Capitolo 3

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I primi ospiti di quel fine settimana arrivarono il venerdì alle tre precise. Erano una coppia di mezza età che veniva da Brooklyn. Scott li accolse con cordialità, poi li presentò a Stiles che li accompagnò al piano di sopra.

La stanza che mostrò loro era molto graziosa. Non troppo grande, poiché una parte era stata adibita a bagno privato, aveva un arredamento semplice: due cassettoni in vimini, un letto a colonnine con trapunta e un guardaroba antico. Tappeti di lana erano disseminati sul lucido pavimento di quercia, e accanto alla finestra c'era un dondolo adorno di cuscini colorati.

Dalla finestra si vedeva l'orto dietro la casa e il pendio con le casette bianche, giù fino all'azzurro vivido dell'estuario. C'era un'atmosfera romantica da inizi ottocento, unita a tutte le comodità e l'impianto dell'acqua calda in ogni stanza.

Quando Stiles tornò in salotto, il fratello stava ricevendo un'altra coppia di turisti e così fu per il resto del pomeriggio. Come Scott aveva previsto, il sole aveva portato molti visitatori nel villaggio e parecchi di loro avevano deciso di passarci la notte.

All'ora di cena, Stiles aiutò Carrie Carter, la donna che faceva da cameriera e da governante, a servire le oltre venti persone che avevano prenotato, e più diede una mano a Scotto a rigovernare la cucina e a predisporre per la colazione del mattino dopo.

Il giorno seguente gli restò ben poco tempo per rimuginare sui suoi problemi. La sera piombò sfinito sul letto e il mattino successivo si alzò di buon'ora.

Era domenica e verso le undici fu servito il tradizionale Brunch, un abbondante pasto a metà tra la colazione e il pranzo.

Stiles ebbe il tempo di parlare con Isaac Goldstein, un uomo sulla sessantina dai capelli argentei e gli occhi scuri vivacissimi. Era venuto con la moglie e la figlia a pranzare alla locanda e con loro c'era anche un giovanotto dall'aria orientale, capelli lisci e neri e occhi obliqui.

"Jack e il nostro direttore d'orchestra, oltre a essere un ottimo pianista" disse Isaac con un accento che tradiva l'origine tedesca.

"Si tratterrà a lungo a Northport?" chiese Jack a Stiles.

"Ancora non ho deciso." Rispose lui. "Ma penso finché Scott non si stancherà di me."

"Allora non è impegnato in un'orchestra?"

"Per il momento no. Ho dovuto lasciarla dopo una tournée qualche settimana fa. Ho avuto una polmonite e mi sto riposando. Anche se avere aiutato Scott in questi giorni è stato tutt'altro che un riposo! C'è stato un sacco di lavoro."

"Deve venire a suonare con noi" affermò Isaac. "Martedì prossimo alle sette a casa mia. Ci mancano ancora alcuni strumenti. Per esempio, stiamo cercando un violoncellista. Ne conosce qualcuno?"

"Sì, ma non qui." Ammise Stiles. "Grazie per l'invito, comunque. Sono ansioso di venire."

Non Chiamarlo Amore- Sterek AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora