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A disturbare il gioco della dolce bambina fu l'insistente rumore che produceva il telefono di casa.

"Nina rispondi tu per favore"

Sentì la forte voce del nonno dall'altra stanza e così, costretta a lasciare le due bambole sul bordo del letto, andò a premere la cornetta verde sul cellulare in sala da pranzo.

"Pronto, chi è?"

Domandò con la sua voce dolce, poiché ancora non aveva imparato a leggere.

Dall'altra parte del telefono però, non si sentì niente per alcuni minuti, tanto che la bimba stava quasi per mettere giù impaziente di una risposta.

"Pronto Camila; sono papà, come stai?"

L'uomo chiaramente non si aspettava di parlare con sua figlia, pensava di poter parlare tranquillamente con i suoi di genitori come tutte le altre volte.

Probabilmente tentennò a rispondere alla piccola per la mancanza di cose da dire. Lui le voleva bene, ma non avevano un rapporto padre-figlia.

"Sto bene. Ti passo il nonno?"

Già dalla tenera età ha sempre rifiutato un confronto con il padre.
Non è mai stato parte della sua vita come lei non lo è mai stata della sua.

"Sì grazie. Comunque ti salutano anche la mamma e Sophia"

La sorellina minore aveva appena compiuto un'anno, e Camila l'aveva vista solamente in foto. I genitori non avevano mai avuto la premura di far venire con loro la bambina una volta che la situazione si fosse sistemata, tanto meno farle avere un contatto più stretto con loro, a partire da quello con la sorella.

Dopo aver passato il telefono al nonno, impegnato fuori in giardino a tagliare l'erba, riandò in cameretta, pensando sta volta però alla conversazione avuta, e come avesse desiderato conoscere la sua piccola sorellina.

I pensieri in quella camera d'albergo circa tredici anni dopo erano più meno li stessi. Passo poco tempo in quella casa con loro, ma ebbe modo di vedere quanto Sophia fosse diversa dalle altre due sorelle. Sarà per l'età, pensò,mentre si diresse verso la verso la finestra della grande camera. Fuori pioveva e c'era un cielo grigissimo, come se il meteo si fosse adattato al suo stato d'animo, o meglio il contrario.

Odiava quelle bambine per quale motivo? Perché hanno i genitori che lei non ha avuto? Perché hanno un padre e una madre che le vogliono bene? Molto probabilmente si, ma non era colpa loro. Ha sempre desiderato conoscere Sophia, e una volta che aveva la possibilità, l'ha accartocciata come un foglio di carta e l'ha buttata nel cestino, con tanto di canestro, per via dell'orgoglio e dell'invidia.

La minore delle due era una ragazzina ormai, e avrebbe bisogno, come tutte le adolescenti, di consigli da sorella maggiore. Non ci aveva mai parlato durante il soggiorno a casa Motta, ma sembrava così cauta e tranquilla a differenza delle due pesti.

Dall'altra parte di Torino invece, Nicolò continuava a pensare al viso di quella ragazza tanto bella quanto scontrosa.

Non era irascibile, perché la rabbia la sapeva controllare ormai. Era semplicemente annoiata da tutto ciò che viveva: annoiata di invidiare sempre gli altri, annoiata di vedere come stia andando la vita degli altri e poi soffermarsi sulla sua, sempre ripetitiva, annoiata della sua vita segnata dalle prese in giro, dall'abbandono e dal rifiuto.

Nicolò non sapeva niente su di lei, e lei sicuramente non gli avrebbe permesso di conoscerla così facilmente.

Aveva sofferto molto anche lui ultimamente, ma si promise di non farsi più abbattere in quel modo e di portarsi più rispetto.

Quel pomeriggio il biondo decise di andare a casa di Dusan, uno dei compagni di squadra con cui ha legato di più.

"Ciao Nico, vieni entra, Dusan è sul divano"

Ad accoglierlo è la fidanzata del serbo, che lo fece entrare in casa e lo guidò verso l'amico.

Senza quella ragazza la casa sarebbe un disastro, ne era sicuro. Dusan è la persona più disordinata che lui abbia mai conosciuto, e per constatarlo basta entrare nella sua camera, ma in generale in qualsiasi stanza della sua casa, quando non c'è Vajia.

"Oh Nico, vieni qua che ci facciamo una partita"

Nicolò prese il controller e iniziarono la partita su fifa: Real Madrid-Manchester city.

"Hai visto la figlia del mister? Non è molto simpatica secondo me"

Tentò Nicolò per aprire il discorso sulla ragazza.
Dusan a quelle parole fece una faccia infastidita. Non la sopportava quella ragazzina, pensava che se la credesse tanto per essere la figlia di Thiago Motta.

"Oh si che l'ho vista, e con me ha fatto troppo la simpatica. A momenti impazzivo"

L'italiano scoppiò ridere sapendo quanto fosse poco dotato di pazienza l'amico.

"ma non pensi che magari sia simpatica conoscendola meglio"

Continuò il biondino cercando di mantenere il discorso saldo su quell'argomento.

"Nicolò apri gli occhi. È cresciuta in mezzo ai soldi, viziata dai piedi alla testa, e a constatare da come si comporta si da aree continuamente. Non è un tipo di persona con cui desidererei avere un amicizia"

Disse Vlahovic cercando di far capire il suo punto di vista all'amico, mentre si avvicinò alla porta avversaria.

"Stronzo non puoi distrarmi così per fare gol"

Si lamentò Nicolò dopo che il compagno aveva fatto il primo punto.

"Non ti sto distraendo io! Sei tu che hai aperto il discorso. Dovresti piuttosto dirmi che cosa ti distrae così tanto da farti perdere una partita contro di me"

"Guarda che ho ancora tutto il secondo tempo per batterti eh"

Mare calmo // Nicolò Fagioli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora