CAPITOLO 3 | tutto fuori controllo

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Ora che non mi levo dalla testa la paura
che ogni cosa che faccio non sia quella giusta
che quello che c'ho in mano di colpo mi sfugga
e si cancelli tutti co' un colpo di spugna

Genova, 30 giugno 2021

Tra poche ore doveva uscire un singolo di Bresh, Caffè, prodotto dall'amico e collega Shune. Non sapeva come interpretare quella canzone, l'aveva scritta pensando principalmente a sé stesso, alla scoperta della persona che è diventato e che vuole diventare, parlando anche delle relazioni e della loro complessità. Non era una canzone facile, ci aveva inserito un sacco di riferimenti per esprimersi al meglio.

Quella notte stava pensando anche ad Alma. Non era solito farlo: dopo la sera del 2016, l'ultima volta che la vide, si era promesso di non cercarla più e di dimenticarla. Aveva troppi cazzi per la testa, era ancora piccolo e non sapeva come comportarsi davanti ad un sentimento così grande come l'amore. Aveva paura. La paura di incontrare quegli occhi di cui si era innamorato, paura di rovinare uno dei rapporti più belli che aveva costruito. Alla fine, però, la paura era diventata realtà, poiché aveva preso il sopravvento.

Cogoleto, 6 agosto 2016

Quando si risvegliò, la vide sdraiata sul suo petto. Le mani ancora sul torace e le gambe intrecciate alle sue.

Ad altre mille notti così.

Pensò, con l'amaro in bocca. Senza svegliarla e fare troppo rumore, riuscì a spostarsi. Arrivato alla porta, si girò per l'ultima volta verso di lei, guardandola in modo malinconico.

"Che tutto ciò che hai sempre desiderato diventi realtà. Sento di amarti, ma non ho le palle per affrontarmi. Ciao Alma"

Senza guardarsi indietro, chiuse la porta e scese in soggiorno, prendendo le sue cose e andandosene via.

Gli anni a venire furono un continuo saliscendi: tornò a Milano, fece musica, lavorava e stava con i suoi più cari amici. Non l'aveva mai più menzionata, nemmeno fatto un accenno. Sapeva perfettamente che Mario e Diego continuavano ad uscire con lei, qualche volta, ma non si era mai permesso di chiedere niente. Sapeva che era entrata nel cuore anche a loro, perché era difficile non affezionarsi ad una persona come lei. Era dolce, altruista e simpatica. Sempre disposta ad ascoltare chi ne aveva bisogno e aiutare il prossimo. Non aveva pregiudizi, faceva amicizia con chiunque. Una delle cose che più Andrea amava di lei era la sua curiosità nel conoscere il mondo. Alma amava viaggiare, tantissimo. Amava esplorare nuovi posti, nuove culture, conoscere nuova gente. Viveva di sapere, si sentiva viva grazie ad esso. Non sapeva più niente di lei, come stesse e cosa facesse. La lasciò quando stava per iniziare l'università. Alma aveva diciotto anni e aveva scelto timidamente psicologia come facoltà, dopo essere uscita da un faticosissimo liceo scientifico. La cosa che si ricordava più di tutte di lei era il suo sorriso. Alma raccontava ad Andrea di come odiasse i suoi denti, di come il suo sorriso fosse un'insicurezza per lei. Andrea la ascoltava, meravigliandosi di come una ragazza bella ed intelligente così non riuscisse a vedersi per la vera bellezza che ha.

Varazze, 18 luglio 2016

"A me onestamente la discoteca non piace più di tanto, lo sto facendo solo per voi"
Disse Alma, seduta al posto del passeggero, mentre alla guida c'era Mario.
"Dai Almina, che con noi ti diverti e lo sai"
Nel posto dietro di lei era seduto Andrea, che con una mano intrecciata a quella della ragazza, le diceva queste parole di conforto, percependo il suo disagio in posti come quello della discoteca. Una volta arrivati al club, scesero tutti e tre dalla macchina, ricongiungendosi con il resto del gruppo.
"Sei uno schianto cazzo!"
Alessandro le fece fare un giro su sé stessa, facendola ridere. Tutti entrarono dentro, iniziando subito a sparpagliarsi per l'intero locale. Alma raggiunse due sue amiche, Sara e Cecilia, iniziando a ballare e bere qualcosa con loro. "Ma... il tuo amico Andrea è occupato?" Sara l'aveva adocchiato da un po'. Alma aveva notato il muoversi sensualmente della sua amica, pericolosamente vicino ad Andrea, ma aveva fatto finta di niente. Non le piaceva affatto quella situazione. "No" Disse secca Alma. "Allora ho il via libera" La mora alzò gli occhi al cielo, per poi ritrovarsi in mezzo alla pista da sola.

