CAPITOLO 7 | mare calmo

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ubriacarsi di parole finché il sole viene a scaldarci
ancora quel timore che domani sia troppo tardi

Genova, 15 novembre 2022

"E poi?"
Il riccio rise, guardandola.
"E poi niente. Diego mi ha riaccompagnata a casa ed è finita lì. Però è stata una bella serata"
Fece un tiro dalla canna di Andrea.
"Ma mancavi tu, sempre"
"Ora sono qui"
Le mise una mano sul ginocchio, accarezzandolo.
"Già"
Erano seduti sul balcone di Alma: l'orologio segnava le due del mattino e la stanchezza non sembrava neanche sfiorarli.
Dopo la bellissima serata che avevano passato in compagnia degli altri, si erano ritrovati insieme a casa di lei.
"Mi dai un motivo per essertene andato? Non ne abbiamo ancora parlato e direi che mi merito delle spiegazioni"
Andrea fece un respiro profondo, annuendo.
"Provavo tanto per te. Si, eri la mia migliore amica e ti volevo un bene infinito, ma sono certo fosse più di quello.
Quando quella sera mi hai baciato mi sono sentito inerme. Era solamente la conferma di ciò che provavo. Mi sono spaventato e in quel momento ho pensato che l'unica soluzione fosse scappare via e non vederti più. Ad oggi ho capito che non era così"
Alma sorrise malinconica, sentendo anche che il fumo stesse facendo il suo effetto.
"Quanto ci volevamo bene, Andre"
"Troppo"
"Sai cosa avevo detto a Mario?"
Lei scosse la testa.
"Che prima o poi ti avrei portata all'altare"
Rimase in silenzio, per poi sorridere di nuovo.
"Quella canzone, quella che mi hai dato sta sera. È veramente bella"
Andrea sorrise, mettendole un braccio sulle spalle, ma assicurandosi sempre che lei fosse d'accordo con quel contatto fisico.
Non si vedevano da troppi anni e le cose tra loro erano cambiate molto.
"Vorrei chiederti una cosa, ma non so se mi conviene farlo ora. Anche perché siamo entrambi belli andati"
Risero.
"Dimmi pure Andre"
"Verresti con me a fare un viaggio?"
Lei si tirò su, guardandolo negli occhi.
"Che tipo di viaggio?"
Lui sorrise, sapendo perfettamente fosse quello dei suoi sogni.
"In Argentina"
"Stai scherzando?"
"No. Ho già fatto tutto, mi serve solo la tua conferma. Ma puoi pensarci, sarebbe a febbraio"
"Da una parte ti vorrei tanto dire di Si perché lo sai che mi piacerebbe tanto visitare il Sudamerica e mi piacerebbe tanto farlo con te, ma c'è sempre una parte di me che non sa se è la cosa giusta da fare"
"Lo capisco, tu pensaci però"
Si guardarono e risero.
"La canna sta facendo il suo dovere, mamma mia che sonno"
Lui la guardò sorridendo.
"Quanto mi sei mancata"

[...]

Genova, 18 novembre 2022

Alma stava bevendo il caffè: erano le sette del mattino, fuori era ancora tutto buio e poteva già intravedere che fosse una giornata piovosa.
Proprio per questo, decise di prendere i mezzi per arrivare alla clinica dove lavorava.
Doveva entrare alle 8 per poi fare un turno di otto ore e tornarsene a casa.
Una solita giornata invernale.
Si preparò velocemente per poi uscire subito.
Quella giornata era stata particolarmente stancante: aveva avuto un sacco di cose da fare ed erano arrivati altri pazienti nuovi.
Durante la pausa pranzo in mensa, mentre era seduta al tavolo con due colleghe, le arrivò un messaggio da Andrea.

Andrea Brasi
Ciao Alma, oggi tutto bene?

Ei, più o meno. Mondo roba da fare a lavoro, come al solito

Andrea Brasi
A che ora stacchi?

Alle 17. Perché?

