Aveva cominciato a nevicare. Di lì a poco il terreno fu coperto di bianco. La pineta alla sua destra stormiva sotto le raffiche violente del vento. Era ora di tornare prima che lo cogliesse una tormenta, pensò Stiles. E invece proseguì deciso a dare un'occhiata da lassù alle onde impazzite che s'infrangevano contro le rocce.
Finalmente raggiunse la cima e lasciò spaziare a lungo lo sguardo oltre la baia, ma la nevicata permetteva di distinguere a malapena il profilo delle isole e delle Camden Hills in lontananza. Osservò i marosi rompersi contro gli scogli e poi, non resistendo più al freddo, si decise a tornare.
Pensò che avrebbe fatto molto prima tagliando per i boschi e prendendo la scorciatoia che attraversava la proprietà degli Hale. Senza esitazione, scavalcò il recinto che delimitava la proprietà, ansioso di cercare riparo sotto gli alberi.
Ma dove una volta c'era un sentiero transitabile, ora cresceva una fitta vegetazione. Stiles cambiò strada diverse volte, finché si trovò completamente disorientato; ignorava del tutto se si stesse dirigendo verso casa o stesse tornando al faro. Cercò di avanzare in quell'intrico di rami; i più bassi gli graffiavano la giacca e le guance. Gli sembrava di essere prigioniero di un incubo e malediceva il momento in cui aveva deciso di passare di lì.
Alla fine, si ritrovò al limitare del bosco: di fronte a lui si stendeva un grande prato candido, in fondo al quale sorgeva una casa con il tetto spiovente. Fatta di scura pietra, aveva un'aria anche più cupa contro il grigio del cielo. Le finestre dalle quali non filtrava alcuna luce le davano un aspetto sinistro.
Stiles realizzò che si trovava molto distante dalla strada. Invece di tagliare per i boschi, non aveva fatto che allontanarsi. Ma non aveva intenzione di rientrare in quell'incubo. Decise di attraversare il prato che aveva di fronte e raggiungere il sentiero privato fiancheggiato da due file di pini che da lì riusciva appena a distinguere. In quel modo sarebbe sbucato sulla strada principale e da Pickering Lane avrebbe puntato verso Main Street e preso la salita che portava all'albergo di suo fratello.
Mentre attraversava i campi, il vento e la neve lo sferzava con violenza. Nessuno con il cervello a posto sarebbe uscito con un tempo simile, pensò, neppure l'uomo che viveva in quella casa. Come aveva detto Scott, era un posto dimenticato da Dio, ma riandando indietro con la memoria lo ricordò immerso in una luce dorata e con le finestre illuminate. Gli parve di rivedere anche quei prati pieni di fiori selvatici, l'erba alta che ondeggiava alla lieve brezza estiva. Allora la vecchia casa gli sembrava un castello di fate, in cui forse viveva un bel principe. Adesso gli appariva come un tetro rudere in cui stava rintanato un lupo solitario.
Rise delle sue orride fantasie, ma in quel momento inciampò in un ostacolo nascosto sotto la neve e cadde battendo il ginocchio destro su un sasso. Un dolore lancinante gli impedì di alzarsi. Cercò di piegare piano la gamba, ma il dolore diventò ancora più acuto.
Finalmente riuscì ad alzarsi, e, zoppicando, puntò verso la doppia fila di alberi che costeggiavano il sentiero privato. Il ginocchio gli doleva parecchio e dovette fare appello a tutta la propria volontà e al proprio coraggio per andare avanti.
Dopo essere caduto diverse volte, raggiunse il sentiero. Si appoggiò al tronco di un pino e si tastò il ginocchio destro attraverso il tessuto dei jeans. C'era un gonfiore non da poco e da quando lo premette con le dita, il dolore fu insopportabile.
Guardò davanti a sé. La strada principale passava a poca distanza, ma sembra lontani chilometri e chilometri. A tratti l'intensità della neve lo nascondeva ala vista.
Pickering Lane doveva essere laggiù da qualche parte, lontano, molto lontano. Gli ci sarebbero volute ore per arrivare alla locanda col ginocchio in quelle condizioni; inoltre temeva che camminando a lungo avrebbe peggiorato la situazione.
La casa dei Hale era così vicina... si voltò per osservarla. Imponente, severa, era lì a portata di mano. Pochi passi e l'avrebbe raggiunta; pochi gradini e si sarebbe trovato al riparo della veranda. Allora sarebbe bastato bussare alla porta.
Con uno sforzo riprese a zoppicare verso la casa, ma era un'impresa difficile. A un tratto perse l'equilibrio e cadde a terra, chiedendosi se ce l'avrebbe mai fatta a rialzarsi.
Eppure, doveva muoversi, togliersi da lì. La neve cadeva senza sosta e il freddo che gli penetrava nelle ossa gli diede il coraggio di reagire.
Trascinando la gamba, salì i gradini di pietra e si fermò un attimo sotto la veranda, di fronte all'elegante portone. Poi non resistette più e crollò a terra, ma cominciò a battere i pugni contro la porta. No, successe nulla. Bussò più forte, ripetutamente e rimase in ascolto: gli parve di sentire abbaiare un cane e bussò di nuovo.
Dopo un po' il portone si aprì e una debole luce gialla si proiettò al di fuori. Stiles si protese in avanti. Derek Hale era sulla soglia, i capelli chiari scintillavano alla luce, gli occhiali neri baluginarono mentre chinava la testa verso di lui. Un cane gli si accucciò a fianco: uno stupendo, elegante e feroce pastore tedesco tenuto al guinzaglio.
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Non Chiamarlo Amore- Sterek AU
ChickLitStiles si rifugia nel Maine per tentare di riprendersi dopo una grossa delusione d'amore e, in effetti, dimentica il suo ex a tempo di record. è Derek Hale a operare questo miracolo. lui è un superaffascinante reporter della televisione che tenta d...