1 Arranged Merriage (Paul Atreides)

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Un forte picchiettio ripetuto mi costringe ad aprire gli occhi. Mi giro su un fianco in direzione della grande vetrata. Immediatamente vengo travolta da una fredda luce naturale.

Sbatto le palpebre ripetutamente per mettere a fuoco il panorama che la finestra mi offre.

Piove.

Mi volto dall'altro lato dando le spalle al paesaggio.

Detesto questo pianeta.

Passo la mezz'ora successiva a rigirarmi nelle lenzuola, ma il sonno sembra essersi volatilizzato. Con un sonoro sbuffo decido di alzarmi dal comodo materasso.

Dopo aver chiamato una cameriera, che mi ha aiutato ad indossare uno dei sontuosi abiti regalatomi da mio padre, decido di dirigermi verso la sala da pranzo per fare colazione.

L'atmosfera che si respira dentro il tetro castello di casa Atreides è quasi surreale. Sembra di essere bloccati nel limbo fatto di calma apparente che precede le battaglie più sanguinose.

Non vedo i miei genitori da ieri, quando siamo arrivati qui.

Sospiro.

Io nemmeno volevo venirci su Caladan.

Quando mio padre, circa due mesi fa, mi comunicò che sarebbe dovuto partire per questioni legate agli affari, non gli diedi peso perchè capitava molto spesso.  Ogni volta che provavo a domandargli qualcosa su questo fantomatico "viaggio di lavoro", lui si limitava a ripetermi che non dovevo preoccuparmene e che avrei dovuto "vivere la mia giovinezza". Non mi aveva mai detto nulla di simile, anzi, mi aveva sempre spinta ad approfondire tutto ciò che riguardava gli affari di famiglia. Provai ad indagare, ma non trovai nulla di sospetto e tentai di giustificare quello strano comportamento di con le scuse più banali. Il mese successivo, cominciò a regalarmi abiti sempre più pregiati e sontuosi. Li detestavo. Ma quello che più non riuscivo a sopportare era che, tutt'a un tratto, si preoccupasse dei miei "modi da signora" che, a quanto pare, non erano degni di noi Kyux. Per suo volere, ho frequentato moltissime lezioni di bon ton che non hanno fatto altro che tentare di uccidere la mia personalità. Non mi ribellai perchè mio padre ha sempre compiuto le scelte più giuste per me, ma il nostro rapporto è andato a peggiorare sensibilmente. Le lezioni di bon ton mi hanno aiutato a non schiaffeggiarlo, quando, circa una settimana fa, ha annunciato che sia io che mia madre saremmo dovute partire per Caladan con lui. La cosa che più mi ha ferita è che mia madre non è sembrata sorpresa, bensì rassegnata. Avrei voluto prendermi a pugni quando ho abbassato la testa ed ho pronunciato quel maledetto: "Sì padre".

I corridoi di questo castello sembrano infiniti e tutti quanti intrecciati tra loro in un nodo di porte e vetrate che mostrano la solita vista deprimente.

All'ennesima svolta a destra mi ritrovo in un vicolo cieco che porta ad un grande portone dalle ante alte e spoglie.

Digrigno i denti, il mio stomaco brontola.

Detesto questo posto!

<<Leto, dovete promettermi che non le torcerete un capello e che vostro figlio la tratterà come merita d'esser trattata una Kyux>>

Sento la voce di mio padre rimbombare dalla stanza celata dal grande portone.

Mi blocco sul posto, nelle orecchie sento solo il battito accelerato del mio cuore.

Mi pare ovvio che papà stia parlando con il Duca Leto Atreides e che la persona alla quale sta facendo riferimento sia io.

"Una brava signora non origlia mai una conversazione. Una donna d'alta classe lascia perdere la curiosità, sinonimo di immaturità, e torna ad occuparsi delle proprie faccende. Non deve mai seguire l'istinto, anche se l'argomento della conversazione è proprio la dama stessa. Ella è tenuta a lasciar perdere e far sì che gli uomini si occupino di lei e del suo futuro perchè, come la storia ci ha insegnato, è sempre la scelta migliore."

IMMAGINA Timothée ChalametDove le storie prendono vita. Scoprilo ora