così bella, e non capiva il perché dei suoi atteggiamenti. Inizialmente pensava che fosse una bimba di papà, cresciuta con un padre che asseconda tutte le sue richieste essendo figlia di un ex calciatore, ma dopo questo breve dialogo in macchina sembra aver capito che ci sia qualcosa di più. Quando ha aperto il discorso di suo padre ha cambiato totalmente umore, non che prima sgargiasse di allegria.
"Hotel? In che senso, pensavo ti stessimo portando dalla tua famiglia"
Il biondo accostò la macchina per avere meglio un confronto con la ragazza e l'amico, seduti uno di fianco a lui, e l'altra nei sedili posteriori.
"Io non ho una famiglia qua, sta in Brasile la mia"
Senza dare altre spiegazioni, Camila, apre la portiera e scende senza dare tempo agli altri due di poter fare altre domande. Prima di andarsene però si appoggia al finestrino del guidatore per ringraziare di nuovo per il passaggio e per il caffè.
E poi proseguì verso l'hotel in cui alloggiava."Andre non sto capendo. Che cazzo sta succedendo?"
Si girò il più piccolo dei due verso l'amico
chiedendo spiegazioni con gli occhi, oltre che con la bocca."Non lo so, avrà un brutto rapporto con i genitori. Comunque quegli occhi amico mio, li ho visti"
Gli avrebbe fatto piacere conoscerla, ma da subito pensò non fosse ricambiato. Dal giorno prima, seduta sugli spalti da sola al cellulare, avrebbe voluto capire cosa ci fosse nel suo mondo. Ma non era mai stato bravo a socializzare con persone introverse, e difficili, come lui: di solito quando incontra persone più estroverse, al contrario suo, viene più semplice creare una conversazione. Ma con lei era diverso. Si perdeva a guardare il suo viso ogni singolo momento.
"Ma cosa dici? Lo sai che dopo Giulia non voglio nessun'altra"
I due si erano lasciati circa due mesi fa, per alcune incomprensioni all'interno della coppia e della situazione insostenibile ormai creata.
"È l'ora che tu vada avanti Nico, l'unica cosa che ti posso dire è buona fortuna... Non sembra una tipa molto semplice"
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Mare calmo // Nicolò Fagioli
Fanfiction"Nessuno spiega quale sia il motivo per cui soffro Ubriacarsi di parole finché il sole viene a scaldarci Ancora quel timore che domani sia troppo tardi" "Riprovarci ancora sembra un tuffo nel passato Oggi volto pagina che ciò che è stato è stato"