Alle 8.15 di mattina suonò la sveglia nell'enorme casa in cui alloggiava il calciatore, che, nonostante vivesse ormai da solo, continuava a stare in una casa che sarebbe bastata probabilmente a un intera famiglia.
Dopo alcuni momenti di esitazione, nei quali si rigirò più volte tra le lenzuola, si decise ad alzarsi, spegnere la sveglia del cellulare e dirigersi in cucina per fare colazione.
Si diresse subito agli allenamenti, stranamente in anticipo, e andò a prepararsi nello spogliatoio dove trovò già il capitano, Bremer, Locatelli e Fede Gatti.
"Ei oggi ti sei svegliato presto eh"
Inizio Federico, conoscendo bene i seri problemi dell'amico a svegliarsi relativamente presto la mattina.
"Solo oggi tranquillo"
Nel mentre arrivarono tutti gli altri giocatori e iniziarono l'allenamento.
Era una fresca giornata di fine luglio, e si sentiva il venticello sulla pelle mentre correvano intorno al campo. L'ultima volta all'allenamento era venuta anche Camila, ma questa volta non c'era traccia di lei.
"Andre, ma secondo te perché non è venuta?"
Chiese tutto d'un tratto mentre andarono a prendere le borracce.
"Ma chi?" Chiese invece l'amico distratto dal cercare la sua.
"Camila. L'altra volta c'era, perché sta volta no?" Si spiegò meglio il biondino, sperando che almeno lui abbia delle risposte.
"Ma che ne so, chiedi al mister"
Disse ridendo Andrea prima di tornare in campo e riprendere gli esercizi. Quello che uscì dalla sua bocca fu preso troppo alla lettera dato che a fine allenamento si trovarono a parlare proprio di quello Nicolò e l'allenatore.
"Non le piace venire qui, anche se dovessi chiederglielo non accetterebbe"
"Non può provare a chiederglielo di nuovo?"
Il più grande dei due non capiva il motivo del perché fosse così importante la sua presenza. Non era di buona compagnia la ragazza e lo sapeva bene lui.
"Ma perché ti interessa così tanto, Nicolò?"
Il ragazzo non seppe cosa rispondere, effettivamente perché gli importava così tanto? Non ne aveva motivo.
"No così, è appena arrivata qua ed è sola. Potrebbe uscire con noi a volte"
"Hai ragione. Prova chiederglielo tu, a me probabilmente non risponderebbe nemmeno al telefono"
Continuò Motta lasciando trasparire un velo di tristezza nelle sue parole.
Per quanto non lo abbia dimostrato, l'ultima litigata ha colpito anche lui.Dall'altra parte di Torino invece, Camila, si era appena svegliata. Andò subito a vestirsi e poi a controllare se il telefono fosse pronto.
Come già accennato dal tecnico ci sarebbero voluti minimo due giorni, e ne era passato solamente uno, così se ne andò a mani vuote.
Per non rendere invano quell'uscita, si diresse a fare un po' di spesa nel super mercato vicino all'hotel. Da lì a poco se ne sarebbe andata ma per il poco tempo che avrebbe trascorso in quella città, non aveva di certo tutti questi soldi per mangiare in ristoranti.
Mentre si trovava davanti al bancone degli affettati, in fila, riconobbe subito uno dei due ragazzi che aveva incontrato il giorno prima.
"Dannazione! Ma tra tutti i supermercati perché qua" Bisbigliò in portoghese la ragazza tirando un sospiro.
"Hai detto che sei contenta di vedermi?"
La voce del ragazzo risuonò nelle sue orecchie spaventandola per qualche istante.Non pensava di averlo detto così ad alta voce.
"No" Furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca.
"Oggi pomeriggio andiamo tutti a casa di Andre, vuoi venire anche tu?" Chiese Nicolò speranzoso in una risposta positiva.
"Grazie, ma no" Cercava di essere il più fredda e arrogante possibile, ma questa volta sentiva così tanta gratitudine verso quei due ragazzi che cercavano di farla entrare della loro vita, da non riuscire a mascherare del tutto la felicità mentre parlava.
"Devi fare qualcosa?" Ritentò il biondino, questa volta con un tono più convincente. Sapeva che sarebbe riuscito a convincerla.
"Non sono cose che ti riguardano" Affermò la brasiliana mentre si avvicinava sempre di più il suo turno di ordinare.
"Ci vediamo a casa di Cambia alle tre"
Concluse il ragazzo facendo notare al lei che non aveva minimamente preso in considerazione quello detto da lei qualche attimo prima."Non so dove abita" Controbatté Camila lanciando un'occhiata di sfida a Nicolò.
"Mandami la posizione che ti vengo a prendere io"
"Sono senza cellulare, è ad aggiustare il mio" Rispose con aria infastidita la ragazza, al chè il ragazzo non poté far a meno di guardarla stranito. Insomma, chi ormai riusciva a vivere più di qualche ora senza cellulare?
"Allora vorrà dire che verrai a casa mia a mangiare a mangiare e poi andremo a casa sua"
"Non se ne parla proprio Fagioli" Rispose avvicinandosi al bancone dettando quanto desiderato alla signora anziana che si trovava dall'altra parte.
Dopo aver preso qualche affettato, del pane e qualcosa per fare l'insalata si diresse alla cassa. E proprio mentre stava per porgere la carta sentì una voce dietro di lei.
"Aggiunga anche questi grazie" Sentì dire da una voce ormai familiare, mentre anche lui tirò fuori la propria carta di credito, che poi qualche attimo dopo poggiò sul POS.
"Perché lo hai fatto? Non ce n'era bisogno" Iniziò a lamentarsi la ragazzina per quanto fatto dal lui prima.
"Ma tipo ringraziare e basta?" Mentre i due continuavano a scambiarsi qualche parola si stavano dirigendo verso la macchina di Nicolò.
"Lo so che potevi pagartelo da sola, volendo hai pure più soldi di me. Ma ora stai zitta e sali in macchina" Nicolò non sapeva la situazione in cui si trovava Camila ma si rese conto qualche attimo dopo di aver sbagliato a pronunciare quelle parole.
"I soldi di mio padre non sono miei" Milla era piuttosto scettica: non voleva andare a casa di Nicolò, ma non aveva nemmeno voglia di farsi la strada con le buste in mano.
"Scusami non dovevo aprire questo discorso" Dopo questo aprì la portiera alla ragazza, e, vedendola indecisa sul da farsi, la incitò con la testa ad entrare.
STAI LEGGENDO
Mare calmo // Nicolò Fagioli
Fanfiction"Nessuno spiega quale sia il motivo per cui soffro Ubriacarsi di parole finché il sole viene a scaldarci Ancora quel timore che domani sia troppo tardi" "Riprovarci ancora sembra un tuffo nel passato Oggi volto pagina che ciò che è stato è stato"