"È così che non si risponde ai messaggi?"

Si girò di scatto, sentendo quella voce roca conosciuta.
Gioele era il suo ex tossico: una relazione durata poco più di due mesi, quindi praticamente niente, ma dove lui era diventato talmente ossessionato da lei che non riusciva nemmeno più ad uscire da sola per colpa sua.
I suoi amici erano al corrente di questa brutta persona nella vita di Alma, ma lei aveva tenuto agli altri un po' di cose all'oscuro. Come quando lo vide un po' di volte sotto casa sua e non se ne andava fino a che non la vedeva entrare nel portone, oppure quando l'aveva minacciata di ammazzarsi se l'avesse lasciato.
Era riuscita a "sbarazzarsene" con un grande atto di coraggio, bloccandolo ovunque e facendogli capire in ogni modo di non voler più avere a che fare con lui.
"Ti ho bloccato, lasciami stare per favore"
"E perché? Infondo siamo amici"
"Ma cosa ci fai qui?"
"Qualcuno mi ha detto che ci saresti stata, quindi sono venuto"
"Ma ce la fai? Quante volte ti ho detto di non volerti più vedere?"
"Lo so che infondo non è quello che vuoi, Alma"

Andrea stava guardando la scena poco distante, mentre c'era Sara affianco a lui che provava in tutti i modi ad attirare la sua attenzione.
Non intervenne, anche perché da lontano non sentiva cosa si stessero dicendo e si stavano muovendo in modo tranquillo.
Nel momento in cui vide Gioele strattonare la sua migliore amica in mezzo alla pista, si alzò, andandogli contro.
Si mise in mezzo ai due, tenendo Alma dietro di sé.
"Che cazzo vuoi te?"
Gli disse, andandogli vicino con la testa.
"No Andre, lascialo stare, non ne vale la pena davvero"
"Ah tu saresti il bastardo con cui mi ha tradito questa troia"
Non disse altro. Gli sganciò un pugno sul naso, facendogli perdere l'equilibrio e cadere per terra.
"Andrea!"
Mario e Diego corsero subito verso di loro, allontanando il loro amico.
"Non ti permettere mai più ne di sfiorarla e nemmeno di parlarle. Brutta testa di cazzo che non sei altro. Verme"

Alma e gli altri lo portarono via da lì, per poi lasciare i due da soli.
"Ma che hai fatto? Sei impazzito cazzo!?"
La mora incrociò le braccia sotto al seno, guardandolo dal basso.
"Dovresti ringraziarmi"
Mormorò Andrea, guardando da un'altra parte.
"Stai scherzando?"
Lui spostò lo sguardo dritto nei suoi occhi.
"Ma ti sembro un coglione? Secondo te non ho visto come ti stava trattando? Che cazzo dovevo fare? Starmene lì impalato mentre quello ti strattonava facendoti male?"
I loro visi erano vicinissimi, quasi i nasi si potevano toccare. Alma abbassò lo sguardo, aggiungendo piano:
"Non è comunque così che si interviene"
"E come dovevo intervenire? Sentiamo. Perché se interveniamo tutti come hai fatto te con lui in questi mesi, allora vedo come sei riuscita a risolvere qualcosa"
La ragazza sospirò, per poi abbracciarlo. Andrea subito non si mosse, per poi invece ricambiare quel contatto fisico. Respirò profondamente, accarezzandole la schiena.
"Forse potevo contenermi. Mi dispiace per la scenata, però ne ho le palle piene di quello stronzo"
Alma sorrise.
"Sei il migliore, lo sai?"
Appoggiò il mento sul suo petto, facendo incrociare i loro sguardi. Andrea sorrise, baciandole la fronte.
"Non dici nulla perché comunque l'orso grande e grosso deve avere una certa reputazione. Vero?"
"Ma stai zitta, scema"

ALTAMENTE MIA | breshDove le storie prendono vita. Scoprilo ora