Fusione

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<< Ci conosciamo? >> Domandò lui
<< No, ma... >> lei stava per dirgli che in qualche modo se lo ricordava, ma lui subito aggiunse:
<< ma dovremmo >>. Lei sorrise. Le era piaciuta quella risposta.
<< Come ti chiami? >> Domandò lei
<< E - lei aveva già sentito quel nome, ne era certa - e tu? >>
<< A >>.
A. non riusciva a crederci, era lui!!! Finalmente era riuscita a parlarci! Salutò le sue amiche con la mano e con un gran sorriso.
<< Vuoi bere? >> E. allora la guidò attraverso la folla e le comprò da bere, A. non voleva superalcolici, solo prosecco. E. le chiese se lei fumasse, lei non fumava.
Era una ragazza strana, E. non riusciva bene a inquadrarla. Aveva un'energia potente, era sicura di sé e a differenza di tante ragazze non fumava e non beveva superalcolici. Aveva uno sguardo penetrante e un sorriso malizioso.
E. notò che le sue unghie erano corte e non lunghe e affilate come quelle delle altre ragazze. Questa cosa lo sorprendeva, gli piaceva di lei. Erano curate, ma naturali. Quando lo toccava, non si sentiva graffiare. Era un tocco gentile il suo. E. la guidò verso la pista e le chiese dove fossero le sue amiche. Non voleva lasciarla da sola.
<< Che fai mi offri da bere e poi mi lasci andare via?
Balliamo >> disse lei.
<< Ok balliamo >>.
<< Oppure facciamoci una chiacchiera >> Propose di nuovo lei.
<< A me piace conoscere persone nuove >>. Ottimo, A non aveva bisogno di sentire altro.
I due uscirono dal locale e passeggiarono sulla riviera, prima di entrare in un altro stabilimento e andare verso il mare. Si parlavano come se si conoscessero da sempre.
A. era preoccupata che il ragazzo fosse ubriaco, almeno così le pareva. Continuava a chiedergli quanto avesse bevuto, tanto da infastidirlo.
<< Voglio sapere con chi sto parlando, voglio sapere quanto sei cosciente e consapevole di quello che fai e dici >> aveva detto lei.
E lui aveva rispettato quelle parole.
Lei afferrò una delle sedie da spiaggia e lui fece per sedersi. << Che fai!? Non solo fai prendere a me la sedia, ma poi ti ci siedi pure tu? Via! >> Si ribellò lei con tono scherzoso. Lui sembrava non ascoltarla mentre cercava di sedersi su quella sedia. Lei vinse e si sedette e lui non potè fare altro che sedersi sul bracciolo della sedia, dandole le spalle. Per quanto ad A. piacesse quel contatto fisico, lei voleva vederlo.
<< Dai forza prendi una sedia e vieni qui, voglio vederti >>. Lui obbedì. A E. piaceva come lei prendesse il comando della situazione e quasi non gli lasciasse spazio, lo prendeva tutto lei.
Si posizionò accanto a lei e poi le chiese di sedersi su di lui. Lei invece spostò la sedia davanti a quella di lui e gli mise i piedi sulle gambe.
<< Mi piacciono i piedi >> disse lui << anche a me >> aggiunse A., accarezzandolo.
I due avevano già raggiunto un livello di intimità che neanche coppie stabili spesso riuscivano a raggiungere e i due si sentivano incredibilmente a loro agio l'uno con l'altra.
A. in passato si sarebbe fatta una marea di problemi in quel momento, un sacco di fisime mentali. Ma qualcosa in lei ultimamente era cambiato e la presenza di E. era fin troppo familiare.
La loro intimità era così profonda che A non si rese neppure conto quando si ritrovò le labbra di lui sulle sue.
E. aveva le labbra sottili eppure il bacio era pieno, era bello, come piaceva a lei.

<< Cosa ti ha colpito di me? >> Chiese E.
<< I tuoi occhi >> rispose lei. E. rise, come se A. avesse appena sparato la stronzata del secolo << si come no >> "Ecco un'altra ragazza che fa finta che io gli piaccia per come sono e non per il corpo" aveva pensato E. ... e nel frattempo A. aggiungeva: << e il tuo corpo. Mi piace il tuo corpo >>. Lo guardava dritto negli occhi, senza battere ciglio. Era forse uno sguardo di sfida? << Si i tuoi occhi, sono un po' allungati, tipo gli asiatici... a me piacciono gli asiatici >> rispose A. tranquillamente. E. non credeva alle sue orecchie, A. diceva la verità e lui lo sapeva. << Se non avessi questo corpo, mi vorresti comunque allora? >> continuò E.  << Probabilmente no >> rispose A. << Perché se io fossi stata grassa? Saresti venuto qui con me? No. >>
Quella ragazza era sfacciata! Non aveva peli sulla lingua e nessuna morale! E. la adorava già. Spesso le ragazze non sapevano come rispondere, ridacchiavano, facevano le false moraliste, iniziavano a sentirsi a disagio o in imbarazzo... lei... lei era la persona più sicura di sé che E. avesse mai incontrato.

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