Le notti al lavoro sono sempre strane!

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28 novembre 2040

Un semplicissimo lunedi sera di lavoro di un chirurgo.

Nell'atrio dell'entrata dell'ospedale Maggiore di Bologna, ernesto  il mio capo mi stava aspettando...mi colse alla sprovvista buttandomi tra le mani dei fascicoli di un paziente a me sconosciuto...

Cominciò chiedendomi con una di quelle finte gentilezze....

"Devi fare assolutamente questo intervento, questo tipo è un politico che può portare parecchi soldi all'ospedale, cancella la tua lista per sta sera e aggiungi solo lui, non mi interessa il tempo, fa come ti dico"

Lo guardai come sempre con un aria di disgusto e con fare scocciato tirai fuori dalla tasca della giacca le chiavi che entrando nella serratura fecero un rumore sordo aprendo la porta..

Ernesto sembrava perdere la pazienza e cominciando ad alzare la voce inneggiando a varie divinità a me ormai sconosciute mi mise una mano sulla spalla cercando di premere per farmi rimanere li sul posto...

"Ei piccolo stronzo, sei un chirurgo  che potrei cambiare con uno schiocco di dita quindi fa ciò che ti dico e fa il bravo, intesi?"

Mi girai, togliendo delicatamente dalla mia spalla la sua mano sudata e puzzolente, si ne potevo sentire l'odore purtroppo...

"Fallo, sai bene che perderesti il tuo chirurgo migliore, non ho problemi a trovarmi un lavoro, potrei aprire tranquillamente un mio ospedale o una mia clinica e vi farei andare sull'astrico, quindi se ti rimane ancora un briciolo di inteligenza in quella cosa che chiami cervello, sparisci e fammi fare il mio lavoro, ho decisamente persone che ne hanno più bisogno in confronto ad un politico di merda.

Qundi fammi un piacere Ernesto, gira i tacchi e levati dalle scatole,e porta i miei saluti all'onorevole"

Ernesto diventò rosso dalla rabbia mentre attorno  a lui un gruppetto di infermieri erano rimasti senza parole dopo il mio intervento.Entrai nel mio studio sbattendomi come ogni volta la porta alle spalle sbuffando alle innumerevole richieste dei miei superiori...

"Giuro su Caino che un giorno gli stacco la testa e ci faccio giocare a calcio i bambini"

Pensai un secondo alla scena e un sorriso non pote non comparire sul mio volto, corsi a sedermi e cominciai a sfogliare  i vari fascicoli con le informazioni dei pazienti che dovevo operare...

Cominciai a leggere il primo, PAOLO ROSSI, un signore di 60 anni con problemi cardiaci, bisogno urgente di by pass, cuore quasi non funzionante...pensai tra me e me....

"Bene il primo"

Il secondo, Virginia De Bodlair, trauma da schiacciamento dovuto ad un pirata della strada, ragazza di 20 anni, 60kg per 1 metro e 60 di altezza, fegato perforato, cuore sfiorato.... rimasi allibito leggendo la cartella e senza pensarci mi alzai e mi diressi in sala....

"Merda devo sbrigarmi"

Fermai nell'atrio James, un altro chirurgo e  lo pregai di fare lui quel  by pass, lui un pò titubante  accettò e di li ci diressimo uno in una sala e uno nell'altra...

Mi lavai e mi vestii in fretta e furia e quando entrai nella sala la ragazza èra gia li, colore bianco cadaverico, il cuore funzionava a stento, mi morsi il labbro cercando di non imprecare e cominciai ad aprire la ragazza con delicatezza.

Al primo sguardo mi resi conto che aveva bisogno di una trasfusione imminente, con un urlo mandai gli infermieri a prenderlo e continuai da solo l'operato...

Pensavo tra me  e me nel mentre le mie mani si muovevano quasi da sole portate  avanti dall abitudine o da qualche forza a me sconosciuta...

"Per favorire la guarigione potrei mettere nel suo circolo qualche goccia del mio sangue...è rischioso ma devo tentare"

Fui fulminio, con un taglietto fatto dalla mia unghia le inseri in bocca due gocce di sangue, e rimasi a guardare mentre le sue ossa si ricomponevano, misi comunque delle viti in modo da far capire che avevo applicato dei sostegni.

Ricostrui il fegato e medicai le ferite vicino al cuore e mi accingei a chiudere la ragazza...

Il suo cuore cominciò a battere regolarmente, le infermieri fecero iniziare  le sacche di sangue ed io prima di uscire diedi al personale le ultime dritte sul come medicarla e sul fare molta attenzione agli sforzi.

Mi spogliai e usci osservando l'orologio...

"Sono entrato in sala a mezza notte....sono le 4 e mezza...merda ci ho messo parecchio..."

Mi diressi verso il mio studio ma un odore mi bloccò a metà strada, cominciai ad annusare l'aria e percepi una scia rossa vivida provenire dalla camera del sangue, mi sistemai il camicie e mi preparai ad affrontare qualsiasi cosa si trovasse all'interno della stanza.

Entrai con molta tranquillità e cominciai a guardarmi intorno, alcune sacche di sangue erano finite a terra, feci finta di nulla e li rimisi al proprio posto notando dietro lo scaffale, due piedi che sbucavan da dietro l'angolo, conn un sorriso mi alzai e chiusi la porta d'entrata  iniziando a parlare a voce delicata e gentile..

"Vieni fuori non temere, non ti farò del male"

Senti nell'aria l'odore della paura, ma che divenne subito serenità, una ragazzina alta all'incirca 1 metro e 40 usci da dietro il mobile e guardandomi abbassò la testa per la timidezza, la studiai, avrà avuto all'incirca 14 anni o anche di meno, sembrava terrorizzata, qualcuno l'ha trasformata da troppo poco.

Mi misi accucciato per terra e le mostrai i miei occhi rossi, tendendole la mano in segno di amicizia...

La bambina con un pò di timore mi afferrò la mano, erà più fredda del solito,i suoi occhi sfarfallavano tra un verde smeraldo e un giallo paglia, il sire deve essere sicuramente un gangrel, non ci sono dubbi...

"Dove sono mamma e papa piccolina?"

La ragazza non diede nessun segno di vita, si limitò soltanto ad abbassare la testa...li capii

La guardai sorridendo e gli dissi...

"Ti va di rimanere un pò con me ? ci penso io per il monento a badare a te, hai un nome?"

La ragazza sembrò pensare alla prima domanda senza dare un nome, ma per la seconda dalla sua bocca usci una piccola vocina spaventata...

"Va....Va...Val..Valerie"

Sorrisi e cominciando a sistemare un'attimo le spiegai di nascondersi dietro di me e non fare domande...

"Ora andremo nel mio studio c è un divano, riposa li, è protetto dalla luce del sole quindi non dovrebbero esserci problemi, io dormirò accanto a te sulla sedia"

Valeri annui e rimase dietro Lorenzo facendo la sua ombra..

Entrammo nell'ufficio chiudendo a chiave la porta e chiudendo le finestre,e ci lasciammo per un pò portare da una stanchezza millenaria....




Nelle tenebre trovo la luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora