Nonostante odiassi alzarmi presto, mi alzai per iniziare una nuova giornata nella concessionaria di mio padre.
Non che fossi molto d'aiuto, lucido qualche macchina ma niente di che.
La mia presenza credo faccia più piacere ai clienti che a mio papà.
Mi alzo con il solito linguaggio scurrile nelle orecchie, ed è brutto da dire ma la mia prima parola non è stata come tutti "mamma" o "papà",
la mia è stata "cazzo". Devo averla sentita così tante volte che ricordavo solo quella. Vivo con mio padre da quando sono piccola e sono grata di averlo nella mia vita. Invece mia madre non è più con me, in realtà non l'ho mai conosciuta, problemi durante il parto, è un miracolo se sono viva.
Papà subito dopo la sua morte mi ha raccontato di aver vissuto un momento di crisi e di aver trovato rifugio nelle auto. Ha incominciato vendendo la sua Ford grigia colma di graffi guadagnando qualcosa per nutrirmi, non ho mai saputo però come ha aperto la concessionaria.
Al mio 18 esimo compleanno ho ricevuto la macchina dei sogni, che indicavo ogni volta che la vedevo sfrecciare sull'asfalto. Una perfetta auto da corsa color rosa Barbie.
Non l'ho mai usata per paura di graffiarla, ci tengo abbastanza alla perfezione. Mi sfilo il pigiama in pile che raffigura degli unicorni e delle stelline. Mi escludo dalla massa di ragazzine che usano pigiami sexy, l'unico che guarda il mio pigiama è il mio pinguino di peluche su cui strofino il viso per sentirmi lontana da tutti i problemi.«Dai cazzo che siamo in ritardo!» strilla come un pazzo.
Ormai ci ho fatto l'abitudine che la mattina si metta ad urlare, meglio non ricordare quando ancora andavo a scuola. Spalanca la porta e io cerco di coprirmi usando il mio pinguino.
Se ne và mettendosi una mano sugli occhi sussurrando delle scuse ironiche. Marco Bianchi, unico uomo della mia vita. Mio papà, il mio migliore amico, mio fratello e soprattutto punto di forza. Un uomo davvero affascinante, purtroppo però non gli assomiglio per niente, lui però considera sia meglio così,
li ricordo mamma. Gli manca tanto, ma cerca di non pensarla presentandosi ad altre donne. Decido di prepararmi ma quando apro l'armadio trovando vestiti stropicciati e incasinati mi passa la voglia.
Ma ecco che mio padre caccia un altro urlo e capisco di dovermi sbrigare.
Prendo una canottiera bianca sistemando il reggiseno in modo che non si veda e un pantalone nero.
Indosso il tutto guardandomi poi allo specchio alzando leggermente il pantalone coprendo la pancia.
Mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e con motivazione decido di aggiungere un filo di mascara sulle ciglia. Spruzzo un po' di profumo vicino al collo e sorrido scacciando via i brutti pensieri. Mi reco un cucina vedendo mio padre decisamente arrabbiato. Mi porge una
merendina al cioccolato che rifiuto dicendo di non avere fame. Prima o poi riuscirò a parlarne con qualcuno.Arrivati alla concessionaria recupero una pezza e un po' di sgrassatore.
Accendo la radio al massimo volume dimenticando le urla di papà per abbassare il volume. Canto "At It Was"
che passa ogni giorno ad ogni ora in radio. Lucido i cruscotti di ogni macchina in esposizione controllando poi che fosse tutto apposto. Mi godo la vista di tutta la città guardando la vetrata finché una voce non mi blocca.
La ascolto mentre conversa con mio padre, è una voce giovane. Prendo l'ascensore e arrivo all' ultimo piano, qui è come se potessi toccare le nuvole. Mi appoggio leggermente ad una colonna bianca sentendo dei passi.«Tutta sola qui sù?» mi volto leggermente e sento il mio cuore fare una capriola.
Vedo un ragazzo che cammina a testa alta. Si avvicina lentamente pieno di sicurezza alzando leggermente il mento per risaltare la mascella scolpita. I suoi occhi sono leggermente coperti dai capelli neri. Le sue iridi color carbone non smettono di fissarmi con insistenza. Per poco non svengo quando mi accorgo della maglia nera che aderisce perfettamente al suo addome, ad ogni battito il suo petto si alza. Guardo poi la catenina dorata sotto la maglietta e poi i jeans anche essi neri che fasciano le sue gambe.
Sono sicura che attira il sole.
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Reflections
RomanceTrama: Suki ha diciotto anni e vive a Birmingham una città in Albama. Vive con suo papà in un piccolo appartamento vicino al centro città. Ha lasciato la scuola per aiutare suo papà con il lavoro. Suki, una ragazza audace e molto furba, lotta con tu...