Andrea Brasi
Piove a dirotto. Ti vengo a prendere io

Grazie, ma non c'è bisogno, davvero

visualizzato

Sapeva che era un testardo e che molto probabilmente non avrebbe accettato un No come risposta, soprattutto dato il tempo che c'era fuori. Non si spiegava il suo comportamento: lo poteva capire, perché le era sembrato davvero sincero quando avevano parlato sul fatto di ricominciare, però non era più abituata ad averlo attorno.
Un tempo non avrebbe mai immaginato una vita senza di lui. Erano sempre stati insieme, qualsiasi cosa la facevano assieme e sapevano tutto l'uno dell'altro.
Poi è successo quello che è successo e si è dovuta abituare alla sua assenza. E ce ne è voluto di tempo.
Arrivarono le cinque, dopo otto ore di lavoro sfrenato non aveva per niente voglia di fare nulla.
"Ma sei veramente un pazzo"
Andrea sorrise, aprendole la portiera.
"Non piove nemmeno"
"So che sei venuta con i mezzi"
Lei lo guardò confusa.
"Appena vedevi un po' di nero in cielo non ti spostavi con la moto, quindi ho pensato subito fossi venuta con il bus"
Lei alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa divertita.
"Va bene. Ora andiamo a casa per favore, sono stanchissima"
"Agli ordini"
Tornarono a casa in poco tempo, salirono le scale e arrivarono nel piccolo appartamento di Alma.
"Ti dispiace se mi faccio un doccia?"
"No, tranquilla"
Prese l'intimo dal cassetto, una tuta e una felpa comoda per stare in casa.
Andrea si sedette su quella specie di divano, che in realtà era più una poltrona da quanto fosse piccolo.
Aspettava paziente, mentre sentiva l'acqua della doccia scorrere.
Gli venne in mente un'idea e si mise subito ai fornelli.
Voleva prepararle un piatto semplice, la carbonara, per aiutarla visto che la vedeva molto stanca.
Sperando che potesse apprezzare il gesto.
Alma si stava asciugando e, dopo aver messo la sua crema corpo, mise tutti i vestiti che si era portata in bagno.
Uscì e lo vide di schiena, intento a mescolare qualcosa in una ciotola.
Subito sorrise, sentendo anche il mal di testa affievolirsi.
"Che fai?"
Andrea fece un piccolo balzo, girandosi di scatto.
"Mi hai spaventato"
"Scusa, non era mia intenzione"
Rise, avvicinandosi al piano cottura.
"Ho pensato di cucinare qualcosa. So anche che è presto, ma visto che sei tanto stanca pensavo non ti sarebbe dispiaciuto. Sbaglio?"
La guardava dall'alto, sapendo perfettamente di non star sbagliando nulla.
"Non dovevi, grazie mille"
"E di che. Vai a sederti, ci penso io"
Alma lo lasciò in cucina, andando a sedersi sulla sedia e guardandolo con il sorriso.
Non ci poteva credere.
Ogni tanto Andrea si girava, per assicurarsi che non si fosse addormentata e la trovava sempre fissa a guardarlo con quegli occhi grandi e quel sorriso timido sulle labbra.
Proprio come piaceva a lui.
Dopo aver cenato in completo silenzio, si misero sul divano per vedersi qualcosa.
"Scegli pure tu, tanto non penso di reggere ancora per molto"
Andrea rise, accendendo la televisione.
"Hai ventiquattro anni e vai a dormire alle 20:30. Qualche anno fa facevamo after e andavamo diretti a scuola"
"Dopo un'adolescenza movimentata non ho più le forze per fare ste cose"
Iniziarono a vedere un film trovato per caso su Italia 1, ma in realtà non interessava a nessuno dei due: Alma si addormentò poco dopo la sigla e Andrea non aveva smesso nemmeno un secondo di guardarla.
Aveva appoggiato inconsciamente la testa sulla sua spalla, portando la mano sul braccio del più grande, impossibilitandolo di qualsiasi movimento. A lui stava bene quella posizione, le era mancata da morire, anche tutto quell'affetto fisico che erano soliti a dimostrarsi a vicenda.
Andrea non era mai stato un romanticone o un ragazzo a cui piacevano tutte quelle cose da coppia, banalmente anche scambiarsi un abbraccio di troppo lo faceva sentire a disagio. Con lei, però, tutto era diverso: il pensiero di tenerla sempre stretta a lui, non gli faceva storcere il naso, anzi, era tutto ciò che desiderava, sia da ragazzetto che da oramai uomo.
Osservava ogni suo singolo respiro, i suoi capelli morbidi che le coprivano metà viso e la bocca semichiusa.

Anche in quelle condizioni, restava la donna più bella del mondo.

Distolse lo sguardo per chiudere la tv, per poi ritornare su di lei, cercando di staccarsi senza svegliarla.
Mise un braccio sotto le sue ginocchia e uno attorno al collo, sollevandola e portandola verso di sé. Andò in camera sua, adagiandola piano sul materasso e coprendola con il lenzuolo e la trapunta, per poi abbassarsi e posarle un bacio leggero sulla fronte.
Le accarezzò una guancia, sentendosi tremendamente attratto da lei.
"Resta"
Sibilò Alma, mettendo una mano su quella di Andrea, posata ancora sulla sua guancia.
Lui sorrise, togliendosi la maglia ed esitando a togliersi i pantaloni.
"Ci sono dei tuoi vecchi pantaloni da calcio nel secondo cassetto a destra"
Gli indicò con gli occhi chiusi la cassettiera affianco al letto.
Lui fece ciò che gli disse, tirando fuori degli shorts vecchissimi, avrà avuto diciannove anni.
Scosse la testa con un sorriso sulle labbra, chiedendosi il motivo per cui li tenesse ancora nel suo armadio.
Si cambiò, andando a mettersi sotto le coperte.
Ci pensò su per qualche secondo, ma si arrese e le circondò la vita con un braccio, stringendola a sé.
Alma sorrise, girandosi dalla sua parte. Si guardarono per un po', senza dire nulla, come erano soliti fare da più piccoli.
"Sei più adulto di prima"
Lui sorrise, beandosi del tocco della sua Alma sul suo viso.
"Gli occhi neri, come lo sono sempre stati"
Percorse i contorni della faccia con il dito.
"Mi sei mancato molto"
"Pure tu, Alma"

DIAMOCI UNA TREGUA | breshDove le storie prendono vita. Scoprilo ora