We've got tonight.

Chapter five.

{FINN}
"Noah Puckerman! Noah! Non riesco ancora a credere che tu abbia parlato con lui! ", mi disse Kurt con un sorriso enorme stampato sul volto. Non faceva che camminare per la stanza felice, senza riuscire a fermarsi.

"É famoso? ", gli chiesi incuriosito e divertito. Ero seduto sulla poltrona in pelle del suo salotto, che in pochissimo tempo era diventato nostro. Era incredibile quanto la mia vita stesse cambiando.

"Famoso, amico mio? Famoso, è dire poco! É il ragazzo con più talento che conosca! Lui e la sua band hanno cominciato a suonare in quei locali da quattro soldi della periferia di New York. Non avevano molti soldi all'inizio, ma poi un manager li ha scoperti e BUM! Puoi immaginare il resto.
Sono stato a tutti i loro concerti, ed una volta ho persino cercato di fare una foto con lui. Praticamente impossibile "

"Allora devo essere stato più che fortunato ad incontrarlo al parco ", sorrisi. Sentivo qualcosa crescere in me sempre di più, più il giorno del concerto si avvicinava. Era adrenalina? O emozione? Non avrei saputo dirlo, ma mi faceva impazzire di felicità.

"È un segno del destino ", rispose lui sedendosi accanto a me.

"Kurt ", lo ammonii, "lo sai che non credo a queste cose "

Lui annuì convinto. "Vedrai che cambierai idea. Molto presto "
Lo guardai confuso. "Sesto senso, Finn. Non sbaglia quasi mai. "
Non riuscivo a smettere di sorridergli.
"Non solo andró al mio primo concerto, Kurt, ma tu potrai parlare con Noah, fare qualche foto, tutto ció che vorrai.
È fantastico! "

"E non dimenticare che grazie a te questo non sarebbe mai successo ", mi disse sorridendo.
Il ragazzo seduto a gambe accavallate accanto a me riusciva sempre a farmi stare bene. Ad infondermi quella sicurezza che non avevo mai avuto, e che sentivo finalmente scorrermi nelle vene.

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Era arrivato il giorno del concerto. Mentre attraversavamo la città per arrivare a Times Square, presi il cellulare e chiamai Noah. Quando lo avevo incontrato al parco, aveva detto di volermi accompagnare di persona al concerto.

"Pronto? ", mi rispose lui.

"Ciao Noah, sono Finn. Non so se ti ricordi di me, ci siamo conosciuti l'altro giorno, al parco... Tu..."

"Certo che mi ricordo! Mi stavo chiedendo se saresti venuto e quando avresti chiamato "

"Non mi perderei un'occasione del genere tanto facilmente "

"Ne sono felice! Allora vediamoci a Times Square appena puoi. Ci sai arrivare? "

"Sì, sono quasi arrivato credo. E ho portato anche un amico, se non è un problema..."

"Certo che no! Più gente c'é, meglio è. Ci vediamo lì! ". Riattaccó, e riuscii a sentirlo sorridere.
Quel giorno sarebbe stato indimenticabile, ne ero certo.

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Fin da quando ero piccolo il mio sogno era stato quello di andare ad un concerto. Un piccolo desiderio che nessuno era mai riuscito a farmi realizzare. Anno dopo anno, lo avevo accettato e me n'ero fatto una ragione. E adesso, mi sembrava tutto talmente incredibile che non riuscivo a contenere la mia gioia.
Non avevo mai visto tante persone così vicine in tutta la mia vita. E tutte pronte a divertirsi a ritmo della band di Noah.
Ero stato talmente sorpreso quando mi aveva parlato del concerto, che qualcosa di profondo ed intenso si era risvegliato in me, e non gli avevo neanche chiesto qual era il nome della band.
Il concerto stava per cominciare. La folla incitava il nome di Noah, e qualche secondo dopo anche della band. Si chiamavano The Hurricanes.
Sorrisi. Non avrebbero potuto trovare nome migliore.
Il cuore mi martellava forte in petto. Avevo lo stomaco sottosopra per l'emozione, e non riuscivo a smettere di sorridere.