Mi sentivo tutto il corpo addormentato, quasi non riuscivo a muovermi, addirittura le dita dei piedi erano talmente pesanti che non riuscivo a muoverle.
Quando aprii gli occhi la prima cosa che vidi fu un grosso lampadario fatto con degli Swarovski, e sulla mia pelle al posto della solita coperta di cotone sentii della senta soffice e morbida; queste sue cose mi sembrarono molte strane, forse stavo sognando? Non lo sapevo, ma poi mi ricordai cosa era successo.
Stavo tornando a casa da danza e qualcuno mi prese da dietro e poi divenne tutto nero.
Quando mi ricordai mi misi in allerta e mi sedetti sul letto e mi guardai intorno, ma poi sentii la una voce e mi girai verso quella voce, e quando lo feci quasi me la feci sotto; era lo stesso tipo del ristorante.
<< Buongiorno boginya.>> quando senti la sua voce rabbrividì e visto che lui era comodamente seduto in una poltrona nella parte sinistra della camera, io instintivamente mi alzai dalla parte destra della camera.
<< Ch-che c-cosa vuo-i>> riuscì a malapena a dire un sussurro visto che quasi non riuscivo a parlare, sembrava che avessi perso il controllo del mio corpo visto che anche le gambe e le braccia mi sembravano molli, poteva forse essere per il fatto che mi aveva drogata?
Lui si alzò in piedi e visto che c'era una porta mi appiccicai a quella e tentai di aprirla ma niente, era chiusa a chiave.
Quando mi venne incontro potei notare che aveva solo un paio di pantaloni e niente maglietta, e vidi che aveva molti tatuaggi che gli attraversavano i pettorali.
Iniziai a tremare come una foglia. Cazzo per quale diamine di motivo mi aveva portata qua, che cosa voleva farmi? Io ero semplicemente una ragazza di diciannovenne anno che studiava psicologia e per la passione per la danza, e niente di più.
Si fermò a qualche centimetro da me e mi guardò dritto negli occhi, << Voglio te, piccoletta>> mi disse guardandomi le labbra.
Piccoletta, quel soprannome mi suonò familiare, pensai e ripensai, e poi mi ricordai di quando quello sconosciuto mi aveva aiutata sette anni prima.
Ecco perché il suo profumo la sua voce e i suoi occhi mi sembravano familiari.
Lui vide che mi ricordai di quel accaduto, e mi sorrise, e poi piano piano si avvicinò sempre di più al mio viso.
Io in panico girai di scatto la testa e mi appiccicai di più alla porta, e come una bambina piccola iniziai a piangere. Io non volevo questo, io non volevo essere sequestrata da questo tipo, io volevo ancora vivere e prendere la mia laurea in psicologia e diventare una grande ballerina.
Lui vedendomi piangere mi tolse i capelli dalla faccia e mi accarezzo la guancia e con i pollici mi asciugo le lacrime.
<< Ti toccherò solo quando sarai pronta, non farò niente contro il volere e voglio che tu ti senta tranquilla.>> e poi uscii dalla stanza e richiuse la porta a chiave.
Come diavolo voleva che fossi tranquilla se mi aveva sequestrata? Certo fino adesso non mi aveva fatto nulla ma questo era solo il primo di chissà quanti altri giorni.
Ma qualcuno sarebbe venuto a cercarmi vero? Si sarebbero accorti della mia assenza? Merda adesso mi stavo pentendo del fatto che non avevo un rapporto più stretto con i miei genitori o che non li visitavo spesso, magari se li avessi visitati più spesso si sarebbero accorti che non venivo più, oh no?
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Organizatsiya 🌹
RomanceMartyja Isokova, giovane ragazza di diciannovenne anni si troverà nel mirino del mafioso più ricercato della Russia: Alexander Saskoscia. Alexander Saskoscia capo della Organizatsiya il clan mafioso più pericoloso di tutta Russia se non del mondo. T...